La Recessione è finita, andate in pace

Scritto il alle 10:05 da Danilo DT

Previsioni PIL Italia in ripresa. Ma da qui a dire che siamo fuori dalla crisi economica ce ne vuole…

Il CsC, Centro studi Confindustria, è un ufficio analisi che può essere considerato più affidabile rispetto a tanti indicatori di sentiment che, spesso e volentieri, ci vogliono dare input psicologici per rasserenare l’ambiente e dare fiducia ai cittadini. Anzi, per certi versi è una struttura di parte che può viaggiare “contro” i dati politici che abitualmente conosciamo, in quanto dovrebbe muoversi criticamente sull’operato del Governo e cercare di stimolarne l’operato.
Il CsC stavolta ci sorprende e conferma le voci di ripresa economica. Se il 2013 avrà ancora un PIL a -1.60%, il prossimo anno ci regalerà un PIL a +0.7%. Evviva, finita la recessione, riparte la ripresa…

Le previsioni OCSE sul PIL Italiano

Le previsioni Eurostat sul PIL italiano

Mah, io sono enormemente dubbioso.
Lasciando da parte i dati previsionali che sono ampiamente discutibili, non escludo assolutamente la possibilità di un “rimbalzo” dei dati dopo tanti mesi di negatività. E’ quanto mai naturale e fisiologico. Ma da qui ad annunciare la ripresa, secondo me ce ne vuole…
Tanto per cominciare la pressione fiscale.
Come possiamo pretendere che esista la possibilità di una vera ripresa con una pressione fiscale al 53.5%?
Dice bene Squinzi…

Per Giorgio Squinzi fra le priorità che dovranno essere affrontate con la legge di stabilità c’è la riduzione del cuneo fiscale: “Pensiamo che servano almeno 4-5 miliardi subito”, ha detto il presidente di Confindustria. Sul futuro del Paese, Squinzi ha quindi sottolineato come sia necessario fare “tante cose” per intercettare la ripresa ma “soprattutto c’è bisogno di una stabilità di governo”, perché “la situazione è molto preoccupante”. (Source)

Ecco due grosse problematiche: il cuneo fiscale e la necessità di poter disporre di 4-5 miliardi per tagliare il cuneo fiscale. E poi la stabilità di governo.
Mentre sulla seconda posso ancora sperare in un miracolo, sulla prima i miracoli non li possiamo fare in quanto la coperta è cortissima.

Senza poi dimenticare i problemi dal lato occupazionale.
Negli ultimi 5 anni sono stati persi 1.8 milioni di posti di lavoro. Fate mente locale cosa significa in ambito consumi e benessere questa cifra. E non possiamo pretendere che le nostre aziende, la cui produttività è a -25% rispetto ai picchi, vivano solo sull’export. Se non riparte la domanda interna, non si può certo parlare di ripresa economica.

Quindi, diciamo le cose come stanno. L’Italia vive una “pausa di riflessione da recessione”.Anche perché i nostri problemi e quelli degli altri, fateci caso, sono ancora tutti lì, pronti ad esplodere. In Italia, come in Spagna, in tanti altri paesi dell’Eurozona, passando poi agli USA e perché no, al dinamico ed aggressivo Giappone, senza poi dimenticare le frenate emergenti.

I dati in uscita oggi non fanno che confermarlo…

 

E poi ci sono le banche ed il sistema finanziario che resta ancora malato, le elezioni in Germania, il tapering, le guerre…
Ok, mi fermo qui, chiudo solo dicendo che forse, dire che la recessione è FINITA è prematuro, irresponsabile, scorretto.

STAY TUNED!

DT

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8 commenti Commenta
draziz
Scritto il 12 Settembre 2013 at 10:29

Ottimismo! Ottimismo! Ottimismo!
Vedere sempre il bicchiere mezzo pieno può aiutare a rendere il conto… meno salato.
Se poi aggiungi il fatto che è stata diffusa settimana scorsa la notizia che gli italiani, a causa dell’incertezza economica e del pessimismo, hanno tenuto fermi sui conti correnti 45 miliardi di Euro (risparmi e limitazioni a spese, che vengono quindi rimandate) allora è chiaro che si è aperta nuovamente la stagione di caccia al pollo!
Bisogna iniettare liquidità nel sistema ma non quella BCE, già utilizzata a tassi di interesse bassissimi e sappiamo bene da chi e con quali risultati, bensì quella di risparmiatori e famiglie, visto che una patrimoniale sarebbe deleteria per il già traballante governicchio…
Occorre quindi invogliare a spendere o investire in borsa (che sale, sale, sale… ma com’è sana sta’ bisca legalizzata…) per drenare quello che i “polli” tengono per sé.
Vendere per oro quello che è… stagno.

john_ludd
Scritto il 12 Settembre 2013 at 10:36

l’Italia non è in recessione, è in depressione. Ci possono essere trimestri positivi, anche 1 anno intero con il segno più, ma nel contesto di un trend complessivo calante. Gli altri paesi maggiori vanno meno peggio in parte per ragioni demografiche, in parte perché possono attuare politiche monetarie che a noi è vietato etc… Il tasso di crescita del PIL in occidente è in calo da decenni, sarebbe già sotto lo zero non fosse per il mostruoso aumento del debito e lo sviluppo di nuovi mercato di sbocco negli EM. Ma il debito addizionale non produce più PIL e i paesi EM si sono avviati verso un percorso di crescita molto più bassa. Siamo solo all’inizio della grande contrazione, il GDP mondiale calerà nei prossimi 20 anni e non il contrario. I trend in corso sono di natura secolare. Vi allego un paio di chart che valgono più di mille parole:

draziz
Scritto il 12 Settembre 2013 at 10:38

“…un lento recupero è atteso per l’ultima parte dell’anno. E’ quanto prevede la Banca centrale europea nel suo Bollettino mensile.”
Cioè in concomitanza della maggior richiesta per olio da riscaldamento, elettricità per riduzione delle ore di luminosità, forse incremento degli acquisti di beni voluttuari per le festività (un bel panettone da 4 Euro e la vita torna a sorridere…).
A quando un incremento strutturale vero?
Come ben dici, riferendoti all’imposizione fiscale e contributiva, è difficile correre con le scarpe di piombo…
Battuta d’arresto per la produzione industriale?
Ma come mai? E chi poteva prevederlo?
Dai, dai, dai! Facciamo delle nuove elezioni così vediamo chi comanda e chi ha il diritto di prendere per il c…lo nuovamente il popolo italiano…

ottofranz
Scritto il 12 Settembre 2013 at 11:22

prendendo per buono il “cosa” 👿 qualcuno di questi soloni potrebbe eventualmente accennare al “come”? 😯

Scritto il 12 Settembre 2013 at 11:33

john_ludd@finanza,

Ben fatto John

ottofranz,

Ciao Franz!

draziz@finanza,

…quindi tanto vale non farle a sto punto… risparmiamo…

john_ludd
Scritto il 12 Settembre 2013 at 12:15

Dream Theater,

proviamo a ipotizzare perchè ci stiamo fermando (tutti) ?

ecco qualcosa di molto convincente…

Questo parametro è uno di quei pochi numeri che davvero contano:

EROEI = Energy returned on energy invested

è comprensibile anche ai profani che più energia consumo per produrre altra energia, minore è il valore economico, maggiore la dissipazione termica etc…. e quindi peggio vanno le cose… questi sono i dati:

ENERGY EROEI RATIOS:

1930 USA oil/gas = 100/1
1970 USA oil/gas = 30/1
2000 USA oil/gas = 11/1
1999 WORLD oil/gas = 35/1
2006 WORLD oil/gas = 18/1
Shale Oil = 5/1
Tar Sands = 3/1
Biodiesel = 1,3/1
Ethanol Corn = 1,3/1

Photovoltaic = 6,8/1
Wind = 18/1
Hydro = 100/1

Studi econometrici affermano che quando EROEI scende sotto 20/1 ci sono problemi a Houston…

Poi c’è anche un problema di quantità oltre che di costo… e il magro +0,7% degli ultimi anni è tutto olio non convenzionale con EROEI bassissimo ma già entro questo decennio il segno più diverrà un segno meno con pendenza negativa crescente:

e questa è una proiezione della quantità di petrolio per capita nei prossimi decenni:

paolo41
Scritto il 12 Settembre 2013 at 14:09

più chiaro di così è impossibile!!!! John dimostra che nonostante l’elevato e continuo indebitamento, il Gdp retrocede. Visto in termini “aziendali” vuol dire che gli investimenti hanno un Roi negativo, cioè spendiamo solo per spese improduttive, cioè stato e regioni continuano a spendere e non pensano minimamente a ridurre i costi.
Mettendola sull’ironico, Napolitano ha aumentato il suo budget, inoltre nomina (per ovvie strategie politiche) quattro senatori a vita, tutta gente che….”non ha disponibilità” e infine riscopre il super pensionato Amato come giudice Costituzionale, magari come futuro presidente della Corte stessa.
Ma di ridurre il carico fiscale delle aziende e dei lavoratori, facilitare gli investimenti industriali e nelle infrastrutture, attivare una spending review come Dio comanda, quando si comincia????
Non è che gira e rigira si torna a uno stato bolscevico??? Vale quello che ho detto in varie occasioni: qui si salva solo chi ha il coraggio di traslocare in un altro paese!!!

john_ludd
Scritto il 12 Settembre 2013 at 14:53

paolo41,

>> qui si salva solo chi ha il coraggio di traslocare in un altro paese!!!

dove ? altrove è la stessa minestra, solo più dolce o più amara. Per il resto le stesse illusioni, la stessa insostenibilità, lo stesso accanimento terapeutico e così stando le cose lo stesso esito nel medio/lungo termine. Qui almeno si mangia bene e si beve vino buono… 🙂

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