Se le banche frenano, Piazza Affari non può salire

Scritto il alle 12:00 da Danilo DT

Stoxx 600 Banks: la chiave di lettura sono sempre le banche europee

Visto che le banche sono protagoniste e visto che proprio ieri, nel video del collega Gremlin sono state messe in luce le debolezze del nostro “Junk Index”, non possiamo non analizzare con attenzione l’indice più importante in Europa per il settore bancario: lo Stoxx 600 Banks.

Stoxx 600 banks

L’ipotesi H&S è abbastanza azzardata anche perché non c’è la corrispondenza dei volumi. Ma poco importa. E’ innegabile la lateralizzazione e la rottura del period i forza del settore bancario. Guardate a conferma l’RSI, in piena divergenza.
In questo momento, le banche dell’Europa hanno rotto la rialzo la MM 200 giorni però potrebbero necessitare di una correzione.
La chiave di lettura? E’ sul grafico, è la ex resistenza ora supporto posto a 152 punti. Un livello che, se violato, potrebbe portare lo Stoxx 600 banks fino a quota 143.
E se le banche cedono terreno, un listino così carico di finanziari come il nostro FTSEMIB difficilmente riuscità a reggere. Ma ora è presto per parlarne. Aspettiamo gli eventi e soprattutto la violazione del canale laterale 161-152.

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DT

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11 commenti Commenta
leone51
Scritto il 6 Marzo 2012 at 12:11

Ciao vorrei chiedere un parere a DT o gremlin.

Cosa ne pensate?

Arriva Btp Italia, il primo titolo di Stato indicizzato all’inflazione italiana con cedole semestrali e durata quadriennale, pensato per i piccoli risparmiatori. Si acquista sul web e il taglio minimo è mille euro. Prima sottoscrezione dal 19 al 22 marzo prossimi. Tassazione agevolata e premio fedeltà…

DT secondo te potrebbe convenire?

john_ludd
Scritto il 6 Marzo 2012 at 12:48

leone51@finanza,

Se come al solito si tratterà di titoli legati all’EURIBOR beh dimenticali. Non esistono titoli peggiori. L’Euribor (e ancor più il Libor) sono pesantemente influenzati dalle banche centrali. L’inflazione è altra cosa e infatti non esistono titoli legati alla vera inflazione. Repressione finanziaria in atto. Subire e perire. E non abbiamo ancora visto nulla.

pecunia
Scritto il 6 Marzo 2012 at 12:54

a naso… mi verrebbe spontaneo dire che la durata dei suddetti doveva essere maggiore, per assicurare un maggior ritorno sull’inflazione.
mi spiego: al presente i tassi sono bassi e non mi pare, leggendo le varie, che ci siamo movimenti in salita in arrivo.
poi c’è la recessione….

naturalmente questo è solo un punto di vista.

pecunia
Scritto il 6 Marzo 2012 at 13:01

john_ludd@finanza: leone51@finanza, Se come al solito si tratterà di titoli legati all’EURIBOR beh dimenticali. Non esistono titoli peggiori. L’Euribor (e ancor più il Libor) sono pesantemente influenzati dalle banche centrali. L’inflazione è altra cosa e infatti non esistono titoli legati alla vera inflazione. Repressione finanziaria in atto. Subire e perire. E non abbiamo ancora visto nulla.

so che sei un maestro nelle tue risposte. il tuo apporto su questo blog è grande .

perciò la tua ultima frase ” .. e non abbiamo ancora visto nulla”, suona inquietante per me.
a cosa alludi?

grazie 🙄

john_ludd
Scritto il 6 Marzo 2012 at 13:22

pecunia@finanza,

Ancora oggi non solo le persone comuni, che fanno un mestiere utile, ma anche tanti economisti, alcuni persino premiati con il Nobel (sic !!!) non hanno capito come funziona il sistema monetario e di conseguenza quello finanziario. Ci sono due modi di creare denaro. Il primo è la moneta vera e propria che è monopolio delle banche centrali (creazione verticale di moneta). Il secondo è il credito che viene creato dalle banche in senso ampio (creazione orizzontale di moneta). Il credito e il suo specchio (il debito) sono di gran lunga preponderanti. Eppure per decenni l’aumento del credito/debito che ha determinato l’aumento del valore degli asset non è stato considerato come inflazione preferendo concentrarsi su un effetto collaterale come l’aumento dei prezzi al consumo. Ora la bolla del credito non tiene più e siamo appena all’inizio della fase opposta. Il credito diminuisce, è la deflazione da debiti che può anche portare diminuzione dei prezzi al consumo ma non necessariamente causa la presenza di monopoli privati che gestiscono risorse di base come il petrolio. Il calo del credito implica un calo del valore di mercato degli asset e la crisi dei bilanci delle istituzioni finanziarie. Si cambiano allora in corsa le regole contabili per permettere ai grandi detentori di credito di esistere come zombie mantenendo gli asset in portafoglio al valore di costo (esperimento in corso in Giappone dal 1989). Le banche sono fallite e il trilione di euro del LTRO e il trilione e passa di dollari del QE sono gocce nel mare composto da asset fantasma che valgono almeno un ordine di grandezza in più. Se si lascia che il sistema si riequilibri da solo, come dovrebbe, avremmo uno shock deflattivo immenso con la sparizione di 15 o 20 trilioni di patrimonializzazione fantasma in giro x il mondo e la fine di un intero sistema di potere. Ecco allora che il sistema finanziario cerca con il ricatto della fine del mondo di farsi fabbricare carta moneta dalle banche centrali in modo da sostituire credito/debito inesigibile con denaro reale. Se il desiderio del sistema finanziario verrà assecondato passeremo dallo scenario di shock deflazionistico a uno inflazionistico che travolgerà il comune essere umano che non ha il monopolio della creazione di moneta.

pinco14
Scritto il 6 Marzo 2012 at 13:54

john_ludd@finanza,

Non sono sicuro di aver capito tutto quello che hai scritto, ma sei veramente un grande
Hai scriito qualche libro? Lo leggerei volentieri 😀

andrea.mensa
Scritto il 6 Marzo 2012 at 14:37

john_ludd@finanza,

son perfettamente d’accordo con quanto scrivi ….. a tutt’oggi, però le banche centrali non hanno fatto altro che convertire in denaro dei titoli posseduti dalle banche, che, in caso di necessità avrebbero saturato un mercato indisposto ad accettarli se non con pesanti perdite. pertanto di quel denaro nulla è arrivato sul mercato che però, grazie alla diminuzione della leva finanziaria, ha costretto le banche a ridurre la creazione di debito. questo ha portato alla crisi di liquidità sui mercati, la caduta del credito all’economia reale.
ma i titoli assorbiti dalle banche centrali veranno a scadenza, gli stati non avranno assolutamente raccolto denaro mediante il fisco per ripagarli, ma nemmeno per ripagare gli interessi, pertanto i vari interventi delle banche centrali dovranno passare da misure temporanee a misure stabili, oltretutto aumentando la loro esposizione . fino a quando ? datemi una sfera di cristallo e ve lo dirò, perchè l’evento deflagrante non è prevedibile, e nemmeno, da noi poveri comuni mortali, previsto.

lukeof
Scritto il 6 Marzo 2012 at 14:51

john_ludd@finanza,

Concordo in tutto e per tutto.

Poichè pero’ il sistema è esclusivamente “fiduciario” o se si vuole “psicologico” e nulla ha a che vedere con l’economia reale, il problema di capire l'”inversione di fase” ha un suo senso.

Mi spiego meglio, qualunque banca, avendo una leva finanziaria, è passibile di fallimento nel momento in cui sussiste una “crisi di fiducia” massiva nell’istituzione stessa, temporalmente ristretta.

Lo stesso parametro è oramai applicabile agli stati, stante la struttura debitoria attuale.

A questo punto la mia “domanda delle cento pistole” è sempre la stessa. Ovvero se è piu’ ipotizzabile una “creazione” (magari a tavolino) del panic selling di tipo speculativo e quindi traumatico oppure se la situazione è destinata ad un ulteriore deterioramento graduale come si nota nella fase attuale. E in questo secondo scenario dobbiamo semplicemente aspettarci un ulteriore compressione della reale capacità di “economia produttiva” e null’altro con aumento della disoccupazione e crisi sociale fino al livello critico appunto “sociale” oppure c’è un’altra “sequenza” possibile?
Se fiducia è, anche irrazionale, senza senso, assurda e senza alcun fondamento economico effettivo, è anche possibile che lo “stacco” della finanza dall’economia diventi appunto “strutturale” e che magari il Dow o il Nasdaq salgano ancora e senza bisogno di alcun aggancio con dati patrimoniali o monetari o appunto reali. Assurdo? Non ne sono cosi’ sicuro.

lampo
Scritto il 6 Marzo 2012 at 15:40

john_ludd@finanza,

Condivido pienamente l’analisi. :mrgreen: 😉

Però è ancora presto per la fase inflazionistica… che avverrà quando gireranno i soldi dati alle banche nel sistema economico reale (e non in minimale e controllata parte come oggi avviene).

Aggiungerei, che grazie al coordinamento delle banche centrali (e la fiducia fra loro che hanno acquisito nello svolgere le operazioni di questi ultimi anni) sono riusciti a realizzare qualcosa di impensabile (fino a qualche tempo fa): creare un meccanismo per far stare in piedi il sistema che si sostituisca alla classica “fiducia” nel sistema finanziario (e soprattutto nelle banche).

Il tutto in attesa di… alcuni possibili scenari (a mio giudizio):
1) di cedere fra qualche decennio tutto l’indebitamento attuale… con prodotti strutturati (o chissà quali altre diavolerie finanziarie) alle attuali economie emergenti, i cui cittadini saranno in cerca di prodotti finanziari in cui investire i loro risparmi (questo scenario è confermato dai numerosi tentativi attuali da parte di molte grandi banche d’affari di acquisire quote delle società che si occupano di investimenti e delle borse stesse di alcune importanti, per il futuro, piazze finanziarie);
2) dello scatenarsi di un evento geopolitico che diventi il diversivo e, a posteriori, la motivazione su cui fare ricadere a livello storico (leggi… per i libri di storia) le motivazioni della crisi economica attuale e futura (ne abbiamo già straparlato… e oramai è evidente anche sui mass-media);
3) di rendere giustificabile, raggiunto il limite di sopportazione a livello di austerity della popolazione e verificatosi diverse situazioni sociali ingestibili, di un futuro storico accordo di annullamento reciproco del debito.

Io, vista la guerra valutaria in corso propenderei per gli scenari 1 e 2, che potrebbero verificarsi contemporaneamente.

john_ludd
Scritto il 6 Marzo 2012 at 16:13

andrea.mensa@finanza,

lampo,

La FED acquistando dalle banche asset tossici ha definitivamente scambiato crediti inesigibili per denaro reale. In passato la banca centrale giapponese acquistò anche titoli azionari. L’azione della banca centrale europea non è del tutto simile. A fronte di prestiti a 3 anni ha preso in garanzia essenzialmente titoli governativi e bond investment grade. Non c’è dubbio che titoli pubblici greci siano più che tossici ma sono poca cosa. Il futuro appare però alquanto oscuro: cosa accadrà quando questi prestiti andranno a scadenza ? Eppure non lo vedo come il problema maggiore. Ci sono per esempio tra 400 e 600 miliardi di dollari di minus valenze legate agli asset tossici residuo della bolla subprime nella pancia delle sole banche USA che per ora non vengono fatte emergere grazie alla sospensione delle regole contabili. Eppure anche questi titoli hanno una data di scadenza. Quando ? Domani, tra 6 mesi, 20 anni ? Io non lo so, voi non lo sapete, il mercato in generale non lo sa ma chi li possiede lo sa perfettamente e conosce la posta in gioco e agirà di conseguenza. Poi ci sono gli asset marci nella pancia delle banche inglesi, tedesche e francesi. Solo alla fine arriviamo ai titoli governativi. Non vedo il futuro e men che meno potrei definire tempi e modi, sarei davvero ridicolo.

Siamo geneticamente intrappolati in comportamenti automatici che definiscono tendenze nelle nostre azioni (cognitive biases) e ci rendono incapaci di prendere decisioni corrette. La variabile tempo ci sfugge del tutto. Lo studio del passato è l’unica possibilità per avere un bussola. Il recente passato ci racconta che l’unico modo per sfuggire agli scenari di cui al precedente post passa attraverso una moratoria sul debito, quindi alla nazionalizzazione delle banche con conversione laddove possibile di crediti in capitale e laddove non lo è attraverso il fallimento. A questo deve seguire una forte regolazione del nuovo sistema bancario dove per esempio nessuna banca dovrebbe avere asset oltre il 10 – 15% del PIL del paese in cui risiede, dove il sistema delle riserve frazionate è eliminato o almeno fortemente limitato etc… Se però questo non accadrà, nel tempo assisteremo prima al verificarsi di uno shock deflattivo seguito da creazione di moneta e forte inflazione. Non perchè lo dico io che sono un signor nessuno che si limita a rimasticare pensieri e analisi altrui, ma perchè è quello che si verificato in passato.

ob1KnoB
Scritto il 6 Marzo 2012 at 18:21

Potremmo affermare che fin dalla sua comparsa l’uomo ha avuto quattro semplici esigenze: mangiare, bere, dormire ed avere attività di relazione. Tutto quello che chiamiamo progresso dovrebbe coincidere con tutte quelle azioni che agevolano la soddisfazione di quelle esigenze.
Il denaro dovrebbe essere esclusivamente la convenzione con cui queste azioni possono essere effettuate per comodità. Nella storia ogni grande espansione si è fondata sulla disponibilità naturale delle risorse e ogni ‘impero’ è crollato sotto il peso delle successive disuguaglianze sociali e dalla scarsità improvvisa delle risorse. Oggi le risorse si chiamano denaro e regole. Di entrambe non ce ne è abbastanza per tutti e ho paura che anche questa volta non eviteremo il nostro medioevo.
Monetizzazione, svalutazione, inflazione

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