MARIO! Ma tu da che parte stai?

Scritto il alle 08:43 da Danilo DT

Di politica parlo poco, e se lo faccio, cerco sempre la massima oggettività. Poi ovviamente ho il mio pensiero ma, credeteci o no, in questo momento mi sento né pro né contro un particolare schieramento. La mia unica priorità è cercare di tutelare l’Italia e gli italiani.
E mi imbizzarrisco quando leggo delle cose che non stanno né in cielo né in terra, soprattutto quando vengono dette delle bestialità con il solo intento di fare tanta polvere, tanta malinformazione e magari anche in malafede per alimentare populismo e aizzare le folle.
Ecco a cosa mi riferisco.

(…) Della conferenza stampa del 25 ottobre 2018 nell’ala stampa del grattacielo di Francoforte resteranno alla storia due dettagli: i toni sempre più decisi e senza filtri di Mario Draghi e la platea dei giornalisti. (…) I messaggi del governatore sono sempre gli stessi ma sempre più espliciti. Primo: l’Italia è ormai un fattore di incertezza globale tanto quanto lo è la Brexit. Due: le conseguenze di quanto sta accadendo sui mercati lo pagheranno famiglie e imprese: più i tassi salgono, meno fondi ci sono per le politiche fiscali. Terza considerazione: la Bce non può farsi carico dei problemi di un solo Paese, non ha più strumenti ordinari a disposizione, e dunque è bene che il governo intervenga prima che sia troppo tardi. Il messaggio non può essere più chiaro: se la pressione dei mercati dovesse mettere Roma alle strette, l’unica soluzione per l’Italia sarebbe il ricorso ad un piano di aiuti finanziari concordato preventivamente con l’Europa. Di fatto, il commissariamento che fu evitato nel 2011-2012 dal governo Monti. (…) [Source

Un bel predicozzo che era ovviamente indirizzato al Governo. E ci ha pensato Di Maio a rispondere con decisione:

(…) Il vicepremier Luigi Di Maio, infatti, in un intervento che andrà in onda stasera nel corso della puntata di Nemo, il Ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico ha attaccato apertamente lo stesso Draghi di “avvelenare il clima” invece di fare fronte comune col nostro Paese e di tifare per esso. Secondo il leader del Movimento 5 Stelle, ci sarebbe a suo dire molto più rispetto per ciò che sta facendo l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte da parte dei ministri altri Paesi e non di chi invece, come il capo della BCE, che critica invece il clima di tensione creatosi a Roma. E sull’imminente giudizio di Standard & Poor’s, Di Maio ribadisce di non aver paura dato che “abbiamo un debito privato quasi inesistente e questo crea stabilità economica”, anticipando quindi quello che sarà il suo commento nel caso in cui, come molti si aspettando, l’agenzia dovesse davvero declassare il nostro Paese. (…) [Source] 

A parte la questione legata al clima che vediamo dopo, abbiamo assistito all’ennesimo discorso populista che, per carità , può avere un senso quando si ragiona di debito aggregato. Peccato però che il problema è il debito pubblico ed il deficit, ovvero i parametri che vengono considerati a livello finanziari per tastare il polso alla solidità patrimoniale del paese. Ancora Di Maio:

(…) «Secondo me siamo in un momento in cui bisogna tifare Italia e mi meraviglio che un italiano si metta in questo modo ad avvelenare il clima ulteriormente. Stiamo facendo una manovra di bilancio – ha aggiunto – che dà alla parte più debole». Di Maio sottolinea quindi come in questo momento vi sia maggiore rispetto dell’Italia da parte dei ministri stranieri «che dal capo della Bce che viene a dire che il clima di tensione in Italia è un problema». (…)

Hai capito? Per sette anni, è stato anche sbeffeggiato in Germania perché troppo vicino, secondo loro, la sua preferenza per politiche monetarie favorevoli al nostro Paese. Per anni ha lottato contro i pregiudizi dell’ortodossia tedesca, spingendo la Banca centrale europea verso un modello più simile a quello americano. Oggi invece è diventato il NEMICO dello Stato.
E allora io vorrei ricordare solo al Ministro del Lavoro che il Dottor Draghi, a NOSTRO FAVORE, e riprendetevi qualche mio vecchio post sull’argomento se volete:

1) ha detto quella famosa frase “Whatever it takes” che ha cambiato la storia. Infatti nel 2012 ha apertamente sfidato i mercati dicendo di essere disposto a tutto pur di sostenere l’euro e i paesi in difficoltà
2) Ha portato i tassi in negativo, permettendo ai paesi più indebitati di rifinanziarsi a tassi ridicoli. E chi ne è stato capace, è riuscito anche a diminuire la leva finanziaria mettendo i bilanci in condizioni più difendibili.
3) Ha fatto due Ltro da complessivi 1000 miliardi di euro
4) ha acquistato sterilizzandoli nel 2011 e 2012 titoli di stato dei Piigs, tra cui l’Italia, per centinaia di miliardi di euro
5) dal 2015 ha implementato un QE da oltre 1000 miliardi, con acquisto di titoli di stato dell’Eurozona.
6) ha sfidato da allora l’opinione pubblica di tutta la Germania e dei paesi nordici, compresa la corte costituzionale tedesca per mantenere in vita il più a lungo possibile il QE
7) questa sua politica ha poi aiutato anche il nostro export grazie alla svalutazione dell’Euro contro Dollaro per una questione anche di carry trade e di differenziale di rendimento
8 ) proprio in questi giorni, Draghi ha portato all’attenzione il problema delle scadenze del debito italiano in BCE ed ha proposto l’operazione TWIST, ovvero una sostituzione dei titoli in scadenza con altri più a lungo termine, per alleggerire il fardello per il Bel Paese in sede di rinnovo. E questo sarebbe CONTRO l’Italia?
9) ovviamente ora mi sta sfuggendo altro, ma credo possa già essere un buon elenco, non vi pare?

Allora mettiamola così. Quale sarebbe il modello di “Banca centrale “ da seguire secondo il Dott. Di Maio? Forse modelli più virtuosi come quello turco, argentino o venezuelano?
Diamo a Cesare quel che è di Cesare, e a Draghi i meriti di aver tenuto in piedi la baracca per anni. Altro che “nemico dell’Italia”. Vi dico solo che averne di gente con il suo pragmatismo.

STAY TUNED!

Danilo DT

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7 commenti Commenta
vito_t
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 10:11

Draghi perdonami, ma è tutto fuorchè amico degli italiani, ti rammento fra le varie cosette , che ruolo ricopriva al tempo del MPS e la famosa letterina in cui suggeriva di comprimere i salari, così tanto per gradire.
Quello che ha fatto lo ha fatto PER TUTTI I PAESI IN PROPRORZIONE e cosa volevi che acquistasse i bund senza acquistare i btp? Io ho un’opinione totalmente divergente dalla tua, … lo SPREAD in Europa, se vogliamo stare insieme non dovrebbe esistere dovrebbe essere tendente allo zero ! altrimenti alimenti una maggior compettitività a favore dei soliti noti! Draghi sta più che bene ai KRUCCHI perchè così sulle ali della debolezza di altri paesi hanno potuto pagare tassi negativi con i quali intervenire sul loro debito pubblico. DRAGHI il Sig Draghi è colui che di fatto sostiene che se le banche hanno in pancia titoli di stato sono pericolosissime ma se hanno derivati la cui valutazione è affidata a criteri stabiliti dall’emittente non sono pericolose anzi sono AFFIDABILISSIME. Ha permesso porcate indicibili con la Bce. Ma soprattutto ha difeso i paesi che più di tutti avevano e hanno l’interesse affinchè l’Europa non si sgretoli ed in primis ancora Kruccoland. SE non avesse pronunciato la famosissima frase , molto probabilmente dell’Europa oggi non ci sarebbe più traccia, ma molto probabilmente nemmeno del folle surplus alemanno, e probabilmente dopo una sbandata più che legittima oggi .avremmmo già superato la crisi.
Lo stesso QE credo che sia stata una scelta sbagliata, perchè non ha di fatto aiutato l’economia ma la finanza, anzichè suggerire di levare quattrini dalle tasche dei lavoratoi e darli alla finanza , avrebbe dovuto fare fors eil contrario, perchè se non erro siamo nel mondo del consumismo e a me risulta che il consumismo senza i consumatori non stia in piedi. Il problema è da un pò di tempo che non sta nell’offerta di moneta, ma nella DOMANDA !

alplet
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 15:22

Draghi ha sperato troppo che i governi italiani facessero gli interessi dell’Italia. La realtà la vediamo.
Intanto questa è l’aria che tira nella City: https://www.ft.com/content/9437d5cc-d928-11e8-a854-33d6f82e62f8?desktop=true&segmentId=d8d3e364-5197-20eb-17cf-2437841d178a

alplet
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 15:28

Qui l’articolo del Financial Time:

Wolfgang Münchau The short history of the eurozone has taught us that resistance is futile. You cannot extricate yourself from its rules, to which all member states have agreed. Unless the Italian government has a clear-headed strategy for a eurozone exit, therefore, it is setting itself up for a monumental failure. The leaders of the far-right League and the Five Star Movement have strong views, but I do not believe they have a strategy. The main instrument of coercion in the eurozone is not its fiscal rules, but the power of the European Central Bank to withdraw funding from national banks. This is not a discretionary power, but one that is automatically triggered once a country‘s sovereign debt loses investment grade status. If the banks have large holdings of their home countries’ debt, as is the case in Italy, they are setting themselves up for failure if their governments run an unsound fiscal policy. The trigger for the current rise in Italian bond yields was the rule-busting 2019 budget. The previous Italian government agreed to a deficit target of 0.8 per cent of gross domestic product in 2019. The current government’s budget foresees a deficit of 2.4 per cent. The European Commission also disagrees with the optimistic assumptions for future growth, and fears further slippage. Olivier Blanchard and Jeromin Zettelmeyer, of the Washington-based Peterson Institute of International Economics think-tank, have concluded that the fiscal plan would not boost growth and might even reduce it. The commission is right on substance. Whether it was wise to take on a country that is too large to fail is another matter. Italy will need to issue some €250bn in debt next year. The spread of Italian 10-year debt over equivalent German bonds has been at around 300 basis points — or 3 percentage points — for most of this month. The Italian finance minister, Giovanni Tria, said such a spread would not be sustainable. He is right. So what will happen when the unsustainable ends? There are a few steps the Italian government can take. However, most breach EU rules. Matteo Salvini, the deputy prime minister and leader of the League, suggested that the government could recapitalise the banks, which will need to refinance €18bn of their own bonds next year. This is not so easy. EU legislation no longer allows governments to recapitalise banks in the way they used to. A bank that fails to meet solvency rules has to be propped up or wound down, according to an EU-wide bail-in regime of shareholders and bondholders. Another option is a raft of policies that falls under the broad category of financial repression. Beyond tax incentives for Italian savers in favour of Italian government bonds, the government could impose outright capital controls, by forcing Italian-based investors to keep their savings inside the country. Greece and Cyprus introduced capital controls during times of crisis, but those were agreed by the EU. A further escalation would be a parallel currency. Before this year’s elections, the League had drawn up plans for so-called mini-BoTs. These are state-issued securities that look like euros and have the same denominations. The big idea was to make mini-BoTs eligible for the payment of tax debt. Shops and individuals would therefore have reason to accept them as a means of payment — at a certain (but not very large) discount to the euro. I have no idea whether the EU has any effective legal instruments to stop Italy from doing any of this. But, in any case, capital controls or parallel currencies would render the whole idea of a monetary union absurd. The main characteristic of a monetary union is not the legal-tender status of a single currency, but its function as a common monetary area with a free flow of payments. If the eurozone were ever to break up, this is how it would happen. Nobody would formally dissolve it. It would be a death by parallel currencies and capital controls. If Italy were to introduce a mini-BoT, it is not hard to see how such a scenario could eventually give rise to a formal eurozone exit in the distant future. Once the economy had adjusted to the second currency, it would be easier to make the switch. There can be no doubt that Italy’s behaviour is not in tune with how a member of a monetary union should act. Then again, Germany’s persistent current account surpluses are also a breach of EU rules — specifically, the requirement to maintain a broad degree of macroeconomic balance. And France has breached EU fiscal targets for many years. The eurozone’s dysfunctionality has many origins. It would be unfair to blame it all on Italy. The rise in Italian spreads is evidence that the eurozone crisis never ended. It just fell dormant for a while.

alplet
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 15:46

Leggendo (soprattutto dalla slide 23) non vi viene in mente nulla?
https://scenarieconomici.it/il-piano-b-per-litalia-nella-sua-interezza/

pdf79
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 16:50

alplet@finanza,
Articolo perfetto, Unica critica è come ho sempre detto l’euro è una trappola perfetta e ventilare il blocco delle banche è come se la tua controparte appoggia una pistola sul tavolo quando tratta, se qualcuno la ritiene un buon sistema di negoziazione contento lui.
Per info riporto link ad una conferenza a cui ho assistito nel 2014 c’è anche su youtube su annessioni monetarie.
https://www.youtube.com/watch?v=-EWVPCOYCSY
Saluti a tutti.

alplet
Scritto il 28 Ottobre 2018 at 17:41

E da domani o si rimbalza o si scende bene.

paolo41
Scritto il 29 Ottobre 2018 at 09:28

sugli interventi a vuoto del “pupetto” che sa tutto ….. non vale neppure fare commenti …..

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