PETROLIO: alert quotazione. La Russia vede quota 40$ nel 2017

Scritto il alle 11:45 da Danilo DT

crollo-prezzo-petrolio

Attenzione al cambio di tendenza.
Tutti si aspettavano un petrolio dominatore nel 2017. In realtà, al raggiungimento del target a 50 $ abbiamo iniziato a notare un quadro non troppo convincente, quasi da esaurimento di tendenza. La notizia del giorno è che alcuni paesi si stanno preparando per una nuova stabilizzazione del prezzo del petrolio. Ma non a 50$, bensi un 20% più in basso, ovvero a 40$. A fare questo esercizio propedeutico non è una banca centrale casuale, ma quella di un paese che rimane tra i maggiori produttori di petrolio al mondo.
Quindi, mi vien da pensare che forse sappia qualcosa che noi non sappiamo.

(…) Policy makers in Moscow said on Friday they see Urals at an average of $50 a barrel this year, but falling to $40 at end-2017 and then staying near that level in 2018-2019. As the central bank honed its forecasts, it also gingerly resumed monetary easing, pointing to the “uncertainty” in the oil market as a factor for its “conservative” forecasts. (BBG

Ebbene si, parliamo della banca centrale russa. Ed il target a 40$ potrebbe smuovere e non di poco lo scenario. Perchè?

Cari amici, riprendetevi le aspettative su crescita ed inflazione. Voi tutti sapete che per i conteggi proprio dell’inflazione, le banche centrali non considerano quella “core” ma quella “All Items” ovvero onnicomprensiva. Un petrolio a 40$ porterà matematicamente ad una forte revisione al ribasso dell’inflazione prospettica. Quindi cambiamenti nelle previsioni di crescita, di inflazione e anche di tendenza delle banche centrali.

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Non so perchè ma questo 2017 rischia di essere molto diverso da come ce lo aspettavamo.
Intanto buttate un occhio al grafico del WTI. Una curiosità. Guardate un po’ a cosa corrisponde quota 40$. Enjoy.

Grafico Petrolio

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Danilo DT

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1 commento Commenta
mauriziob
Scritto il 27 Marzo 2017 at 20:58

La Russia al momento sembra non intenzionata ad aderire ad un’eventuale estensione del periodo di auto-limitazione dell’output che è attualmente in discussione in ambito OPEC.

Basterebbe solo questo per deprimere i prezzi ma siccome anche gli USA ci mettono del loro nel senso che essendo rimasti fuori dagli accordi del novembre scorso stanno estraendo greggio in quantità rilevantissima e in costante crescita, è logico attendersi ulteriori crolli delle quotazioni di greggio.

Francamente tutto quello che è successo dal 2014 è difficile da spiegare con le informazioni di seconda mano che il parco buoi dispone, sembra infatti di assistere ad un teatro dell’assurdo: prima il dumping saudita per fregare gli USA (e c’erano riusciti) e poi un mega accordo mai visto da anni che sembrava fatto apposta per “risarcire” gli USA. Cosa avrà promesso Trump agli arabi per avere questo trattamento di favore? visti i buoni rapporti fra Putin e Trump probabile che anche la Russia si sia prestata al gioco dell’autolimitazione dell’output ma solo fino al 30 giugno.

Scenario di medio e lungo: prezzi sotto 40$ per WTI e negli USA torneranno a chiudere i rigs e licenziare gli addetti. Inflazione stoppata e qualche dubbio su nuovi aumenti dei tassi USA nel 2017. Wall Street uscirà dalla bolla senza panico e il tNote 10yr tornerà al 2%. Il tutto a scontare la recessione 2018/2019.

En passant: fine mandato di Draghi ottobre 2019 e il suo sostituto lo conosceremo qualche mese prima (giugno); fosse un nostalgico della lega anseatica, caos assicurato e tripudio di altre leghe e movimenti

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