OPEC: la mission contro lo shale oil sta dando i suoi frutti

Scritto il alle 11:30 da Danilo DT

Non c’è certo da sorprendersi per l’andamento del petrolio in queste ultime sedute.
Il nuovo rallentamento dell’oro nero è figlio sicuramente anche di un rallentamento globale, ma soprattutto dipende dalle news in arri dall’ultimo meeting OPEC.

Produzione “inchiodata” a 30 milioni di barili al giorno e questo volume non subirà tagli (a difesa del prezzo) per lo meno fino al 4 dicembre, in quanto c’è un obiettivo. Tagliare fuori i produttori di “shale oil” i quali, con questi livelli di prezzo del petrolio sono “fuori mercato” in quanto molto lontani dal cosiddetto prezzi di breakeven.

breakeven-petrolio-produzione-shale-oil

Dagli ultimi dati forniti da Bloomberg, risulta evidente che a seguito del crollo del prezzo del petrolio, la produzione dello shale oil è colata a picco. Esattamente come nel progetto del’OPEC. Quindi possiamo dire che la guerra del petrolio, con obiettivo di “ammazzare” la concorrenza dello shale oil anche a costo di rimetterci economicamente, senza però perdere quote di mercato, sta dando i suoi frutti.

livello-produzione-shale-oil

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6 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 9 Giugno 2015 at 15:10

La domanda cresce più lentamente dell’offerta e questo è il risultato:

ma la storia di oggi è LA RIPESA e quindi più INFLAZIONE …

john_ludd
Scritto il 9 Giugno 2015 at 15:12

questo software di m!!!a pubblica 1 disegno ogni 10 che carico, faccio prima così:

http://www.artberman.com/oil-prices-will-fall-a-lesson-in-gravity/

ivegotaces
Scritto il 9 Giugno 2015 at 18:32

… ma siccome ormai non v’è più nulla di logico e coerente, il prezzo del petrolio, anziché scendere, potrebbe salire vigorosamente. L’andamento grafico del crude mi ricorda molto l’s&p500 nel giugno 2009, quando oscillava attorno alla media mobile a 200.

john_ludd
Scritto il 9 Giugno 2015 at 19:14

ivegotaces@finanza,

il prezzo di OGNI commodity è nel breve termine determinato in parte dalla finanza. Uno dei grafici pubblicati da Berman evidenzia come la presenza di squilibri tra offerta e domanda NON si riflette istantaneamente sui prezzi. Certo però, se tale squilibrio si mantiene a lungo, il riequilibrio avviene poi fragorosamente come si è visto con la caduta dello scorso anno. Se i trader scommettono su prezzi alti a un certo punto, prima che loro finiscano i soldi che hanno posto a margine, bisogna che la domanda ecceda l’offerta e viceversa. Scommettere sul petrolio è cosa particolarmente difficile in quanto sono presenti evidenti aspetti geopolitici, il cartello OPEC è ancora un fattore, lo stato dell’economia mondiale cioè la domanda è una grande incognita con dati che vengono artefatti o comunque manipolati con sapienza.

gnutim
Scritto il 11 Giugno 2015 at 11:25

ma non pensi che la qualità del petrolio stia via via peggiorando? la presente di condensati vari non valgono come il crude arabo?

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