La carne al fuoco non manca mai

Scritto il alle 10:15 da Danilo DT

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Se da una parte la crisi Grecia tiene banco e continua il braccio di ferro con la Troika, non possiamo dimenticare anche gli altri fatti che possono essere condizionanti in modo determinante. Tanto per cominciare il ritorno della crisi in Ucraina, e poi le scelte dell’OPEC ed infine i dati sul lavoro USA. (Weekly Rewind)

Ci mancava solo che Tsipras definisse folli le richieste della Troika. In un quadro normale però, la cosa avrebbe ben altro peso. In questo caso, invece, tutto fa parte di quel teatrino simil gossip che ormai sta caratterizzando una problematica molto delicata che, di per se, ha solo una soluzione, ma che la Troika non vuole accettare. E quella soluzione si chiama default. Si può chiedere alla Grecia qualsiasi tipo di promessa, di impegno, di austerity. Ma l’ingestibilità dei conti pubblici, la ridicola crescita economica e tutte le problematiche che ne derivano fanno si che la situazione non si potrà mai sollevare.

Comprare tempo può essere utile all’inizio, per cercare di comprendere meglio un problema e quindi trovare le migliori soluzioni per una corretta soluzione. MA comprare tempo SOLO per spostare in avanti una questione, contribuendo attivamente a peggiorare le cose, questo si che è veramente folle.

Prime Minister Alexis Tsipras said the conditions from international creditors for giving Greece more bailout money are “clearly unrealistic.” He also said the nation is getting closer to a deal.
Either way, Greece is hurtling toward a default unless his government seals an agreement or gets another extension before the euro area’s bailout of the Mediterranean nation expires June 30. (…) The latest proposal was an “unpleasant surprise,” Tsipras told lawmakers, adding that voters are asking the government “not to succumb to the irrational, blackmailing demands of our creditors.” “The Greek government cannot consent to unreasonable proposals that call for devastating measures for pensioners and Greek families,” he said. “I want to believe that it was a bad negotiating trick and will be withdrawn.” (Source)

Sia ben chiaro, con default si intende anche ristrutturazione del debito, oppure haircut del nominale. Insomma, ci vuole una presa di posizione forte. Tutto questo è possibile SENZA sgretolare l’Euro e senza fare uscire la Grecia dalla Moneta Unica.
Però come detto in passato la comunità internazionale non ci vuole rimettere un centesimo… Però l’ipotesi default resta sul piatto. Anche secondo le agenzie di rating (per quanto può valere)…

(…) Fitch’s ratings reflect the risk of default to private rather than official sector creditors, so delaying repayment to the IMF is not in and of itself a ratings default. Nevertheless, bundling this month’s repayments illustrates the pressure that a lack of market or official funding and tight liquidity conditions for Greek banks are putting on Greece’s sovereign liquidity. Our ‘CCC’ sovereign rating, affirmed last month, indicates that default on privately held bonds is a real possibility. (…) (Source)

I mercati ovviamente non vedeono bene questa soluzione, ma di questo e molto altro ne ho parlato in settimana e dopo vi posterò I link.
Intanto però non sottovalutiamo anche tutto il resto. Se dovessimo fare un bilancio della giornata, oltre alle problematiche della Crisi Grecia, non possiamo non riprendere un problema che sembrava quasi “dimenticato” e che invece torna purtroppo di attualità… La crisi Ucraina e le minacce bellicose di Putin…
Leggetevi l’intervista fatta a Putin cliccando QUI e capirete…

Ma non fermiamoci qui. Altre due notizie, secondo me, hanno contraddistinto in modo importante la giornata di ieri. La prima è legata al petrolio. L’OPEC non ne vuole sapere di diminuire la produzione. Prima vogliono tagliare fuori definitivamente lo Shale Oil USA. I longhisti sull’oro nero sono avvertiti.

La riunione dei Paesi Opec ha deciso per lo status quo: i delegati del cartello, nel meeting semestrale a Vienna, hanno stabilito di mantenere invariato a 30 milioni di barili al giorno il plafond di produzione collettiva. È la seconda volta consecutiva che i Paesi esportatori di petrolio decidono di non intraprendere alcuna azione nonostante uno scenario di eccesso di offerta e di forte debolezza dei prezzi del petrolio. (Source) 

Ultima notizia di ieri sul lavoro USA. Dati migliori delle attese. Segno che l’economia americana è forte. Ci sarà da fidarsi?

L’economia Usa ha generato 280mila nuovi posti di lavoro in maggio. Lo ha comunicato oggi il dipartimento del lavoro. E’ l’incremento maggiore dalla fine del 2014. Nei 12 mesi precedenti, l’incremento medio mensile è stato di 251mila nuovi posti di lavoro. Dei 280mila nuovi posti di lavoro creati in maggio, 262mila sono stati creati dall’economia privata e 18mila dal settore pubblico. (Source) 

Come vedete la carne al fuoco non manca mai.
Riprendetevi i migliori post di I&M. Condivideteli con i vostri contatti se li ritenete meritevoli. Un piccolo modo per aiutare questo blog (che è un impegno non da poco per il sottoscritto visto che me lo gestisco tutto da solo) a crescere. Buon week end a tutti.

   YESTERDAY

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JUN 01

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WALL STREET: quadro laterale confermato. E non aspettatevi grandi performance.

GUEST POST –  quadro sembra ormai delineato. Da una parte un’anemica crescita economica, dall’altra la possibilità di un rialzo tassi che si fa sempre più improbabile. Le due cose sommate portano ad una prosecuzione del trend lateral rialzista.

PIAZZA AFFARI: continua la fase laterale. Ma attenzione…

Guest post: Trading Room #177. Settimana negativa e teoricamente interlocutoria, ma i tanti argomenti presenti sui mercati potrebbero dare nuova direzionalità. Analisi azioni e in questo numero grafico di Finmeccanica, BPER e A2a, oltre che il grafico Weekly del FTSEMIB. Enjoy! …
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Danilo DT

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12 commenti Commenta
michi81
Scritto il 6 Giugno 2015 at 18:34

Ciao Danilo, piccolo refuso: “L’OPEC non ne vuole sapere di DIMINUIRE la produzione. Prima vogliono tagliare fuori definitivamente lo Shale Oil USA. I longhisti sull’oro nero sono avvertiti.”

idleproc
Scritto il 6 Giugno 2015 at 21:27

In effetti è abbastanza assurdo morire di fame in attesa che il Titanic vada giù.
Almeno cercare di farsi un paninazzo decente e dare un’occhiata alle gambe qualche crocerista compagna d’avventura.

perplessa
Scritto il 6 Giugno 2015 at 22:19

è una legge di natura che l’equilibrio è una mediazione fra più forze in conflitto. il bello sarebbe sapere i punti di equilibrio futuri.

john_ludd
Scritto il 7 Giugno 2015 at 14:50

idleproc@finanza,

difficile catturare la realtà di oggi meglio di questo commento che peraltro i lettori di questo e altri blog nei quali cercano il modo di guadagnare qualche soldo, non sono in grado di apprezzare. A PIECE OF ART ! … mai come ORA … godetevi quel che avete oggi e a ogni costo !

qualche frammento dal mondo vero …

(C+C = crude oil + condensate = petrolio e assimilabili)

World C+C per capita since 2011 has grown ~0.25%/year and is down ~3.5% since 2005.

Ex US production, world C+C per capita is down ~3.6% since Dec 2011 and down 8.8% since 2005.

US oil production per capita is down 40% since 1970 and down 25% since 1985, currently at the level of 1945-50.

The world is where the US was in terms of oil production per capita in the mid- to late 1970s, which was US Peak Oil I, peak of industrialization, and the onset of deindustrialization and financialization of the economy.

A similar secular era of global deindustrialization awaits, only this time the world does not enjoy cheap, easily accessible, high-quality crude oil nor have we low debt to wages and GDP as the US experienced in the early 1980s at the onset of the secular reflationary debt cycle that peaked in 2006-08.

=====

THE PERFECT STORM
Tim Morgan

The economy is a surplus energy equation, not a monetary one, and growth in output (and in the global population) since the Industrial Revolution has resulted from the harnessing of ever-greater quantities of energy. But the critical relationship between energy production and the energy cost of extraction is now deteriorating so rapidly that the economy as we have known it for more than two centuries is beginning to unravel.

http://ftalphaville.ft.com/files/2013/01/Perfect-Storm-LR.pdf

=====

The impossible replacement of oil by alternative sources

While oil has many other important uses (lubrication, plastics, roadways, roofing) this section considers only its use as an energy source. The CMO (cubic mile of oil) is a powerful means of understanding the difficulty of replacing oil energy by other sources. SRI International chemist Ripudaman Malhotra, used it to describe the looming energy crisis in sobering terms. Malhotra illustrates the problem of producing one CMO energy that we currently derive from oil each year from five different alternative sources. Installing capacity to produce 1 CMO per year requires long and significant development.

Allowing fifty years to develop the requisite capacity, 1 CMO of energy per year could be produced by any one of these developments:

4 Three Gorges Dams, developed each year for 50 years, or
52 nuclear power plants, developed each year for 50 years, or
104 coal-fired power plants, developed each year for 50 years, or
32,850 wind turbines, developed each year for 50 years, or
91,250,000 rooftop solar photovoltaic panels developed each year for 50 years

etc…

Consumo annuale di petrolio = 1,26 CMO

Riserve note di petrolio producibili = 30 CMO

=====

WILL PEOPLE EVER UNDERSTAND WHERE THE TRAIN IS GOING TO ?

pdf79
Scritto il 7 Giugno 2015 at 16:39

john_ludd@finanza,

Stasera leggo THE PERFECT STORM, per adesso bellissime le foto inserite ne documento!saluti esco a godermi il sole, è gratis.

Gigi
Scritto il 8 Giugno 2015 at 10:47

Nessuno sta “comprando tempo” fine a se stesso.
Comprare tempo costa, costa molto e alla fine devi pagare anche di più.
La Troika non è così stupida da non saperlo.
Se un Paese non ha i soldi per pagare i propri debiti, l’unica soluzione è un haircut.
Ma non ha senso un haircut senza avere il controllo di ciò che rimane dopo.
Quello che la Troika sta cercando di ottenere non è evitare l’inevitabile haircut, ma di trovarsi di nuovo davanti ad una nuova insolvenza dopo l’haircut. In altre parole la Grecia deve sbarazzarsi di menestrelli saliti al potere esclusivamente urlando nelle piazze contro la Merkel, poi deve avviare un doloroso percorso che porti ad una crescita seria e sostenibile, poi sarà possibile procedere con l’haircut. Per tutto ciò occorrerà ancora qualche mese.
Fidatevi, lo faccio di mestiere.

    Scritto il 8 Giugno 2015 at 11:18

    Sono d’accordo con te. Però al momento il “comprare tempo” è l’unica soluzione per rimandare il problema di qualche settimana tranquillizzando il mercato. Nel frattempo però qualcosa dovrà succedere. E come hai detto giustamente tu, dovrà essere un qualcosa di particolarmente invasivo. Altrimenti la questione resterà irrisolta.

lukeof
Scritto il 8 Giugno 2015 at 13:37

Gigi,

Io francamente avrei qualche serio dubbio sul fatto che la Grecia possa “sbarazzarsi degli ipotetici menestrelli”.
Il “doloroso percorso” i Greci l’hanno già fatto, e non si cava sangue dalle rape.
Quindi, Tsipras compra tempo, la troika compra tempo, ma ho la vaga impressione che la UE dovrà riconsiderare la posizione sul debito, o molto semplicemente Tsipras non lo paga, tutto qui.

Gigi
Scritto il 8 Giugno 2015 at 13:47

Il doloroso percorso non è ancora compiuto, le richieste della Troika non sono state ancora tutte soddisfatte. Tsipras non deciderà se pagare o meno, la prima scelta è fuori dalla sua portata.
L’haircut è inevitabile, quello che bisogna organizzare è il dopo.
E bisogna farlo subito, prima del default. Oppure sarà un default inutile.

paolo41
Scritto il 8 Giugno 2015 at 14:20

Gigi,

ritengo che manchi un aspetto rilevante nel tuo commento su cui concordo in linea di massima: puoi fare l’haircut e trovare un compromesso sulle azioni che la Tsipras deve fare per ridurre le spese, ma non è sufficiente, anzi riduce il PIL.
L ‘attuale economia reale ellenica non ha possibilità di sviluppare accettabili avanzi primari ed è quindi necessario un piccolo “piano Marshall” per rilanciare sia l’asfittica parte industriale che quella agricola che quella turistica. inoltre è necessario dimettere diversi assets (porti, utilities, etc e anche isole!!!) per creare un flusso di cassa positivo. E non puoi fare questo in un mese, a dimostrazione che ambo le parti non hanno voglia di trovare una soluzione!!!!!!

Gigi
Scritto il 8 Giugno 2015 at 15:06

Piano Marshall, dismissione di asset, riduzione delle spese……. sono tutte opzioni possibili, anzi probabili, meglio dire necessarie, ma richiedono tempo. E’ per questo che ho parlato di qualche mese. Nel frattempo sarà sostituito Tsipras che ha fatto promesse opposte ai propri elettori.

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