ITALIA: dalle stelle alle stalle

Scritto il alle 14:30 da Danilo DT

Dai fazi visti nella storia, alla medaglia di legno nella classifica OCSE. E uscirne non sarà facile.

L’Italia è un paese che è stato nella storia un grande protagonista. Se parliamo dell’epoca romana, credo che tutti siano d’accordo nel vedere l’Italia, assieme alla Grecia, due tra i principali centri economico-culturali del mondo economico sociale.
Curioso destino proprio per due dei paesi peggio messi in questo momento.
Successivamente, parliamo di Medio Evo post invasioni barbariche, l’Italia ha vissuto un periodo di lunga transizione che porta il paese a “vivacchiare” in “austerity” fino al XIX secolo. E poi c’è stata la rivoluzione industriale dove tutto il mondo ha visto quell’accellerazione che poi ha portato l’economia a fare il salto di qualità.

Non voglio star qui a farvi la cronistoria delle vicende italiche. Voglio solo portare ai vostri occhi questo grafico, che mette a nudo il momento storico veramente unico ed importante per l’economia italiana.

Come vedete, dal Dopo guerra, per l’Italia MAI si era visto una situazione così complessa, un periodo di così forte rallentamento economico. Se poi prendete in esame il periodo 2002-2011, c’è da mettersi le mani nei capelli. Un momento quindi epocale che deve essere vissuto con la giusta attenzione. Questa, come vedete (e come ribadiamo da tempo) non è una recessione tradizionale.
Ed a conferma di tutto quanto vi sto dicendo è quest’ultimo grafico, dove si vede l’andamento economico dei paesi OCSE con la media degli stessi più gli estremi positivi e negativi. Come vedete MAI l’Italia era stata la PEGGIORE. Il motivo? E’ una realtà soffocata da un’austerity imposta che non ci permette tregua. Ma notate bene, è una realtà che ci siamo creati con le nostre mani, a causa della malagestione e dell’accumulo del debito.

Sicuramente molti di voi vedranno una certa coincidenza tra l’inizio del rallentamento e la nascita dell’Euro. Io continuo a pensare che l’Euro può al massimo aver accelerato alcuni processi recessivi ma sempre e solo a causa di una MALAGESTIONE a monte.

Non aggiungo altro. Già sapevate che l’Italia non era messa bene. E la cosa che mi preoccupa è che se non si interviene in modo veramente “rivoluzionario” come MAI si è fatto in passato, visto che questa recessione è altrettanto unica, NON ne verremo fuori.

Cosa occorre?
Beh, la lista è lunga ma io martello sulle solite utopie. Un cambio di registro nella gestione del bene comune, una limitazione del potere delle lobby, una rivoluzione culturale della classe politica. E poi sacrifici, sicuramente, ma non FINI a se stessi. Sacrifici importanti ma costruttivi, che creino quindi i presupposti per una VERA e non fantomatica ripresa economica.
Altrimenti, semplicemente, si affonda.

[Charts from SSRN] 

STAY TUNED!

Danilo DT

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12 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 14:47

Danilo, bellissimo come post…. deprimente per il popolo …….

dfumagalli
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 15:26

Bel post a partire dalla immagine con l’ “evoluzione”.

Tuttavia c’é una regola fissa e sicura: che un sistema non si cambia MAI da solo e tanto meno dal suo interno.

Corollario: l’Italia affonderà fino al punto che capiterà quello che è sempre capitato nella storia dei paesi tiranneggiati e distrutti da vertici inetti: il popolo prenderà la situazione in mano, spesso con le brutte maniere.

draziz
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 15:41

dfumagalli@finanza,

Seeeeee… cierto, cierto…
Una bbella partitella di ballone in tivvù, una rincuorante guardatina al tiggì delle 20.00 (l’ha ddetto la televvisione e allora sarà vero no…?) ed una toccatina per scaramanzia così tutto il bene si avverà…
Ahhh, già me shcurdavo… una preghierina alla Maronna… che ci penzi Lei, tutto andrà bbene, vedrai…

E così abbiamo iniziato la ripresa, cioè a rifare le stesse cose di prima con una classe politica di delinquenti (usare i soldi pubblici per cene, viaggi, regali e via dicendo) ed in galera non ce ne va uno…
Potremo anche riaprire le fabbriche e produrre a ritmi cinesi, ma prima dobbiamo tuffare certa gente nel cesso e tirare la corda…
Non penso che la mossa verrà dall’attuale popolo italiano, ahimé non credo proprio…

ll64
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 18:11

occorre:
una riforma della giustizia che spazzi via le toghe politicizzate
i sindacati devono tornare a fare i sindacati e non i politici (rotta di collisione con la CGIL)
licenziare in massa inpiegati pubblici inutili
eliminare tutti i privilegi dei partitocrati
ridurre le tasse a 23% fino a 50.000 – 33% oltre
eliminare tutti i balzelli sui beni di lusso, sulle abitazioni sulla gestione dei capitali
azzerare la burocrazia, prendendo provvedimenti esemplari contro le amministrazioni che ostacolano l’economia.

tutto il resto è declino, fuga di cervelli e miseria

Vincent Vega
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 18:21

ll64@finanzaonline:
occorre:

licenziare in massa inpiegati pubblici inutili

come gestisci i disoccupati?

draziz
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 19:29

Vincent Vega,

dei veri corsi di riqualificazione, non quelli attuali per i cassintegrati… mio figlio di 11 anni impara di più alle medie…
vera voglia di lavorare senza tirare a campare per la fine del mese e le ferie e magari neanche la malattia con 37,5 di febbre…
parte dello stipendio veramente legata alla produttività e non alla voglia di evitare le grane con il sindacalista di turno (quoto per CGIL) e pane ed acqua anche per i dirigenti: sulla barca si rema tutti insieme, senza nessuno che si passa lo smalto alle unghie vantando amicizie politiche…

Vincent Vega
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 20:30

se provi a mettere un indice di produttività o efficienza nel pubblico ti danno fuoco 😀 😀

calciatore
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 21:28

Purtroppo non si vuole prendere coscienza della realta’ , il fatto che l’italia e’ gia’ fallita sia dal punto di vista economico, politico, fiscale , imprenditoriale. Il punto di non ritorno e’ gia’ oltrepassato da un pezzo. Nessuno in europa salvera’ l’italia , bisogna solo dare tempo alla grande finanza di approntare la giusta strategia per guadagnare il piu’ possibile dal crack dei piigs. dal crack dell’euro dal crack della UE. Se si pensa che il francese o il tedesco lavorino solo 1 ora per devolvere il ricavato per la salvezza dell’italia, beh allora si e’ veramente ingenui. l’europa non esiste, e’ tutta una finzione che scomparira’ presto inghiottita dalla prossima depressione deflazionaria……….

gioc
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 23:07

Che fossimo messi male non se ne era accorto nessuno. Meno male che ci hai avvertiti. Naturalmente l’Euro non c’entra nulla. Bisogna avere coraggio , fare le riforme ssssstruttturali. Io proporrei la vendita di tutto il patrimonio pubblico , beni archeologici compresi. L’eliminazione fisica degli anziani sopra i 75 anni così risparmiamo sulle pensioni e la vendita del Sud Tirolo all’Austria e della Val D’Aosta alla Francia. Se non basta la Sicilia a qualche fondo Sovrano arabo. Così ci liberiamo pure dalla mafia .

idleproc
Scritto il 24 Ottobre 2013 at 23:20

L’unica cosa che temono quelli che hanno gestito il gioco (lo hanno detto tra loro e qualche volta scritto), è una forte reazione nazionalista, ovviamente non solo in Italia.
Sto parlando di nazionalismo e basta non di ritorni a passati chiusi storicamente, è ciò che temono i TBTF e gli oligopoli finanziari o meno sovracontinentali e i sistemi di potere che hanno creato e che sono estremamente centralizzati.
Gli cadrebbe il gioco della globalizzazione gestita in modo criminale.
Accadrà.

gioc
Scritto il 25 Ottobre 2013 at 00:21

idleproc@finanza,

Se continuano ad affamare la gente altro che reazione nazionalista. Un regime autoritario o la rivoluzione. Non vedo altro. Quanto alla reazione nazionalista solo la Francia può far saltare il tavolo e se la geopolitica ha un minimo di senso, come dici accadrà. Solo, certo, non lo farà per difendere i nostri interessi ma quelli dei Francesi.

doge
Scritto il 25 Ottobre 2013 at 17:50

L’eliminazione fisica degli anziani sopra i 75…..

Da oggi tutti quelli con meno di 75 anni avranno 76 anni. Non male la soluzione Gioc 🙂

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