Mentre Grecia e FED continuano la farsa, qualcosa sui mercati si muove.

Scritto il alle 09:43 da Danilo DT

crisi-grecia-farsaLasciamo da parte quella che ormai ha raggiunto un livello di indecenza che ha del ridicolo, ovvero la vicenda sulla crisi Grecia, una telenovela che definirei vergognosa, visto che non stiamo trattando un CD contraffatto a Porta Palazzo (con tutto il rispetto parlando per Porta Palazzo a Torino, ben inteso), ma il futuro di un’economia, di una nazione e di una moneta.

Spostiamoci invece un attimo a Wall Street per capire cosa diavolo è successo ieri sera. Colpa dei beni durevoli peggiori delle attese? Qualcuno potrebbe pensare di si. In realtà non è affatto così. Diamo a Cesare quel che è di Cesare e a Stanley Fischer quella che è la sua responsabilità su quanto accaduto.

Stanley_FischerSarà l’aria bellicosa nella vicina Palestina, chi lo sa… Il buon Fischer, membro della FED, in visita a Tel Aviv, se ne esce con una dichiarazione non proprio felicissima.

“In the normalizing of its policy, just as when loosening policy, the Federal Reserve will take account of how its actions affect the global economy,” US Federal Reserve Vice Chairman Stanley Fischer said in Israel. “The actual raising of policy rates could trigger further bouts of volatility, but my best estimate is that the normalization of our policy should prove manageable for the emerging market economies.” (ET)

Questo è solo un estratto, in sintesi Fischer ci dice che la FED alzerà i tassi perché l’economia sta andando bene, e questo non esclude un incremento della volatilità dei mercati finanziari.

Cosa potrebbe frenare un aumento dei tassi? Dice Fischer: “ Un rallentamento globale”.
Il mercato cosa fa? Subito “punisce” la dichiarazione di Fischer e reagisce negativamente. O se preferite prende posizione e chiude posizioni speculative per sfruttare il momento di tensione. In realtà non è proprio cambiato nulla. Anche qui stiamo trattando del fumo che viene generato dalla politica e che non porta nulla di nuovo. Cosa mi aspetto? Se la situazione di debolezza sui mercati dovesse continuare, sicuramente se ne uscirà qualche altro membro che alla prima occasione “limerà i toni”. L’obiettivo della FED è comunque quello di far DIGERIRE ai mercati quella che definisce la NORMALIZZAZIONE. Evitare una volatilità esagerata è condizione necessaria in un quadro di crescita economica non convincente a livello strutturale.
Nel frattempo, visto che parlavamo proprio ieri dell’indice Dow Jones Transportation Index, guardate che è successo ieri sera.

DJTA: death cross in action!

tran-dow

La media mobile a 50 giorni incrocia al ribasso la media mobile a 200 giorni. Non un bel segnale, certo, ma chiunque, anche chi è meno avvezzo all’analisi tecnica, si renderà conto che il clima su questo indice non è più così sereno.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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3 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 27 Maggio 2015 at 14:45

usuale bla… bla…. bla. Resta il fatto che non lasciano fallire la Grecia, la BCE presterà i soldi per pagare le scadenze e speriamo che con tutti i giri di coperture che faranno non accollino all’Italia altri debiti che erano in carico alle banche tedesche e francesi (anche in questo caso abbiamo fatto la figura degli allocchi!!!!).
L’Ocse ha appena trasmesso i dati sull’occupazione giovanile e siamo penultimi, prima della Grecia; ci dimentichiamo di dire che la maggior parte del nostro mezzogiorno è in condizioni ancora più disastrose degli ellenici e non si intravede nessuna iniziativa volta a migliorare la situazione.
Poi è facile per la malavita organizzata assoldare i giovani con un minimo di “stipendio”….. al nero !!!!

lukeof
Scritto il 28 Maggio 2015 at 10:07

paolo41,

Guarda, io sono già abbastanza sorpreso che non stiano ancora falsificando i dati anche dell’OCSE, perchè il passo successivo (o forse presente) è proprio quello di falsare tutte le statistiche, negli USA sono già a buon punto, in UE abbiamo cominciato con il PIL fantasioso comprensivo di “stime sul sommerso”, mi aspetto un bel lifting anche delle statistiche di tutti i paesi d’Europa, tanto per prendere meglio per il sedere il contribuente UE.

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