Sistema Italia: come uscire dalle regole delle lobby e dei diritti acquisiti?

Scritto il alle 10:45 da Danilo DT

Nel week end ho “picchiato duro” sull’Italia e sulla ormai crisi cronica che colpisce il nostro paese. Al post su “dove va a finire l’Italia”  è seguito il post sui dati usciti da Bankitalia sullo stato del credito e dei tassi negli istituti di credito italiani. Cliccando qui vedrete che il credit crunch resta una realtà assoluta nel nostro sistema.
Questi due post hanno ovviamente sollevato discussioni e critiche, e non solo sul blog. Sul mio canale TWITTER  e su FACEBOOK mi sono state poste molte domande, soprattutto sulle “soluzioni”. E più volte ho ribadito che la questione è soprattutto POLITICA, con la casta politica che la fa da padrone.

A questo proposito ho ripreso un mio vecchio post scritto mesi fa, su cosa occorrerebbe fare a livello di Eurozona, ripubblicando il MANIFESTO che racchiude alcuni dei punti focali del mio pensiero.

CLICCATE QUI per visualizzare questo post.

Quali sono invece le problematiche nostre interne? Beh, purtroppo le sappiamo. Però io vorrei proporvi un’intervista fatta ad Alberto Bisin, professore alla NY University ed un curriculum di massimo rispetto, da parte di Gaetano Memmola del sito Budriopress. 

Ve la ripropongo come l’ho trovatao, in quanto riesce ad essere efficace, chiara e assolutamente credibile. In coda le mie considerazioni.

1) PERCHE’ IN ITALIA NESSUNO RIESCE A TAGLIARE LA SPESA PUBBLICA?

La domanda e’ complessa. Innanzitutto piu’ la spesa pubblica e’ larga ed inefficiente, piu’ la politica vive di spesa pubblica. Vi sono intere aree del paese, geografiche cosi’ come settoriali, in cui

i) la spesa pubblica e’ essenzialmente l’unica forma di reddito per la maggior parte di chi in queste aree vive, e inoltre
ii) la sua inefficienza ne rende la distribuzione arbitraria. In questi contesti, la politica controlla la distribuzione della spesa e senza questo controllo non avrebbe ragione di esistere nelle forme e nelle persone in cui al momento esiste. Naturalmente questo meccanismo diventa estremo qualora esso si trasformi in illegalita’ e corruzione diffusa, ma funziona anche senza arrivare a questo.

Ma non e’ solo questo, vi e’ anche una questione che non so quanto sia norma sociale o addirittura norma formale: i diritti acquisiti sono inviolabili, o difficilmente violabili – intendendo per diritti solo quelli derivanti dalla spesa pubblica. Non si considera diritto acquisito quello di essere tassato come in passato. Cioe’, le tasse si possono aumentare a piacimento – siamo addirittura arrivati ad aumenti retroattivi, credo – ma la spesa non si puo’ ridurre perche’ e’ stata “acquisita”. Non solo i politici ma credo tutti sembrano avere questa concezione. Forse e’ abitudine, non so. Ma e’ un fenomeno che ha effetti gravissimi.

[DT: Et voilà, in poche frasi il Prof. Bisin ha sintetizzato il significato di lobby, di diritti acquisiti, di malagestione del bene comune. Ovvio, il discorso potrebbe ancora proseguire, se solo si risolvessero questi problemi…ve la immaginate l’Italia come sarebbe diversa? Ma soprattutto, visto che si tratta di “diritti acquisiti” che ormai sono “necessari” per la sussistenza di determinate aree, riusciremo mai a cambiare le cose? E se non le cambiamo, potremo andare avanti così all’infinito?]

2) PERCHE’ I PARTITI MOSTRANO MEDIOCRITA’ OPERATIVA FERMANDOSI AI PICCOLI NUMERI SENZA MOSTRARE CORAGGIO VERSO UNA POLITICA CHE ABBIA VISIONE DEL FUTURO?

Evidentemente non pensano che una tale politica sarebbe premiata nelle urne. E forse hanno ragione. In Italia se sommiamo chi riceve sussidi dallo stato a chi non li riceve ma pensa che tutto cio’ che e’ statale e’ buono e giusto e a chi pensa che i problemi del nostro paese siano esterni (che sia la Germania, l’Euro, gli Stati Uniti, la Cina, o satana) abbiamo certamente la maggioranza. Lacrime e sangue non pagherebbero che nel medio lungo periodo, …. ma gli italiani si sono convinti che allora saremo tutti morti.

[DT: perfetto, è praticamente una dichiarazione di morte della nostra società. Una manovra invasiva NON sarebbe premiata dalle urne e non sarebbe “digerita” dai cittadini perché si andrebbero a toccare certi privilegi di cui godono milioni di persone. Ed è proprio a causa di questi privilegi che la spesa pubblica è diventata incontrollabile, che il nostro debito ha raggiunto picchi pazzeschi, che siamo in una situazione di crisi cronica da cui è difficile trovare vie di uscita. Ci vorrebbe il miracolo? Magari… Ci vorrebbe la Lira. Ma per favore, sapete benissimo come la penso in merito e che questa oggi non è, secondo il MIO punto di vista, la soluzione che risolve tutto. Non posso però negarvi che almeno, in questo modo, si muoverebbero un pochino le acque. Chi vuole la Lire cerca il “paese di Bengodi” che c’era prima dell’Euro. Peccato che significherebbe ri-infilarci in quel tunnel che ci riporterebbe DUE volte al disastro. Prima, con tutto quello che concernerebbe la svalutazione e il ritorno alla nostra moneta, e poi l’impossibilità nel gestire debiti e spesa pubblica.. ma sono solo mie opinioni…]

3) LE TASSE NON SCENDONO, PERCHE’? SOLO UN LIVELLO DI TASSAZIONE DEL 30% PUO’ INDURRE SVILUPPO. E’ COSI’ DIFFICILE “CONTRATTARE” IL LIVELLO DI CONTRIBUZIONE CON LE SINGOLE IMPRESE AGENDO ALLA BASE DEL PROBLEMA ED EVITANDO DI RINCORRERE L’EVASIONE?

Non c’e’ un numero aureo, 30 o 40 o 20%. E’ difficile eccome “contrattare” il livello di contribuzione e nessuno garantisce che questo limiti in modo sostanziale l’evasione. Uno stato inefficiente e’ anche uno stato che non sa farsi pagare. Anche quella e’ spesa pubblica distribuita dalla politica. I politici del Nord che urlano allo stato ladro, che promettono rivolte fiscali, e giustificano l’evasione fanno proprio questo, distribuiscono spesa ai propri elettori proteggendo la loro evasione politicamente, o promettendo di farlo.

[DT: tanto per intenderci, il professore con questa risposta ci dice: “i politici predicano mele e razzolano male”. Chi va al governo riempie gli elettori di parole rivoluzionarie e poi, quando è alla cloche di comando, fa come hanno fatto tutti quelli prima. Sperequazione economica, clientelismo, malagestione,ecc ecc.
Nel mio piccolo l’ho visto in questi mesi (e lo avete letto anche voi) nella mia regione, il Piemonte, con Cota e con le spese folli che praticamente sono state accollate alla collettività. Roma ladrona, mentre invece i leghisti a Torino erano dei Robin Hood legalizzati…]

4) CHE SENSO HA AVERE REGIONI ED ENTI A STATUTO AUTONOMO O SPECIALE ? E PERCHE’ IL LAVORO PUBBLICO IN ITALIA NON HA PARI DIRITTI E DOVERI DI QUELLO PRIVATO?

Le regioni a statuto speciale non hanno nessun senso, sono spesa pubblica assistenziale, al Nord come al Sud. Il lavoro pubblico dovrebbe avere uguali diritti e doveri, certo. E’ di sua natura meno esposto alla competizione e di questo naturalmente approfitta. Non solo, ma e’ anche molto difficile misurarne la produttivita’. Li’ sta la chiave dell’inefficienza del sistema pubblico ed e’ per questo che ad esempio gli insegnanti stanno combattendo cosi’ strenuamente contro ogni misura di valutazione e i giudici fanno lo stesso nascondendosi sotto un’interpretazione così estesa da essere assurda della loro sacrosanta indipendenza.

[DT: già ho detto prima, ormai tutto è dovuto, ci sono posizioni su cui le lobby si sono fossilizzate, ci sono posizioni dalle quali NON si vuole più tornare indietro, e si lotta senza voler negoziare perché perdere dei diritti considerati acquisiti rappresenta un delitto. Peccato che quei diritti acquisiti, soprattutto nel settore pubblico, rappresentano una delle motivazioni per cui l’Italia si trova in queste condizioni. Provate a mettere il becco nelle strutture pubbliche, nella sanità e in tutte quelle aziende di Stato dove l’organizzazione è relativa, dove le spese sono incontrollate e dove non si interviene perché sembra tutto intoccabile… Non fatemi parlare che è meglio…]

*******************

E per rincarare la dose, ecco le ultime su Basilea…

L’accordo dei banchieri centrali sui requisiti di liquidità per le banche è stato accolto dalla totalità degli osservatori come una vittoria di queste ultime, forti di un’attività di lobbying che probabilmente non ha pari. I regolatori hanno così “annacquato”, scrive il FT, le nuove norme controverse per frenare la dipendenza delle banche dall’indebitamento. Le “concessioni” – le definisce Bloomberg – fatte dai regolatori permettono agli istituti di utilizzare prassi contabili differenti che permettono loro di contenere la rappresentazione del debito: una vittoria ottenuta per il timore che le nuove regole potessero penalizzare le attività finanziarie a basso rischio e portare a un’ulteriore stretta sui prestiti. (Source)

Ora però mi chiedo, dopo aver riflettuto su questi aspetti e dopo che il sottoscritto (non so voi) si è reso conto che “cambiare le cose” sarà tutt’altro che facile, qualcuno mi sa dare delle soluzioni che siano credibili, fattibili, realizzabili, non utopiche e concrete?

Cari lettori, la palla passa a voi… L’area per i commenti è a Vs disposizione. La mia email (che trovate qui a fianco) pure. Lanciate le vostre idee, io cercherò di raccoglierle e di pubblicarle in un post dedicato. Proviamoci, almeno noi…

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Danilo DT

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13 commenti Commenta
draziz
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 11:57

Bravo DT, ottimo post!
Una soluzione unica probabilmente non esiste.
La situazione è talmente grave e la nazione talmente sconquassata che sicuramente si dovrà prendere misure da più parti, mettendo insieme più provvedimenti che a mio avviso abbiano come ispirazione il criterio dell’efficienza e del risultato tangibile in tempi brevi.
Un esempio: troppa spesa nel settore delle pensioni?
Tagliare immediatamente quelle d’oro e soprattutto a chi nel contempo ha anche un incarico istituzionale (ma se prende la pensione non è perchè si è ritirato dal sistema produttivo?).
Una cosa è sicura: tutti e ribadisco tutti dovremo accettare il fatto di perdere qualcosa, qualche beneficio, qualche parte di quello che si esige per stare bene e che è attualmente insostenibile per tutti.
Quello che accade attualmente è una continua rivalsa sul qualcun altro per riguadagnare, anche in modo poco ortodosso, quello che il sistema continua ad erodere ai più, non certo alla casta.
Quando il pesce puzza, puzza dalla testa; quindi il rinnovamento ed il reale cambiamento (non quello continuamente sbandierato da chi non ha più neanche la vergogna e la bontà di nascondersi) dovrà per forza comprendere anche la parte politica, i cosiddetti intoccabili.
Il non fare ciò o fare finta di niente?
Diamine, avete forse notizia di qualche tiranno, oligarca, dittatore o pappone che prima o poi non sia finito male?
Anche gli squali prima o poi si azzannano…

bergasim
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 12:17

Dopo tanti discorsi che tutti sanno un tema l’ha centrato in pieno ma a cui però nessuno crede

che sia la Germania, l’Euro, gli Stati Uniti, la Cina, o satana

http://www.scrittivaltorta.altervista.org/profezie.htm

Ma si sa sono tutte fesserie, meglio credere agli ufo

ernestoillesto
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 12:49

Purtroppo sono un ragazzo giovane e voglio (ma non ci credo molto) vedere il bicchiere mezzo pieno.
A mio modesto parere dovremmo:

1) AZZERARE LA CORRUZIONE: il futuro deve essere etico o non ci sarà futuro. Non c’è più spazio per i corrotti in un sistema economico che deve contrarsi; i tempi delle vacche grasse sono FINITI! Il primo passo è quello di snellire le procedure relative a questi crimini per avere processi rapidi, pene certe e sopratutto salate.

2)SPESA PUBBLICA: Ogni volta che seguo una trasmissione politica mi rendo conto che alcune persone sanno dove si potrebbe tagliare (enti inutili, spese pazze locali di politica e sanità, …elenco infinito…) ma poi alla fine nessuno fa nulla di concreto. Credo che se non si perseguirà il punto 1 per poter mettere in pratica un taglio della spesa l’unica strada possibile sarebbe un commissariamento. Mio nonno mi ha sempre detto che si stava meglio quando si stava peggio…Nelle mani di chi ci mettiamo? vogliono davvero il bene del popolo o vogliono curare solo interessi privati?

3) INVESTIRE PER AFFERMARE IL VANTAGGIO COMPETITIVO DELL’ ITALIA: Eccelliamo in (esempi stupidi): Moda, Settore Alimentare, Tutismo, Made in Italy e Produzione ad alta specializzazione? Perfetto, questo deve dar da mangiare a un intero paese!
Un caso che mi fa davvero incaz… è quello della Sardegna perchè dovremmo favorire lo sviluppo di aree industriali deturpando una terra stupenda? Diamo delle agevolazioni pazzesce ,per esempio sul costo dell’energia, per aprire una fabbrica che produce alluminio (materiale il cui costo di produzione è fortemente condizionato dal costo dall’ energia) e questo costo lo pagano i cittadini di tutta Italia grazie a un rincaro sulla bolletta. In Sardegna devono produrre mirto, formaggi e turismo PUNTO! Capisco che sia un esempio semplicistico ma sicuramente sarebbe un modello più sostenibile rispetto al modello attualmente in essere.

4) TASSAZIONE: Tenendo conto della teoria di Lafer i nostri cari politici dovrebbero incentivare il lavoro abbassando il cuneo fiscale su questa voce ma sopratutto curare che la spesa dello stato produca un effetto più che proporzionale non sempre in perdita come avviene nel nostro sistema. Un esempio d’attualità è la gestione dei rifiuti. Diffondendo la cultura alla differenziazione avremmo un patrimonio low cost che potrebbe garantire fertilizzanti a basso costo a un settore agricolo ormai in ginocchio. Sempre se poi le aziende municipalizzare di raccolta dei rifiuti facciano il loro lavoro (vedi caso AMA a Roma) ma qui torniamo al punto 1.

5)LEGALIZZARE: Prostituzione e droghe. Facciamo pagare le tasse alle mafie!!! Gli inquirenti si dovrebbero occupare del punto 1 con tutte le loro energie.

6)PRIVATIZZARE: è una linea imposta anche dalla UE e secondo me che funziona. Poste Italiane è un buon esempio di privatizzazione ben riuscita (2012 l’utile netto del gruppo è stato di 1.032 milioni di euro). Troverò sicuramente qualcuno in disaccordo ma intanto PI non incide più sul bilancio dello stato.

7) ENERGIE RINNOVABILI: Basta comprare Energia dall’ estero attreziamoci per essere autonomi. Non prenderemo mica le mazzette anche sull’ energia?! Le linee guida per poter sopravvivere la UE ce le da; noi vogliamo stare al gioco? http://www.pionero.it/2013/10/02/pogrammazione-fondi-ue-piu-di-26-milioni-di-euro-per-innovazione-tecnologica-digital-divide-ed-economia-sostenibile/ ecosostenibilità, combattere la povertà, incrementare l’ occupazione chi riuscirà a perseguire questi obiettivi arriverà al 2020.

Queste sono le mie proposte/opinioni. Semplicistiche? Banali? Vero, ma il mio futuro lo vorrei cosi!

alfio200
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 14:17

Ancora una volta il brillante Danilo si rivela piuttosto ingenuo in termini di Realpolitik (vedi mio intervento su “Italia: ma dove sta andando?”). Riporto di seguito un piccolo estratto di un articolo di Maurizio Blondet. Leggetevelo e capirete che proporre un sistema per uscire dalla palude Italia e chiedere ai lettori di proporne a loro volta è come se nella Russia comunista si chiedesse come uscire dal sistema comunista. Non c’è niente da fare. Anche in caso di default, o meglio, quando arriveremo al default, ci ritroveremo falliti e con la casta sempre lì, magari con volti nuovi (quarantenni), ma sempre lì.

Siamo l’ultimo Paese comunista

L’Italia infatti ha un problema suo proprio: che sta per entrare nella fase della de-globalizzazione, del neo-protezionismo (che significa più regolamentazione e più potere allo Stato) senza essere passata per la fase precedente, quella delle liberalizzazioni e della libertà.

Noi non abbiamo avuto una Thatcher, e nemmeno Eltsin. Da noi non è ancora caduto il Muro di Berlino. Non ci siamo ancora liberati. Né realmente abbiamo cercato di liberarci. Dobbiamo anzitutto uscire dall’illusione che siamo un Paese tutto sommato libero. Guardiamo in faccia la realtà ed elenchiamo le impressionanti somiglianze che manteniamo col defunto mondo sovietico:

NOMENKLATURA. Così si chiamava, nei paesi dell’Est, il numeroso ceto che occupava posizioni di potere in ogni campo, e la ancor più numerosa accolta di famigliari, di famigli di favorite, di poeti e drammaturghi di corte, e di puttane che gli viveva attorno, succhiando denaro pubblico. Ogni membro della Nomenklatura doveva la sua poltrona alla designazione del Partito centrale o di quello regionale; si sapeva incompetente e dunque, capiva che la sua carriera dipendeva dal servilismo verso un caporione più potente, che poteva fare «le nomine»…

Noi parliamo di «Casta», o Caste. Ditemi voi se c’è una reale differenza.

PRIVILEGI RISERVATI. In un Paese dove la gente comune portava con sé una borsa a reticella da massaia per infilarsi in qualunque fila davanti a qualunque bottega perché era segno che si vendeva qualcosa (qualunque cosa), la Nomenklatura sovietica o polacca disponeva di negozi di Partito, ad essa riservati, dove si serviva in abbondanza non solo dei cibi di cui il popolo aveva persino perso la memoria, burro autentico, storione, caviale, funghi e verdura freschissima; ma anche bottiglie di Chivas Regal, stecche di Marlboro e Lucky Strike americane (il cui possesso in mano a comuni mortali poteva indicarli come nemici del socialismo), foulard di Hermes per la favorita del momento, le introvabili calze di nylon di fattura occidentale…

Da noi, la Casta non ha negozi riservati. Non ne ha bisogno: s’è data gli emolumenti che fanno la differenza. Di fronte a un popolo ridotto a mille euro al mese e sette milioni di pensionati sotto i 700, stuoli di magistrati arraffano 7 mila al mese, un parlamentare 18 mila, un «grande statale» tre volte più del Presidente deli Stati Uniti. Possono comprare tutto lo storione che vogliono, fare viaggi alle Maldive con intere famiglie di amanti e portaborse (ricordate Rutelli), dispensare «posti» a favoriti e favorite…

La Nomenklatura è sparita all’Est: sorpresa dal crollo del sistema e dall’avvento del liberismo globale, delle privatizzazioni, della «trasparenza» e della «efficienza». Le nostre Nomenklature, dette Caste, sono state molto più accorte. Hanno visto venire in tempo la tempesta delle privatizzazioni e della competizione globale, e si sono messe al riparo – lasciando beninteso noi cittadini fuori alla grandine, a vedercela con la concorrenza dei salariati cinesi e messicani. I nostri salari «per forza» dovevano calare, ci hanno detto; i loro, beninteso, no…

HANNO FATTO LORO LE «PRIVATIZZAZIONI». Nella fase iniziale del ciclo libertario, le entità globaliste sovrannazionali e l’ideologia liberista hanno ingiunto di «privatizzare» le industrie ed imprese pubbliche, anche quelle tradizionalmente in mano pubblica perché «monopoli naturali» come le Ferrovie? Le povere Nomenklature sovietiche si son lasciate espropriare, colte alla sprovvista. La nostra vittoriosa Nomenklatura ha superato in zelo la Scuola di Chicago: «Più mercato meno Stato!», ha gridato la Nomenklatura di «destra». La Nomenklatura di «sinistra» (Prodi, D’Alema, Bersani) ha ceduto quel che doveva cedere ai padroni (i gioielli italiani dell’Iri che facevano gola a Londra), e così è stata accettata come protagonista della «transizione verso il mercato». Tipicamente, ha reso Società per Azioni cose come l’Azienda Tranviaria Municipale, di cui il municipio resta, guarda caso, l’azionista di maggioranza. Lungi dall’essere ostacolo al loro sistema clientelare, questo tipo di privatizzazioni ha aperto ad esso possibilità insperate: aggiudicazioni di commesse (e spesa di denaro pubblico) che prima dovevano essere fatte «per gara», qui sono assegnate a «privati»: privati che piacciono alla Nomenklatura. Assunzioni dei favoriti, delle puttane, dei portaborse e degli incompetenti con tessera del Partito trombati alle elezioni possono avvenire in queste «aziende private» meglio di prima; la Corte dei Conti non può sindacare ciò che fa una «impresa privata», essa assume chi le pare.

DA NOI VIGE LA PROPRIETÀ PRIVATA». Chiedetelo alla famiglia Riva, che si sono comprati l’ILVA, azienda pubblica privatizzata davvero. Una magistrata laureata in legge in qualche università meridionale (dove la «cultura industriale» e gli studi di economia reale non si sa cosa siano), espropria la gigantesca azienda, sbatte in galera i proprietari, sequestra loro i capitali per farla funzionare. Lo fa perché ha scoperto che le acciaierie inquinano, e lei ha «er pupo che ci ha la tosse» . Le magistrate giovani e meridionali infatti, appena vinto «o’ concuorso», fanno «er pupo»: così si fanno due o tre anni di assenza di maternità pagata, e da allora diventano solo e ciecamente «mamme»…

DA NOI C’È LA LIBERTÀ PERSONALE». A sì? Chiedetelo a Silvio Scaglia, il fondatore di Fastweb a cui un magistrato che ha vinto «o’ concuorso» ha fatto fare un anno di carcerazione preventiva, onde aver tutto il tempo di raccogliere prove contro di lui; prove che non ha trovato, sicché Scaglia è stato totalmente prosciolto…

LIBERTÀ DI IMPRENDERE? Fate il piacere. Scaglia e i Riva possono testimoniare a cosa si riduce la libertà del capitalismo industriale. Ogni piccolo imprenditore vi dirà che la fiscalità e il peso della burocrazia gli tolgono il 62 % sulla ricchezza che produce; un esproprio che persino Lenin avrebbe invidiato, quando nel 1917 non chiuse le piccole imprese, si limitò a tassarle a morte. La Nomenklatura è ideologicamente ostile all’impresa privata…

«DA NOI NON C’È LA STASI, NON C’È IL KGB». Signori, apriamo gli occhi: Equitalia e le Procure, unite, costituiscono un KGB potenziato. Come il vecchio KGB, possono guardare i vostri conti correnti, intercettare le vostre telefonate senza che voi lo sappiate. Equitalia può pignoravi l’automezzo di lavoro, la casa, le merci; ha il potere di chiamarvi a rendere conto del perché avete comprato una BMW invece che una Golf, che col vostro reddito non potete permettervi…

Vediamo di parlare di borsa (e forex) in cui i vari Danilo & Co. sono bravissimi e preziosi per noi investitori.

Come dice Jim Cramer (CNBC):

Sappiamo tutti che finirà male, ma nel frattempo possiamo fare un po’ di soldi.

Lukas
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 14:55

alfio200@finanza,

ennesimo commento delirante…..plateale mistificazione della nostra storia 🙄

Scritto il 14 Gennaio 2014 at 16:16

ernestoillesto@finanza,

Grazie del commento…. PErchè sxemplicistico? Dalle cose semplici nascono i grandi progetti realizzabili. Gli studi complessi portano al caos e alle inefficenze.
Come negli investimenti e nella vita…. MAKE IT SIMPLE!

Scritto il 14 Gennaio 2014 at 16:17

alfio200@finanza,

Ingenuo o ….speranzoso?
Un giorno saremo tutti morti, e questo lo sappiamo. Però nel frattempo….

draziz
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 16:29

Molto interessanti le proposte di Ernestoillesto.
Ed anche Alfio2000 (mi si permetta caro Lukas…) tutti i torti non ce li ha…
E’ solo il mio punto di vista; ognuno può avere una percezione diversa della realtà?
Probabilmente dipende da quanto ha in tasca (in termini di potere d’acquisto)…

Lukas
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 18:35

draziz@finanza,

Ma uno che addossa le colpe dell’Italia di oggi…. parlando di Comunismo e di KGB in Italia……dopo circa un secolo di Mussolini……Andreotti….Craxi….Riina…..Berlusconi…..ed il trota Bossi……è solo uno dedito alla mistificazione della storia e della realtà !!!

alfio200
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 20:09

Danilo DT,

Intanto, preciso che il termine ingenuo va inteso nell’accezione di “persona buona e volitiva che vivendo in un paese di mer**cce vede le sue lodevoli intenzioni vanificate”.

Speranzosi in fondo, volenti o nolenti, lo siamo tutti, anche il sottoscritto. Solo che io (magari sbagliando) ritengo che la casta possa essere distrutta solo con un intervento esterno tipo Merkel con tanto di panzer per le strade.

Dopotutto, il 64% degli italiani vorrebbe la Merkel come primo ministo (in Italia), E questo fa un po’ ben sperare. Evidentemente, non siamo così fessi da berci la propaganda a rimo continuo in base alla quale “è tutta colpa dell’euro e della Merkel.

Lukas
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 21:27

alfio200@finanza,

Intervento esterno…con tanto di panzer nelle strade ? 🙄 ….aspetta e spera !!!

Credo che fai prima ad espatriare…..in qualche repubblica celtica :mrgreen:

gainhunter
Scritto il 14 Gennaio 2014 at 21:39

alfio200@finanza: la propaganda a rimo continuo in base alla quale “è tutta colpa dell’euro e della Merkel

Dove la vedi questa propaganda?
Io ho notato un aumento dei blog che ne parlano, e forse questa teoria (che per la verità non dice che è tutta colpa dell’euro) prende piede perchè ha dalla sua i numeri, la logica e la storia.

Il fatto che poi politica, mafia, ecc. abbiano inciso sulla competitività dell’Italia penso che nessuno lo metta in dubbio.

paolo41
Scritto il 17 Gennaio 2014 at 17:37

Leggo oggi che la crisi non tocca i politici siciliani!!!! oltre ad essere in gran numero indagati per gli ormai scandalosi rimborsi spese, la giunta regionale ha deciso di aumentarsi lo stipendio mensile mediamente di € 1160 quando la situazione del paese impone di contenere le spese e gli sperperi. Possibile che fra Corte dei Conti e Magistratura non ci sia qualcuno che abbia la voglia o forse … il coraggio di intervenire ?????

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