La crisi dei mercati, la speculazione di oggi e la bolla dei tulipani

Scritto il alle 14:53 da briz@finanza

Ieri sul celeberrimo Twitter ho avuto una discussione accesissima sui derivati e sulla loro funzione. Ad aver acceso la miccia è stato il mio post di ieri sull’argomento che ha messo a nudo il fatto che le banche, ahimè, usano i derivati non tanto come strumenti di copertura, bensì per speculare. Sia ben chiaro, non ce l’ho con coloro che sono speculatori. Ognuno è liberissimo di fare ciò che vuole e anche di polverizzarsi i denari nel modo che meglio crede. E se poi invece riesce a guadagnare dei soldi ancor meglio. Io ce l’ho col fatto che le banche speculano in modo evidente, anche influenzando il mercato in modo evidente. Ma attenzione, fin qui tutto bene. Ciò che più mi fa incavolare è il fatto che poi, se le banche ci rimettono (e se le cose vanno male, ci rimettono dei bei soldini) a pagare chi è? Il cittadino. Arriva il bailout da parte dello stato, in quanto certe banche sono “Too big to Fail” e allora non si può far fallire una banca!

L’Esperienza Lehman Brothers dovrebbe aver insegnato. Ed invece, come scrivevo ieri, oggi è peggio di allora. Derivati pari a 9 volte il PIL globale, il tutto fuori dal controllo di qualsiasi struttura super partes. Tralasciando questa introduzione, oggi torniamo sull’argomento derivati, pubblicando lo scritto di un nuovo amico di Intermarketandmore.

Il suo nickname è Briz.

Da tempo presente sui blog finanziari della rete, ultimamente era uno dei trascinatori del sito “Segnali di Borsa”, un sito specializzato in finanza ed economia, fondato da un trader e condotto a “gestione familiare” da un gruppo di trader amici e appassionati. Nel 2008/2009 ha scritto alcuni articoli nella rubrica “posta e risposta” gestita da Kaufmann, nel settimanale finanziario “Borsa e Finanza”. Eccovi qui un estratto di un suo eccellente articolo che vi consiglio di vedere e stampare. Una serie di regolette veramente utili per chi fa trading. Si, perché la sua passione è il trading, ma è anche quella di approfondire tematiche economico/finanziarie.

Le regolette di BRIZ

In questo primo scritto, Briz ci propone un argomento che, guarda caso, parla ancora di derivati e di speculazione. Un tuffo nella storia, che però ci permette di leggere in modo più coerente la crisi e la situazione attuale. Non voglio andare oltre, lascio la parola a Briz, sperando che il suo arrivo sia ben gradito dagli amici del blog e, ovviamente, che la nostra collaborazione sia costruttiva per tutti. In questo momento la qualità e l’indipendenza diventano valori fondamentali per cercare di leggere in modo corretto la crisi attuale.

DT

§ § § § § § § § § §

La bolla dei tulipani. Prima grande crisi speculativa del secondo millennio. La genesi dei derivati.

Viste le richieste ricevute e l’interesse per questo argomento, riporto i miei studi sulla bolla dei tulipani, la prima grande crisi finanziaria che coinvolse poi tutto il sistema economico europeo di quei tempi. Lo studio di questa bolla ci permette di conoscere come nacquero gli strumenti speculativi e come iniziarono le connivenze tra poteri politici, poteri giudiziari e poteri finanziari, ad oggi pienamente consolidati.

Il tulipano è un fiore di origini mediorientali, Turchia e dintorni. I bulbi vennero esportati in Europa e l’Olanda fu il paese che divulgò l’apprezzamento di questo fiore. La coltivazione iniziò alla fine del 1500. Questo fiore e il fatto che in Europa nessuno aveva mai visto un bulbo fece si che esso divenne subito una specie di simbolo di ricchezza. Fu così che il tulipano venne presto scambiato alla borsa valori di Amsterdam e nelle aste delle varie città olandesi, tra cui Harlem da dove poi sarebbe partito lo scoppio deflagrante. Incredibile ma vero, con l’elevato valore (e l’elevata stupidità umana) del tulipano si arrivò a considerare il bulbo come un solido investimento per il futuro. In pratica chi comprava bulbi scommetteva sul futuro apprezzamento finanziario del tulipano. Il bulbo divenne un “future” sul tulipano.

L’esponenziale crescita commerciale dell’Olanda, verso tutto il mondo (in particolare in Oriente) favorì lo sviluppo di quella assurda bolla. Prese forma la rovinosa idea di coltivare bulbi e proporli sul mercato ai fioristi, ed ai ricchi commercianti di allora. I fioristi prenotavano prima i bulbi attraverso dei contratti da onorare alla scadenza, fissando un prezzo anticipato. Nacquero così i famigerati futures. Ormai era convinzione diffusa che l’interesse per i tulipani, particolarmente nelle Indie orientali, sarebbe cresciuto sempre di più e quindi si scommetteva sul fatto che, al momento di dover onorare il contratto, sicuramente, il bulbo avrebbe avuto un valore più alto del prezzo concordato tempo prima. Ci fu una vera è propria ricerca della rarità, cioè veniva sempre più forte la voglia di coltivare bulbi di tulipano con l’intenzione di fare crescere delle varietà sempre più particolari, al fine di provocare un continuo innalzamento dei prezzi d’asta.

In questo punto va notata un’analogia con la follia della bolla delle dot-com del 2000. Iniziò con un paio di titoli, che scoppiarono al rialzo e si arrivò a creare un vero mostro, cioè il famoso indice “Nuovo Mercato”, che racchiudeva una quantità sempre più numerosa di titoli. L’investitore (particolarmente il novizio) abbagliato da questo nuovo investimento, tra il 1999 ed il 2000, andava cercando il titolo più speculativo, il più ricercato del momento. Si arrivò a vedere volare un titolo come Finmatica che in un paio di settimane riuscì a valere il 500% in più del prezzo di collocamento. I titoli nuovi che venivano collocati non riuscivano a fare prezzo in apertura, iniziavano poi il loro cammino con rialzi non inferiori al 50% dall’apertura.

Nel 1600 bastava comprare un bulbo per sentirsi persone realizzate, parte dell’elite, nel 2000 bastava comprarsi un titolo con la sigla finale “net” per sentirsi parte di un sistema fantastico. Ricordo ancora che a quei tempi collocarono un titolo che si chiamava Basic-net e che ebbe grande successo proprio grazie alla sua sigla. Non aveva nulla di internet, era una società che si occupava di abbigliamento e rappresentava un importante marchio, “Robe di Kappa”, che vestiva la nazionale italiana di calcio. Eppure molti rimasero ingannati dalla sigla del titolo quotato in borsa. Giusto per evidenziare quanto il “popolo del borsino”, ormai delirante, nemmeno guardava più di che cosa si potesse occupare una società, o se avesse per caso i conti in disordine, bastava soltanto la parolina magica “net” e si scatenava l’inferno degli acquisti. Nel 1600 bastava vedere un bulbo e succedeva la stessa cosa, se poi si fosse trattato di un bulbo marcio, magari di ranuncolo, poco importava.

Il bulbo divenne un bene di lusso e poteva arrivare a costare anche oltre i 3.000 fiorini, una cifra pazzesca in paragone allo stipendio medio di circa 15/20 fiorini al mese. Venivano venduti immobili per acquistare bulbi, oppure per acquistare terreni da coltivare a bulbi di tulipano. I terreni che prima venivano coltivati a grano, a segale ed altri cereali venivano convertiti in terreni atti alla coltivazione dei bulbi. I contadini vendevano molti loro prodotti per acquistare magari un solo bulbo di una certa particolarità. Molti contadini erano arrivati alla folle decisione di privarsi di vacche, galline, conigli latte, uova, etc…merce e animali che sarebbero serviti per sfamare una famiglia di 4/5 persone per mesi e mesi. La bolla iniziò a sgonfiarsi a gennaio del 1637 e nel mese successivo iniziò lo sfacelo. Ai primi giorni di febbraio infatti, ad Harlem (vedi citazione ad inizio articolo), un’asta di bulbi andò deserta e iniziarono le prime preoccupazioni. In realtà si trattava di un’asta di bulbi non molto pregiati, ma di fatto Il mercato non riuscì a sostenere i prezzi dei bulbi e ciò contribuì a far scatenare il panico. Questo panico provocò un tale ribasso dei prezzi che chi deteneva dei contratti (chiamiamoli già futures) per comprare i bulbi si ritrovò gli stessi contratti che valevano una cifra notevolmente più elevata rispetto ai prezzi reali del momento, prezzi impossibili da onorare. Allo stesso tempo, i contadini che possedevano i bulbi se li ritrovarono deprezzati di un’enormità. In pratica stavano perdendo tutti, speculatori e produttori di bulbi. Il mercato stava sentenziando prezzi inadeguati per entrambi gli attori in gioco. Va detto che i contadini, in realtà, avrebbero avuto il diritto di esigere che venisse onorato l’impegno di acquisto dei loro bulbi ed invece venne consumata la prima grande truffa della storia finanziaria, che rovinò tutti i produttori, tutti i contadini, tutta la povera gente. Anche allora, come oggi, la storia produsse l’inganno dei ricchi contro i poveri. Tutti i fioristi (la lobby che gestiva la compravendita speculativa dei bulbi) chiesero al parlamento di ratificare una modifica sullo statuto dei contratti a termine, cioè i futures. Essi dovevano essere modificati in opzioni. Noi sappiamo, ai giorni nostri, che un’opzione permette di prenotare un tot. di azioni su un titolo. Se questo titolo alla scadenza risultasse molto inferiore al prezzo da noi “contrattato”, con l’acquisto di call, si potrà benissimo non comprare quella quantità di azioni e perdere soltanto il capitale investito. Sempre meglio che comprarsi le azioni ad un prezzo magari 10 volte superiore di quanto speravamo di pagarlo con la prenotazione anticipata. In qualche rara occasione mi è capitato di fare questo tipo di operazioni speculative, ma come trader devo dire che le trovo poco attraenti, indipendentemente dalle possibilità che offrono.

A quei tempi idearono una cosa del genere e decretarono la possibilità, da parte del detentore del contratto, di non onorare il contratto e pagare soltanto una penalità, anziché essere obbligato a comprare a prezzi elevati un bulbo che in quel momento valeva magari 20 volte meno del prezzo pattuito. Naturalmente il parlamento ratificò la modifica (chissà perchè, in finanza speculativa, pur passando i secoli la storia resta sempre uguale) e iniziò la rovina dei contadini, gente poco avvezza alla speculazione vera, che pagò un dazio pesantissimo alla propria avidità e al proprio delirio. I contadini si ritrovarono alla fame, ma tutti i giocatori che vollero essere della partita pagarono pesantemente: i normali cittadini si impoverirono, come si impoverì gran parte della borghesia, gran parte della nobiltà entrò in difficoltà economiche e molti commercianti andarono al fallimento. Naturalmente si salvarono molti speculatori avvezzi a la lobby dei fioristi che si ritrovarono a non dover più onorare i contratti sui bulbi.

Questa bolla può essere assolutamente considerata il primo grande crack finanziario della storia, in pratica la prima vera crisi sui mercati della speculazione fine a se stessa. Se ci mettiamo ad analizzare i punti salienti possiamo notare gli intrecci tra politica, giudici e finanza, visto come il parlamento ratificò immediatamente a favore della lobby finanziaria dei fioristi e come i giudici si attennero alle disposizioni truffaldine. Certo, i contadini (coltivatori di bulbi) furono le vere vittima di quel collasso, ma furono anche colpevoli del loro disastro, direi proprio odiosamente colpevoli. Infatti, ricordando l’inizio di questo articolo, quando i contadini decisero di coltivare bulbi, li venderono appena coltivati cioè un bel po’ prima della raccolta, addirittura venderono anche i bulbi ipotetici, cioè addirittura prima della stessa loro coltivazione. Furono dunque i contadini a provocare la genesi dei futures sul bulbo di tulipano, quello di cui si servirono i fioristi per poter prenotare in anticipo questo nuovo “oro della terra”, scommettendo così in anticipo su una inarrestabile salita dei prezzi. I contadini vendevano quindi (con grande compiacimento dei compratori) aria fritta in quanto il prodotto non era materialmente coltivato. Il governo provò a cercare di disincantarli con dei decreti che miravano a rendere illegale quella speculazione, ma non ci fu verso di fare smettere la follia. Per molti mesi governo e contadini furono in contrapposizione. I contadini se ne fregarono di qualsiasi editto governativo che si opponeva a quel delirio speculativo e continuarono imperterriti. Quando l’uomo sente odore di denaro perde completamente tutti gli altri sensi, anzi, perde proprio completamente il buon senso. Passatemi questo gioco di parole. E così questo atteggiamento di continua contrapposizione, tra governo e produttori, portò il governo ad incattivirsi ed a schierarsi a favore dei fioristi, quando questi ultimi si ritrovarono in cause giudiziarie per non aver onorato i futures (ormai diventati opzioni) e aver lasciato i produttori in mutande. Infatti, i giudici (naturalmente pro-governativi) considerarono i debiti dei fioristi come debiti di gioco d’azzardo e, in quei casi, a quei tempi, la legge non poteva intervenire sui debiti di gioco.

Possiamo dunque affermare che con la bolla dei tulipani si entra ufficialmente nell’era moderna della speculazione finanziaria, pur sembrando un’affermazione iperbolica visto che si tratta di 400 anni fa. Proprio allora parte la genesi dei futures e dai futures vengono partorite le opzioni. Dobbiamo quindi alla stupidità dei contadini olandesi il fatto di poter operare su tutti i mercati speculativi attraverso i futures. E, allo stesso tempo, dobbiamo alla vigliaccheria dei fioristi se ora possiamo operare sui titoli con le opzioni senza dover correre il rischio di perdere cifre spropositate. Anche se va detto che gli idioti che riescono comunque a rovinarsi ci sono sempre e sono sempre in maggioranza.

Spero la lettura sia di vostro gradimento e che possa esservi utile.

Briz

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28 commenti Commenta
tommy271
Scritto il 28 Agosto 2013 at 15:30

Complimenti a Briz.
Un pò di storia non fa male, visto che i nostri “trader” sono sempre short :mrgreen: .
Aspetto altre puntate …

Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:08

Un caloroso benvenuto a Briz! 😀

Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:13

Grazie mille danilo, davvero onoirato per l’accoglienza. Grazie anche per come hai “ornato” di grafici e foto l’articolo, lo rende più piacevole.

Ciao tommy, mi fa piacere tu abbia gradito. Essere shortisti sul nostro indice, in questi anni ha pagato, ma sul dax e sul DJ no di certo. In italia è presente un problema strutturale che in pratica ha poirtato ad una “giapponesizzazione” borsistica del nostro indice. In america sappiamo che la droga monetaria ha fatto il gioco sporco. Mentre la germania ha approfittato della crisi europea per rinforzarsi. Il dax è salito molto perchè è un indice ben equilibrato e ha molti titoli industriali.
Chiaro che un paese come il nostro non stimola ad andare lunghi ed infatti le posizioni short dei grossi investitori sono ancora tutte li. A dimostrazione che non era lo spread a fare scendere la borsa, altrimenti, valore per valore, ora il fuzzy sarebbe circa 3000 punti sopra in rapporto a quando era a 560 punti.

paolo41
Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:23

briz@finanza,

molto apprezzato sia le regole che il post. Approfitto subito: il Dax dà qualche segno di nervosismo, è imputabile a qualche ragione specifica (es: maggiore difficoltà nell’esportazione verso i PM che hanno svalutato particolarmente le loro valute) oppure……?

Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:27

Hai pienamente ragione danilo, non è possibile tenere testa ad una massa speculativa pari a 9/10 volte il pil mondiale. Quando decisero di fare cadere berlusconi ci misero due settimane ad affossarci. Hai visto lunedi come hanno gli hanno messo il bavaglio? In pratica gli hanno detto: “o stai zitto o ti portiamo mediaset all’inferno.” Lo hanno fatto con berlusconi ma possono farlo con chiunque. Se vogliono possono benissimo fare cadere anche Letta, o chiunque altro, perchè l’italia non ha proprio la forza finanziaria per reggere a qualsiasi urto direzionale contro di essa. Sappiamo che letta ha i favori del famoso gruppetto di potenti del mondo (non so se sia il caso di nominarlo) che, per ora, lo sta appoggiando. Questo è il solo motivo per cui Letta riesce ancora a restare al suo posto. Il problema dell’italia è che, a causa di una impossibilità a creare una maggioranza unica e univoca, resta un paese allo sbando, ingovernabile. La speculazione ci si diverte come avere un giocattolino.

Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:33

paolo41:
briz@finanza,

molto apprezzato sia le regole che il post. Approfitto subito: il Dax dà qualche segno di nervosismo, è imputabile a qualche ragione specifica (es: maggiore difficoltà nell’esportazione verso i PM che hanno svalutato particolarmente le loro valute) oppure……?

Il dax ha rotto una congestione in area 8.300 che lo ha condotto velocemente su due livelli importanti, il primo a 8.242 e il scondo a 8.210. Ora avrebbe ancora da chiudere il gap del 10 luglio in area 8.081 e poi si vedrà che cosa potrà combinare. resta comunque un indice in trend positivo fintanto che non andrà a rompere i 7.800 circa. Non è un problema di PM, è proprio un fattore tecnico aiutato dalla crisi geopolitica in essere. resta un indice molto affidabile, visto anche l’ifo dell’altro giorno. Fermo restando che, a parere mio, i mercati dovrebbero correggere ancora un pò.
Ciao Paolo, grazie per la lettura.

Scritto il 28 Agosto 2013 at 16:44

Colgo l’occasione per salutare i miei vecchi amici di “segnali di borsa”, che sicuramente verranno a legggermi, visto che conoscono la fama di questo eccellente e competente sito, che seguono da tempo. In particolare Simone, gilberto, Fiore e Patrizio (robin, il nostro mitico moderatore). E saluto anche Marco (poor), fondatore del sito “segnali di borsa”. Utenti in gambissima e amici di valore con cui ho condiviso due importanti anni della mia vita.
Scusate la disserzione, ci tenevo proprio :wink:.

Scritto il 28 Agosto 2013 at 17:08

briz@finanza,

Ovviamente sono tutti invitati a partecipare, visto che conosco la Vs competenza, correttezza e serietà…
Siete i benvenuti.

🙂

bergasim
Scritto il 28 Agosto 2013 at 17:13

I mercati dovrebbero correggere ancora un p’o Briz o crollare?, forse delle due la seconda, il problema di molti trader e che vivono a Disneland.

Scritto il 28 Agosto 2013 at 20:45

Ipotizzare un crollo è possibile, ma le probabilità sono collegate più a motivi esogeni che tecnici. In queste ultime settimane stiamo vivendo una situazione di estrema fluidità, sia internamente che geopoliticamente, per cui è chiaro che conviene usare molta prudenza se si vuole andare long. Il ,nostro indice resta ingabbiato in un ampio range 15.000/18.000. Al momento non ci sarebbero (condizionale obbligatorio) le condizioni per salire. Escludendo per un attimo la situazione politica, direi che tecnicamente siamo in un area molto pericolosa, una rottura dei 16.250 potrebbe innescare un ribasso veloce di 400/500 punti. Non siamo nemmeno in ipervenduto. Ad ogni modo, in questi giorni, resteremo ancorati alle notizie inerenti la siria, un attacco americano potrebbe provocare un forte ribasso.

ottofranz
Scritto il 28 Agosto 2013 at 22:54

briz@finanza,

Piacere di leggerti. L’avventura dei tulipani la conoscevo, ma il taglio dato ha una marcia in più.

In linea anche sul resto 🙂

Scritto il 28 Agosto 2013 at 23:12

ottofranz:
briz@finanza,

Piacere di leggerti. L’avventura dei tulipani la conoscevo, ma il taglio dato ha una marcia in più.

In linea anche sul resto

Grazie ottofranz, piacere mio 😉

primofortunato
Scritto il 29 Agosto 2013 at 00:07

Complimenti per l’approfondimento storico…quasi romanzato direi…
Aggiungo che REMBRANDT, fu il primo a fiutare la speculazione dei tulipani, impegnando buona parte dei suoi averi nell’affare del momento.
Non fu lungimirante però perchè non riconobbe il momento in cui la bolla speculativa cominciava a sgonfiarsi quindi finì come finì…”chi troppo vuole” nulla stringe”. :mrgreen:
Comunque ottimo parallelismo 😀

luigiza
Scritto il 29 Agosto 2013 at 07:03

ottofranz:
briz@finanza,

Piacere di leggerti. L’avventura dei tulipani la conoscevo, ma il taglio dato ha una marcia in più.

In linea anche sul resto

Infatti Briz dice giustamente che anche quelli che amano atteggiarsi a vittime sono in realtà colpevoli se non altro della propria stupidità.
Ed a casa mia essere stupidi é colpa grave di cui comunque se ne devono pagare le conseguenze. Il vittimismo non lo sopporto.

tommy271
Scritto il 29 Agosto 2013 at 09:33

briz@finanza:
Grazie mille danilo, davvero onoirato per l’accoglienza. Grazie anche per come hai “ornato” di grafici e foto l’articolo, lo rende più piacevole.

Ciao tommy, mi fa piacere tu abbia gradito. Essere shortisti sul nostro indice, in questi anni ha pagato, ma sul dax e sul DJ no di certo. In italia è presente un problema strutturale che in pratica ha poirtato ad una “giapponesizzazione” borsistica del nostro indice. In america sappiamo che la droga monetaria ha fatto il gioco sporco. Mentre la germania ha approfittato della crisi europea per rinforzarsi. Il dax è salito molto perchè è un indice ben equilibrato e ha molti titoli industriali.
Chiaro che un paese come il nostro non stimola ad andare lunghi ed infatti le posizioni short dei grossi investitori sono ancora tutte li. A dimostrazione che non era lo spread a fare scendere la borsa, altrimenti, valore per valore, ora il fuzzy sarebbe circa 3000 punti sopra in rapporto a quando era a 560 punti.

Personalmente viaggio solo sull’obbligazionario … negli ultimi anni più movimentato dell’azionario :mrgreen: .
Sono sulla tua lunghezza d’onda per quanto riguarda il tuo post in risposta a Danilo, gia ieri pomeriggio lo spread guadagnava distanze rispetto alla Spagna.

Scritto il 29 Agosto 2013 at 09:44

primofortunato@finanzaonline:
Complimenti per l’approfondimento storico…quasi romanzato direi…
Aggiungo che REMBRANDT, fu il primo a fiutare la speculazione dei tulipani, impegnando buona parte dei suoi averi nell’affare del momento.
Non fu lungimirante però perchè non riconobbe il momento in cui la bolla speculativa cominciava a sgonfiarsi quindi finì come finì…”chi troppo vuole” nulla stringe”.
Comunque ottimo parallelismo

primofortunato@finanzaonline:
Complimenti per l’approfondimento storico…quasi romanzato direi…
Aggiungo che REMBRANDT, fu il primo a fiutare la speculazione dei tulipani, impegnando buona parte dei suoi averi nell’affare del momento.
Non fu lungimirante però perchè non riconobbe il momento in cui la bolla speculativa cominciava a sgonfiarsi quindi finì come finì…”chi troppo vuole” nulla stringe”.
Comunque ottimo parallelismo

E’ vero primofortunato, rembrandt ci rimise parecchio. Le persone genialoidi non sono mai state avvezze alla speculazione. Anche newton si rovinò con speculazioni borsistiche.
Grazie per la tua lettura.

Scritto il 29 Agosto 2013 at 10:00

luigiza@finanza: Infatti Briz dice giustamente che anche quelli che amano atteggiarsi a vittime sono in realtà colpevoli se non altro della propria stupidità.
Ed a casa mia essere stupidi é colpa gravedi cui comunque se ne devono pagare le conseguenze. Il vittimismo non lo sopporto.

Pienamente d’accordo con te. Tra il 2007 e il 2011, negli anni più acuti della crisi (sopratutto il biennio 2010/2011 in europa) ho riscosso notevoli successi come trader, attenendomi rigidamente a quelle regole da me scritte per “borsa e finanza”. In un decennio di trading professionale un solo anno ho disatteso quelle regole (il 2012) e, per la prima volta come trader, ho chiuso un anno con un bel colore rosso. Questo per dire che la bravura non basta, bisogna sempre mantenere alta l’attenzione su quello che si fa, cioè mantenere costante il buon senso. Per una volta che non l’ho fatto ho agito (come dici tu) in modo stupido, da professionista ho agito come un vero dilettante. Una lezione meritata e necessaria. Una lezione che mi mancava per migliorarmi ulteriormente. Il momento critico arriva quando si è consapevoli di essere capaci, è un momento pericoloso.

Scritto il 29 Agosto 2013 at 10:03

tommy271@finanza,

Sei stato molto acuto a lavorare sull’obbligazionario. In effetti è quello che ha dato le vere soddisfazioni speculando sull’italia. Io non l’ho fatto ma andava fatto. Bravo 😉

Lukas
Scritto il 29 Agosto 2013 at 10:17

briz@finanza,

Benvenuto tra noi

Scritto il 29 Agosto 2013 at 10:20

Grazie lukas 😀

pinco14
Scritto il 29 Agosto 2013 at 11:35

briz@finanza,

briz@finanza
” Questo per dire che la bravura non basta, bisogna sempre mantenere alta l’attenzione su quello che si fa, cioè mantenere costante il buon senso. Per una volta che non l’ho fatto ho agito (come dici tu) in modo stupido, da professionista ho agito come un vero dilettante. Una lezione meritata e necessaria. Una lezione che mi mancava per migliorarmi ulteriormente. Il momento critico arriva quando si è consapevoli di essere capaci, è un momento pericoloso.”

ciao Briz,benvenuto, trovo molto interessanti le regolette che hai scritto, ma molto di più quello che ho evidenziato qui sopra preso dal tuo precdente commento
E’ la sintesi del perfetto trader/investitore: umiltà, profilo basso, riconoscimento e gestione degli errori e del proprio ego (il peggior nemico in assoluto).

Scritto il 29 Agosto 2013 at 12:01

Ciao pimco. Pienamente d’accordo con te, la cattiva gestione del proprio ego trasforma lo stesso nel peggior nemico, nel trading ti porta alla rovina. Il riconoscimento di un errore ed imparare dallo stesso aiuta a migliorarsi e a “rientrare” nella corretta dimensione.
Grazie per il benvenuto 😉 .

tommy271
Scritto il 29 Agosto 2013 at 12:59

briz@finanza:
tommy271@finanza,

Sei stato molto acuto a lavorare sull’obbligazionario. In effetti è quello che ha dato le vere soddisfazioni speculando sull’italia. Io non l’ho fatto ma andava fatto. Bravo

Più che speculare ho cercato di sostenere i debiti pubblici di Italia e Grecia mentre tutti vendevano … :mrgreen: .
Sulla Grecia mi son preso una bella legnata con lo PSI+, ma son riuscito a risollevarmi … aumentando la “posta” dopo lo swap.
Onestamente devo dire che ho realizzato gain a tripla cifra con Atene. 😳

Lukas
Scritto il 29 Agosto 2013 at 13:21

pinco14@finanza,

Caro Pimco…..quotando quanto affermato dall’amico Briz….desumo che il tuo processo di pentimento…nel non seguire nei mesi scorsi…le indicazioni del mio Cot report…..è ormai giunto in uno stadio davvero avanzato :mrgreen:

pinco14
Scritto il 29 Agosto 2013 at 13:43

Lukas,

caro amico, purtroppo la battaglia contro il mio ego è ancora in corso…ma come ben saprai e come ha bene sintetizzato Briz è una battaglia tosta 😐
Ma se uno riesce a uscirne vincitore ed a smettere di pensare, fa un grande passo avanti
Se non altro, rispetto a qualche anno fa, ho imparato a ridurre il rischio e salvaguardare il capitale 😉

Lukas
Scritto il 29 Agosto 2013 at 13:57

pinco14@finanza,

caro pinco, purtropp tutti dobbiamo pagare il pedaggio dell’apprendimento del funzionamento ( spesso subdolo ) del sistema 😀

poor
Scritto il 30 Agosto 2013 at 18:40

Salvaguardare il capitale non è mai stato il mio forte, però almeno non ho mai fatto la vittima… riuscire a mantenere il rispetto per i soldi e a dominare il proprio ego non è cosa che si apprende solo dai libri. Un complimento come sempre a Briz che porta sempre con se dei begli articoli.

Scritto il 30 Agosto 2013 at 20:14

Ciao poor, mi fa piacere leggerti qui dentro. Qui ho l’impressione di essere nel posto giusto per me. Fermo restando che il forum che tu avevi fondato era davvero la nostra famiglia, un patrimonio che resterà sempre nel mio cuore 😀
Grazie per essere intervenuto 😉

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