Inflazione USA che sfiora la deflazione

Scritto il alle 15:45 da Danilo DT

Tasso inflazione meno cibo ed energia porta ad uno scenario vicino alla Stagflazione

Al momento i problemi che si hanno in Cina (rischio inflazione e surriscaldamento dell’economia) non sono certo problemi che si possono trovare negli Stati Uniti. L’economia a stelle e striscie, oltre ad essere drogata dalla valanga di incentivi e dal sostegno pubblico, continua ad essere decisamente fredda.

A conferma di tutto ciò, tornando proprio alla tematica “inflazione” che tanto preoccupa il paese della grande Muraglia, vi propongo un paio di grafici che la dicono lunga sulla crescita USA e su dove i prezzi stiano realmente salendo.
Premessa: la FED ha stabilito quella soglia inflattiva che possiamo definire come di “inflazione buona”. Ovvero, un tasso inflazione pari al 2% è considerato il tasso inflazione ideale. Ma le cose sono al momento ben distanti da questi livelli. Infatti, malgrado la politica mometaria decisamente espansiva, non solo il denaro non circola e non genera inflazione, ma i prezzi proprio non ne vogliono sapere di salire.
Guardate il classico grafico del CPI (consumer Price Index), ovvero l’indice dei prezzi al consumio USA

CPI: Consumer Price Index

Consumer Price Index USA

Ora guardatelo depurato dai due componenti “di necessità”, ovvero alimentari e combustibili.

CPI Ex Food & Energy

Consumer Price Index Ex Food and Energy

Se infatti il tasso inflazione “normale” sembra in stabilizzazione, quello senza cibo ed energia ci fa vedere un trend dei prezzi ancora fortemente rallentato.
Quindi l’inasprimento di derrate alimentari e petrolio non solo è ben accetto dal Governo ma addirittura è una benedizione per mantenere i prezzi “sufficientemente” in tensione. Che sia pilotato anche questo? Sicuramente si, o comunque sono visti di buon occhio e non vengono certo combattuti. Infatti se il petrolio dovesse tornare a dei livelli di prezzo “consoni alla logica” sarebbe deflazione. Che sommata alla situazione economica REALE attuale significherebbe STAGFLAZIONE.
Non proprio un bel quadretto per Obama, Bernanke e per tutta la cricca…

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DT

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8 commenti Commenta
m75035
Scritto il 27 Dicembre 2010 at 16:09

…interessante!

hironibiki
Scritto il 27 Dicembre 2010 at 17:05

Leggevo…
—-
All’ombra del Big Ben il 2011 ha il sapore amaro della tristezza: lo pensano due terzi degli inglesi
…. A vederla più nera di tutti sono le donne e gli adulti tra i 35 e i 54 anni, mentre i più ottimisti sono i giovani tra i 18 e i 34 anni, che nonostante tutto si aspettano che la loro qualità di vita migliori e che per il 2011 prevedono di trascorrere altrettante serate fuori con gli amici che nel 2010.
—–
AHAHAH ma i giovani tra i 18 e i 34 anni si preoccupano solo di uscire con gli amici come l’anno precedente??? Ah beh siamo messi bene. :mrgreen:

battista
Scritto il 27 Dicembre 2010 at 19:16

Ciao Dt

spero tutti abbiate passato un buon Natale …

Prova a mandare in copia il post alla Valerio , cosi’ scombussolata che tu stessi dicendo cose poco convenienti ( insomma , settimana scorsa President Obama ha detto …. tutto perfetto )

Rialzista o ribassista , insomma , ce lo dica ? 😆

Ciao , un saluto

    Scritto il 28 Dicembre 2010 at 00:58

    Le interviste con la Valerio sono sempre “complicate” nel senso che alla fine non capisco mai cosa vuol sentirsi dire… Certo, so che forse indipendenza e “controtendenza” può dare fastidio. Però a volte è lei stessa che si infila in vicoli ciechi.
    Non so se hai seguito l’intervista, se non erro, di giovedì scorso.
    Ad un certo punto ha detto: “ma allora conviene comprare quando scende perchè poi sale oppure vendere quando sale per chè poi scende?” (un qualcosa del genere….). io sono rimasto un secondo zitto, stavo per dire….EHHHH? ma poi ho risposto in modo diplomatico dicendo tutto e niente…
    CMQ credo di essermi quantomeno difeso oggi…. Poi per carità….così alla sprovvista non è certo facile…

amensa
Scritto il 28 Dicembre 2010 at 01:35

a me pare ch eormai la media del pollo sia fatta da chi dà solo una leccata ad un pollo e da chi li butta ancora prima di cuocerli.
quando gli alimentari rendono piatta la liea dei consumi ch ealtrimenti tende a sprofondare, significa che si stà chiedendo ulteriori sacrifici a chi già con tre lavori giornalieri mangia a malapena, e tutti gli altri che seduti in poltrona continano a ritmare “lavorate, lavorate, lavorate”!
una società talmente squilibrata nel carico di lavoro e redditi, da rischiare il collasso ad ogni santo giorno.
forse sarò pessimista, ma a sto punto l’unica cosa ch emi aspetto, è una rivolta.

hironibiki
Scritto il 28 Dicembre 2010 at 09:28

amensa@finanza,

Oppure un bel default..

battista
Scritto il 28 Dicembre 2010 at 09:32

Ciao DT

un saluto a tutti

e’ appena uscito il dato dell’ inflazione del Giappone , m/m – 0.3 , a/a + 0,1 % che mi sembra pazzesco

non si parla piu’ del Giappone ( salvo di possibile giapponesizzazione di altri Paesi , detto come pericolo ) , tutti parlano di presunta ( o fasulla ) ripresa per tutti i Paesi , fanno a gara su numeri che devono crescere , mentre per il Giappone non ho mai sentito neppure una notizia vera o fasulla che sia , nulla

e’ un Paese ormai che non conta piu’ nella nuova geografia mondiale ?

io ho cominciato a conoscerlo e frequentarlo nel 82 , al massimo del suo lustro , magnifico , ho apprezzato molto la gente , la loro cultura e la loro civilta’ , oggi e’ una tristezza

ciao e grazie per i vs commenti

fabio1
Scritto il 28 Dicembre 2010 at 15:19

@hironibiki

Il tuo commento sui giovani 18/34 anni era certamente ironico, ma purtroppo rispecchia esattamente la triste realtà della nostra società occidentale.
Non voglio generalizzare, ma sono pienamente convinto che questa generazione sia una generazione “persa e disgraziata”. Non fraintendete, però, il senso di questi termini.
Non li intendo in senso negativo ed accusatorio, ma proprio nel senso di “disgrazia”, “sfortuna”.
Generazione figlia di una generazione più fortunata economicamente ma ancor più “degenere” perchè li ha lasciati – sia a livello etico/educativo che economico – in braghe di tela.
Purtroppo la deriva della società (che non sto qui certo ad esaminare) li ha appiattiti e resi totalmente passivi di fronte alle difficoltà di oggi.
Il problema è che se a 20 o 30 anni non si prova neppure più reagire e ci si lascia vivere per inerzia (magari tra feste e vizietti), la dice lunga sulle possibilità future dell’Occidente….
😕

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