ITALIA: ricco paese dalle occasioni PERSE

Scritto il alle 09:00 da Danilo DT

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Non credo sia necessario diventare fare uno spot alla nostra Bella Italia. E’ chiaro infatti che il nostro paese è ricchissimo di storia, di monumenti, di cose da vedere. Ma è anche il paese del mangiare bene, del bel clima, insomma…l’Italia ha la fortuna di essere un paese che ha tutte le caratteristiche per essere, sulla carta, il più bel posto da visitare al mondo. È impossibile trovare un posto come l’Italia… Ma è veramente incredibile come NON riusciamo a sfruttare questo patrimonio.
I dati recentemente usciti sul turismo in Italia sono abbastanza contradditori.

Tra il 2001 e il 2015 gli arrivi in Italia sono aumentati del 50%, raggiungendo la soglia di 53 milioni; questi maggiori arrivi non si sono, però, tradotti in proporzionali incrementi di entrate a causa di una minore permanenza media (da 4,1 a 3,6 giorni tra il 2001 e il 2015) e della conseguente riduzione del 35% della spesa pro capite reale (da 1.035 a 670 euro). (Source

Gli arrivi in Italia sono aumentati, il che sarebbe anche positivo, Però poi si va a vedere che dal 2001 ad oggi, il nostro Paese ha “perso” 38 miliardi di entrate valutarie derivanti dal turismo internazionale. Inoltre è impressionante scoprire che, per il turismo internazionale, esistono sono 4 regioni.

Oltre il 60% degli arrivi internazionali in Italia è assorbito da 4 Regioni: Veneto, Lombardia, Toscana e Lazio. E, nel Mezzogiorno, le Isole risultano più attrattive della parte continentale evidenziando che il problema di queste regioni è solo parzialmente legato alla scarsa dotazione infrastrutturale mentre è fortemente connesso a dotazione e qualità media dei servizi. In sintesi, il turismo in Italia si conferma come una straordinaria risorsa e un importante volano di sviluppo e crescita, ma una domanda sempre più “mordi e fuggi” impone un ripensamento del nostro modello di offerta che ne valorizzi ancor di più qualità e fruibilità creando così le condizioni per prolungare la permanenza dei turisti.

Quindi il mondo sa che l’Italia è bellissima, ma non ha infrastrutture per poi permettono di poter sfruttare a dovere il turismo. Insomma, abbiamo un immane tesoro in casa, la gente viene a vederlo di sfuggita ma poi scappa via! Possibile che proprio non ce ne rendiamo conto, caro duo Renzi-Franceschini? MA non solo. Un amico mi ha girato ieri questa slide. Mi ha fatto veramente arrabbiare trovare il nostro paese dietro a realtà che hanno molto meno di noi ma che, evidentemente, sanno vendersi meglio.
Se vogliamo ripartire, iniziamo a valorizzare quello che abbiamo, che forse è meglio.

arrivo-turisti

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Danilo DT

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1 commento Commenta
draziz
Scritto il 26 Marzo 2016 at 15:22

Se la disponibilità media pro-capite di spesa da destinare alle vacanze è calata in Italia, non pensiamo che non sia successo così anche all’estero.
Quindi chiunque cerca di ottenere il massimo (leggasi periodo di ferie – giorni di vacanza) con la minor spesa.
Nella nostra ridente (si fa per dire…) nazione è stato inventato di tutto per estorcere denaro sotto forma di extratasse e prelievi vari, non ultima una grottesca imposta di soggiorno e soprattutto una miriade di balzelli locali che hanno fatto lievitare il costo per ogni impresa fino a oltre il 500% in circa 10 anni…
Ogni impresa è stata caricata con uno sproposito di tasse e prelievi con la promessa di maggiori servizi e benefici come da teoria del prelievo fiscale da dare in pasto ai polli.
Gli alberghi ed i ristoranti, che come è noto vorrebbero campare anche grazie al turismo, non hanno potuto far altro che girare al consumatore i maggiori costi di impresa.
Il turista, che secondo il legislatore nostrano è carne da cannone, oggetto primo ed ultimo quindi delle bramosie di tutti gli attori non solo del comparto turismo, quando progetta un viaggio nel nostro Paese, si è abituato a fare di conto, confrontando l’offerta ed i relativi costi con quelli di altre località estere e decidendo di mandare aff… Paese, legislatore e chi pensa di continuare a campare di rapina mascherata da sigillo di presunta qualità e storicità quale quella proposta da molti luoghi nazionali.

Se il turnover medio del settore ristorazione nazionale (impresa che apre, tenta di restare sul mercato, ci riesce o chiude) è oramai pari a circa il 50% ogni 5 anni, vuol proprio dire che così non si dura, anzi…
Il patrimonio c’è e potrebbe essere sfruttato meglio senza ombra di dubbio, ma con meno tasse, meno balzelli locali (la conoscete la tassa sull’ombra? In Italia c’è, fa ridere i polli di tutte le nazioni ed è continuo motivo di contenzioso e burocrazia…che caso raro vero?), meno ostacoli alla libera impresa nazionale.
L’alternativa?
Ma non avete visto lo sviluppo di imprese straniere nel settore Horeca (hotel, ristorazione, catering) degli ultimi anni?
Tra poco anche le spiagge passano in mano straniera…
Svegliaaaaaaa…!!!

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