Segnali di crisi in un mercato drogato

Scritto il alle 12:20 da Danilo DT

granello ingranaggiMoltissimi lettori contesteranno questo grafico, dicendo che magari è obsoleto e che oggi non conta più nulla.
Il Baltic Index, qui nella versione Dry (Baltic Dry Index) è un indice che, come sapete benissimo, monitora il costo dei noli di navi cargo per trasportare le merci. Credo sia evidentissimo il fatto che (scala arancione) sia rappresentato un grafico nuovamente sui minimi. Proprio come nella recessione del 2008, come poi si è ripetuto nel 2012, e rieccoci qui, nel 2014.
Successivamente ho sovrapposto un altro indicatore che completa l’opera, un indicatore che farà sorridere i più ma che non è da sottovalutare. E’ l’indice Vessel che monitora la velocità di spostamento di queste navi. Ovviamente più le navi vanno veloci e più merci trasportano, vi pare? Invece le navi spesso rimangono addirittura ferme nei porti, in attesa.

Grafico Vessel e Baltic Index

vessel baltic dry indexet Mov 2014-07-17 15-34-55

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Con questo cosa vi voglio dimostrare? Semplicemente che il traffico delle merci non si è assolutamente “normalizzato”. Continuiamo ad avere una domanda di merci a livelli molto preoccupanti. Ma allo stesso tempo, ecco il secondo grafico, il confronto tra il Baltic Dry Index e l’indice SP500.

Grafico SP500 e Baltic Index

bdiy-spxSembrano due indici che per un periodo andavano a braccetto e che ora…puff…non hanno più nulla a che fare l’uno con l’altro.
La verità è che questi due indici hanno ancora molto da dirsi. Ma c’è stato un qualcosa che ha fatto prendere allo SP500 una strada divergente. E quel qualcosa è la politica monetaria che lascia al mercato, come spiegato ieri, una percezione errata dell’economia che a lungo andare diventa molto pericolosa. Insomma, la droga data al mercato non deve essere assimilata per troppo tempo altrimenti perdiamo il paziente!

Forse tutte queste parole vi sembrano l’ennesima tiritera di un blogger che vuole giocare a fare il ribassista. In realtà vi sto solo mettendo davanti agli occhi gli elementi che ritengo “anomali”, che meritano considerazione e che fotografano in modo veritiero e concreto lo stato attuale dell’economia (comprese le discrasie con la finanza).

E come detto ieri, la storia insegna, scenari come quelli attuali portano a lungo andare (se non “curati con urgente exit strategy la quale, ovviamente, ha anche i suoi effetti collaterali) conseguenze molto pesanti.

Certo è che il dato sul settore immobiliare di ieri (e voi sapete quanto considero importante il settore immobiliare per tastare il polso di una ripresa economica) sono già preoccupanti, senza dimenticare che anche il settore delle case gode dell’onda d’urto della politica monetaria della FED.

Nuovi cantieri USA

MarketWatch- Housing starts US 2014La grande patata bollente ora è in mano alla FED. I grafici sopra non hanno bisogno di grossi commenti. In linea di massima ci sono tutti i presupposti per tentare il prima possibile una exit strategy, al fine di normalizzare il mercato, con effetti probabilmente deleteri per borse e bonds.
Dall’altra invece, la frenata dell’immobiliare suggerisce un rallentamento nel’operazione di tapering.

Che farà la signora Yellen? Questo al momento lo ignoriamo anche se probabilmente continuerà, se non succede nulla, la sua progressiva politica di uscita. Ma state attenti agli eventi. MAI come oggi le cose si stanno complicando. E fin che il giochino gira, allora tutto bene e volatilità sempre rasa al suolo. MA se qualche granello si infila negli ingranaggi…

PS: non ho parlato del contesto geopolitico. Ma forse avrei dovuto, visto che abbattere un aereo civile in Ucraina, invadere con le truppe di terra la striscia di Gaza e occupare militarmente la città di Tripoli non è proprio normale, non vi pare? Comunque di questo e altro ne abbiamo parlato in QUESTO POST ieri sera.

STAY TUNED!

Danilo DT

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3 commenti Commenta
claudiopans
Scritto il 18 Luglio 2014 at 16:22

Mi fa piacere il parallelismo con il BDI, l’avevo scritto ieri nel commento, ancor maggiore è la dissonanza con Dow Transportation che invece sale come il suo fratello Industrial, ma se le merci non circolano, le navi stanno ferme, come fanno a fare utili le aziende di trasporto??

gabrilele
Scritto il 18 Luglio 2014 at 19:49

La farsa continua.Piu nel mondo si accumulano tensioni di ogni tipo , piu le borse sembrano quasi festeggiare. Bah! Io vorrei proprio sapere come stiano le cose in realta’.
Se il sistema e’ vicino al crollo o davvvero hanno modo di portare avanti all infinito sta situazione.
Di sicuro la verita’ non la sapremo fino a quando probabilmente la stessa avra’ modo di farci molto male .
La settimana prima di lehman io non ricordo fossimo a defcon 1 ,poi…

Scritto il 25 Luglio 2014 at 00:10

☤…❢

❝While many emerging and some advanced economies drew on IMF resources during the recent financial crisis, the majority resorted to an ad hoc network of central bank swap arrangements.

At the height of the crisis, in the face of a massive global shortage of dollars, the U.S. Federal Reserve deployed over $600 billion in global liquidity to many other advanced and emerging economies, double the available resources of the IMF.

The European Central Bank (ECB) set up €250 ($360) billion in swap lines, of which about €200 ($288) billion was with the U.S. Fed.

In October 2008, the Fed also authorized swap lines of $30 billion each to four emerging economies with large exposure to U.S. financial institutions, Brazil, South Korea, Mexico, and Singapore.

Thus, the Fed, and not the IMF, was the de facto lender of last resort for major economies.

At the same time, several other countries, primarily in Asia, relied on their accumulation of foreign exchange reserves built up during the 2000s to prevent their economies from collapsing due to the liquidity crisis.

While central bank swap lines and self-insurance through reserve accumulation were effective in mitigating the effects of the crisis, and restoring liquidity in the global economy, the costs associated with these mechanisms are substantial, both for individual countries and for the system as a whole. [►➂➄]

By their very nature, the Fed and ECB swap lines were selective, and subject to domestic monetary policy, as well as political pressure.

It is uncertain whether the United States will be willing to play this role again in the future.

Large accumulation of foreign exchange reserves is expensive, since they typically earn little interest and are susceptible to exchange rate risk.

They also contribute to systemic instability, by creating excessive demand for reserve currencies, thus putting downward pressure on interest rates in the economies of reserve currencies, such as the U.S. dollar.

Large swings in official portfolios of foreign exchange reserves can also have significant impact on exchange rates and the price of sovereign bonds.

Some analysts have proposed improving the Fund’s lender of last resort function.

For example, one recent study proposed three main elements of what such reform could look like:

➊ an automatic trigger to access the facility;

➋ unilateral country prequalification to the facility during Article IV consultations;

and

➌ liquidity funded by the world’s “issuers of last resort”. [►➂➅]

When considering expanding the role of the IMF, however, the concept of moral hazard has often been considered.

As IMF lending increased after the financial crisis, especially after the large loans to Greece, Ireland, and Portugal, many observers, including some Members of Congress, raised concerns that financing by the IMF, particularly emergency financing provided during financial crises, encouraged the very behavior that it sought to prevent.

Simply put, IMF lending may send the wrong signals to government officials. According to this view, in the best-case scenario, countries are spared the worst consequences of their poor economic decisions.

In other cases, the IMF program may not stabilize the crisis, further indebting the crisis-afflicted country.❞

❢…☤

❖❖❖❖❖❖❖❖

☤ M. A. Weiss (Congressional Research Service, CRS), “International Monetary Fund: background and issues for Congress” – Report No. 42019, July 17, 2014

http://fas.org/sgp/crs/misc/R42019.pdf?

►➂➄

M. Obstfeld, J. C. Shambaugh, A. M. Taylor (National Bureau of Economic Research, NBER ), “Financial instability, reserves, and central bank swap lines in the panic of 2008” – Working Paper No. 14826, March 2009

http://www.nber.org/papers/w14826.pdf

►➂➅

E. Fernandez-Arias, E. L. Yeyati (Inter-American Development Bank, IDB), “Global financial safety nets: where do we go from here?” – Working Paper No. 231, November 2010

http://publications.iadb.org/bitstream/handle/11319/3166/Global%20Financial%20Safety%20Nets%3a%20Where%20Do%20We%20Go%20from%20Here%3f.pdf;jsessionid=76515F2639E084755B21409093913ED2?sequence=1

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