Prezzo benzina: Italia al top nella classifica dei rialzi a 12 mesi

Scritto il alle 08:58 da Danilo DT

La benzina ha ormai raggiunto prezzi siderali. E se si vuole provare a risparmiare un qualcosa sul pieno, è necessario puntare sulle cosiddette “pompe bianche”. In questo post (CLICCATE QUI!)  potete rivedere dove trovare le pompe bianche e come risparmiare sul pieno di gasolio.
Ma la cosa che fa più arrabbiare è che in questa fase di recessione e di difficoltà economica, nessuno e dico nessuno ha fatto peggio dell’Italia. A certificarlo è il noto giornale Economist, il quale in questa classifica mette a nudo gli aumenti dei carburanti nell’ultimo anno.

E da questa classifica scopriamo che gli italiani, per fare il pieno, devono sborsare il 18% in più di 12 mesi fa, più di CHIUNQUE ALTRO (ndr: il prezzo in questa classifica è parificato in Dollari Usa, per rendere i valori confrontabili).

Beh, che dire? Nulla è più democratico della benzina. L’aumento della stessa colpisce tutti. Ma proprio tutti i cittadini. Soprattutto quelli che si spostano per lavoro con la macchina, chi deve trasportare le merci, chi deve usare le banche per pescare, per trasportare, chi deve lavorare con mezzi di qualsiasi tipo.
Insomma, mi sembra chiaro. L’aumento della benzina è sempre ben voluto dallo Stato perché colpisce la maggior parte delle persone. Ma colpisce sempre e solo il ceto medio basso.
Evviva l’equità.

PS: tanto per farci un po’ il sangue amaro, vi cito il post degli amici di FinanzaNoStop dove viene fatto il tragicomico elenco delle accise sui carburanti. 

(…) 0,802 euro rappresenta il prezzo effettivo del carburante per ogni litro.
Una particolarità delle accise presenti nel costo della benzina è data dalla loro iniziale temporaneità, poi divenuta stabile con il passare degli anni. Molti anni, potremmo dire, visto che alcune voci risalgono al 1935… vediamo di seguito, nel dettaglio, come si scompone la parte tassata:

1,90 lire per la guerra di Abissinia del 1935 (0,001 euro);
14 lire per la crisi di Suez del 1956 (0,007 euro);
10 lire per il disastro del Vajont del 1963 (0,005 euro);
10 lire per l’alluvione di Firenze del 1966 (0,005 euro);
10 lire per il terremoto del Belice del 1968 (0,005 euro);
99 lire per il terremoto del Friuli del 1976 (0,051 euro);
75 lire per il terremoto dell’Irpinia del 1980 (0,039 euro);
205 lire per la missione in Libano del 1983 (0,106 euro);
22 lire per la missione in Bosnia del 1996 (0,011 euro);
0,020 euro (39 lire) per rinnovo contratto autoferrotranvieri 2004;
0,005 euro per l’acquisto di autobus ecologici nel 2005;
0,0071 a 0,0055 euro per il finanziamento alla cultura nel 2011;
0,040 euro per emergenza immigrati dovuta alla crisi libica del  2011
0,0089 euro per far fronte all’Alluvione che ha colpito la Liguria e la Toscana nel novembre 2011

Sommando poi al totale anche l’imposta fabbricazione carburanti, e applicando in seguito l’IVA al 21%, si giunge alla cifra di cui sopra.

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3 commenti Commenta
kry
Scritto il 27 Marzo 2012 at 09:57

….. le banche per pescare le migliaia di tonni correntisti…… con tutto il gasolio che consumano giustifichiamo il continuo aumento delle spese tenuta conto.

hironibiki
Scritto il 27 Marzo 2012 at 16:13

Aggiungo anche la corsa assurda di GPL e Metano che segue (non si sa perchè) il rapporto 50%. Se uno aumenta, anche il gas lo segue attestandosi a circa la metà del prezzo. Una volta con 14 euro facevo il pieno di Gpl, ora ne servono 25-26.
La benzina costa più di un litro di latte fresco, tra poco inizieremo ad avere un confronto con le bottiglie di spumante per poi passare ai super alcolici 🙁

kry
Scritto il 27 Marzo 2012 at 16:44

hironibiki@finanza,

Il confronto di parità lo raggiungeremo presto se le cantine e le distillerie dovranno svendere quello che rimane invenduto nei magazzini.

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