Il salario minimo

Scritto il alle 14:28 da lampo

Aggiornamento in fondo al post (24 dicembre 2011)

SALARIO MINIMO

Due parole. Di facile comprensione.

Eppure, negli ultimi giorni, la mia mente le ha rievocate più volte   💡 … come se il mio inconscio volesse dirmi qualcosa di più o indurmi a compiere chissà quale strano ragionamento sul loro significato.

Sì, certo… non preoccupatevi.

Me l’hanno già detto in tanti che non sono normale e ho qualche problema. 🙄

Oramai mi sono rassegnato… e come tutte le persone “un po’ strane”… quasi quasi ne sono contento. 😆

Ma torniamo al mio inconscio!

Alla fine… ha vinto lui. ❗

Vi spiego perché.

Mentre leggevo, come al solito, vari report economici, mi è balenato di fronte un grafico che confrontava il “salario minimo” di varie nazionalità.

Ecco spiegato l’arcano! Il mio inconscio voleva dirmi di provare a fare un confronto.

Da buon segugio, essendo diffidente per natura, specialmente quando si tratta di dati economici (è un altro dei miei problemi… cercate di assecondarmi  😉 ), tento di scovare la fonte originale.

Google, dopo aver digerito qualche parola chiave, finalmente mi presenta sul monitor, il risultato voluto.

Si tratta nientedimeno della Banca Mondiale (World Bank), creata nel 1944 assieme al Fondo Monetario Internazionale e ad altre istituzioni, subito dopo la firma dell’accordo di Bretton Woods.

Il report ([1]) intitolato “Doing Business 2012: Doing Business in a More Transparent World” confronta il funzionamento del mercato del lavoro (in particolare la sua regolamentazione) di ben 183 economie.

Ma prima di mostrarvi un grafico ricavato dai dati di tale rapporto, il mio inconscio mi ha rivelato un’altra cosa: la fonte di quelle due parole.

Si trattava della dichiarazione della nostra attuale Ministro del Lavoro effettuata lo scorso 11 dicembre alla trasmissione “In 1/2 ora” di Lucia Annunziata ([2]), di cui riporto una trascrizione di un breve estratto ([3])

Domanda di Lucia Annunziata:

“Parlando di ammortizzatori sociali, lei ha detto una frase che ha fatto gioire una parte della politica italiana. Ha parlato poche settimane fa, pochi giorni fa, scusi, di salario minimo. E’ scomparsa poi dal discorso. Ma è sempre almeno nel suo discorso o no? O e stato, così, una promessa…?”

Risposta del Ministro del Lavoro:

“No io l’ho detto a Bruxelles, in un contesto chiaramente europeo, nel quale debbo dire che, a non avere una sorta di reddito minimo di cittadinanza, sono soltanto pochissimi Paesi. E guarda caso sono i Paesi che più hanno problemi finanziari…quindi vuol dire che comunque non è questo a generare… non sono gli ammortizzatori sociali ben funzionanti a generare gli squilibri, ma sono altre storture. Io però ho detto chiaramente che non stavo parlando del programma del Governo, ma stavo dicendo, parlando di mie preferenze personali. Queste mie preferenze non sono cambiate e fino a quando sarò Ministro, in quanto io possa anche influenzare l’agenda del Governo, io penso che questo sia un tema di cittadinanza, un tema, ripeto, se mettiamo sulla giusta carreggiata l’economia, magari se ne potrà parlare in modo concreto, io credo in modo che non dissesta i conti perché non è questo il punto.”

Ho riportato integralmente la domanda e risposta per farvi capire che la mia citazione è da considerarsi assolutamente apolitica, solo come “spunto” per questo post.

Adesso arriviamo al grafico (cliccateci sopra per ingrandirlo): indica il salario minimo (se previsto dalla normativa) per un lavoratore di 19 anni oppure un apprendista ([1]).

Il dato è espresso in dollari Usa al mese.

Ho suddiviso i Paesi europei in due gruppi: UE 15 e UE 27 (Italia evidenziata in rosso).

Poi ho aggiunto, a titolo di confronto, i nuovi Paesi candidati ad entrare nell’UE, le economie emergenti (BRICS) e altre Nazioni, tra cui USA e Giappone (se siete curiosi di qualche altro Paese… chiedete pure nei commenti e, se disponibile, vi riporterò il dato).

Secondo me il risultato è molto eloquente… e non credo abbia bisogno di ulteriori spiegazioni.

Vi lascio riflettere da soli e, se volete, potete commentare come mai in Italia si voglia intervenire sul salario minimo…

Spettacolare il dato della Norvegia!

Se fossi un giovane disoccupato, in cerca di lavoro… dedicherei un po’ di tempo ad imparare questa lingua… oppure a tentarvi fortuna (per chi l’avesse perso, tempo fa avevo scritto un post su questo Paese: NORVEGIA E ITALIA: risorse per due modelli pensionistici diversi … dopo averlo letto capirete un ulteriore motivazione… per andarci!)

Non voglio entrare nel dibattito dei favorevoli o contrari al salario minimo.

Vi riassumo, in poche parole, le due posizioni.

I favorevoli ritengono che:

permette di evitare lo sfruttamento dei lavoratori, visto che garantisce loro una paga minima ed una dignità, grazie anche al fatto che, in tale modo, evitano di finire nel mercato del lavoro nero;

favorisce l’economia, in quanto oltre all’emersione del lavoro sommerso incentiva i consumi della fascia di popolazione più povera.

I contrari ritengono che:

aumenta la rigidità del mercato del lavoro, in quanto esclude i lavoratori che sarebbero disposti a fornire la propria manodopera per un salario inferiore al minimo di legge o nel mercato del lavoro nero;

è un aggravio di costi per le imprese, in termini di costo del lavoro e capitale;

è penalizzante per i lavoratori più emarginati (più poveri, emarginati, minoranze, privi di specializzazione), in quanto il datore di lavoro, dovendo pagare lo stesso stipendio, preferisce assumere un lavoratore con maggiori competenze professionali (più esperto) e/o più istruito, specialmente in periodi di crisi economica (come questo 😥 ).

Buona riflessione! 😉

Lampo

Aggiornamento del 24.12.2011

Come richiesto da Gaolin nei commenti ho provato ad aggiornare il grafico suindicato, in base all’Indice di Parità Prezzi, rapportato al PIL, della Banca Mondiale che risale al 2005 ([4]).

Tenete conto che dal 2005 in alcuni Paesi sono avvenuti molti sconvolgimenti economici (es. Grecia, Islanda, Russia, India, Brasile, ecc.).

Quindi consideratelo un semplice esercizio.

Per facilitarvi il confronto ho lasciato le Nazioni nello stesso ordine come erano riportate nel precedente grafico.

Se volete usare invece il Big Mac Index trovate gli ultimi dati risalenti al 2011 (non per tutti i Paesi riportati nel grafico) qui:

Big Mac Index 2011

I risultati ottenuti sono piuttosto simili all’utilizzo dell’Indice di Parità Prezzi rapportato al PIL.

P.S.

Notate la Norvegia… sempre in prima linea.

Lampo

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[1] World Bank – Doing Business 2012: Doing Business in a More Transparent World (18 ottobre 2011). Il grafico è stato costruito con i dati riportati da pag. 141 a 147 colonna “Minimum wage for a 19-year-old worker or an apprentice (US$/month)”

[2] Repubblica – Affari & Finanza – Fornero apre a salario minimo, è un tema di cittadinanza (11 dicembre 2011).

[3] RAI – In 1/2 ora – Puntata dell’11 dicembre 2011. Potete visualizzare la trasmissione al link e sentire direttamente la dichiarazione del Ministro (dal minuto 25 e 4 secondi al minuto 26 e 30 secondi circa).

[4] World Bank – 2005 International Comparison Program (Febbraio 2008): i dati del precedente rapporto sono stati corretti per il GDP Price Level Index riportato a pag. 18 Tabella n. 2.

13 commenti Commenta
leone51
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 14:41

Penso che il comportamento di dare un salario minimo se ben regolamentato , potrebbe veramente risollevare l’economia.
Perchè invece di aiutare sempre le baqnche si farebbe circolare più soldi e di conseguenza riprenderebbe a girare il motore dell’economia che ormai è fermo

lukeof
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 15:27

Vorrei ben sapere sulla base di quali dati la World bank “assegnerebbe” 1641 dollari di “salario minimo” ad un apprendista nostrano.
Mi risulta che un apprendista da noi puo’ anche essere “registrato” a ben meno dell’equivalente di 1000 dollari.

lampo
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 16:01

lukeof@finanza,

Non l’ho inserito nel post per non appesantirlo… ma ero sicuro che me lo chiedevate.

Pag. 59 del rapporto. Traduco sinteticamente:
Ipotesi circa il lavoratore:
• dipendente maschio, non esecutivo, che lavora a tempo pieno;
• guadagna durante il periodo lavorativo, uno stipendio medio più benefit equivalente al salario medio dell’economia del Paese analizzato;
• ha un periodo lavorativo più comune per i lavoratori di quell’economia;
• appartiene alla stessa razza e religione della maggior parte dei cittadini residenti;
• risiede nella più grande città (in termini di affari) del Paese;
• non è un iscritto a un sindacato, a meno che tale iscrizione sia obbligatoria.

Ipotesi per l’impresa:
• è una società a responsabilità limitata (tipo srl per intenderci);
• opera nella più grande città (in termini di affari) del Paese;
• è interamente posseduta da connazionali;
• opera nel settore manifatturiero;
• ha 60 dipendenti;
• rispetta la contrattazione collettiva applicata ad almeno la metà dei dipendenti appartenenti a quel settore manifatturiero, e che si applica anche ai lavoratori che non l’hanno sottoscritto.

Tenete conto che il rapporto è di poco più di 200 pagine. Nel post ho cercato di sintetizzare un aspetto.

Se avete altre domande o richieste di precisazione… stasera, sul tardi, vi risponderò volentieri.
Esco a far spese per promuovere l’economia reale…

kry
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 17:00

La Norvegia è un paese affascinante,d’inverno un pò freddo, per poterci lavorare non è necessario conoscere la loro lingua al telefono tra loro spesso parlano in inglese. Del grafico mi ha incoriosito il dato dell’India, meno di 30$ contro i 180 della Cina. Entrambe sono 1,3 miliardi di persone, penso che in futuro continueremo a vederne delle belle riguardo a prodotti che arriveranno dai paesi asiatici.

vichingo
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 18:35

Il salario minimo è frutto di dure battaglie che dà dignità al lavoratore, il quale dovrebbe avere le competenze richieste dal suo datore di lavoro. Sulla Norvegia mi sono espresso positivamente per esserci stato in passato ( ha ispirato il mio nickname), in quanto la macchina dello stato funziona e le persone godono di un discreto benessere. Buone feste a tutti. 😀

raffaele9
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 19:19

Sempre preziosi , mi aiutano a formulare ,i possibili scenari socio economici con i quali si scontreranno i miei figli ,e le possibili strade da percorre per un futuro piu’ azzurro.
Be’, pero,’ quasi quasi un pensierino alla Norvegia anzi approfitto per chiedere a Lampo se ha notizie utili.
Auguri a tutti e un GRAZIE a al MAGICO Lampo

lampo
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 23:15

Buone feste anche a voi.

vichingo,

Sì, anche se dalla mia breve esperienza in Svezia, è tutto troppo pianificato (forse per questo avevano un così alto tasso di suicidi…).
Ma ovviamente la mia è una considerazione personale… di un cittadino che è abituato a vivere in un Paese dove il termine “pianificazione” è qualcosa ancora di sconosciuto (si compra per caso dal fornaio? :mrgreen: )
Ha anche un lato molto positivo che mi ha impressionato: il rispetto della natura (magnifica!) e il rispetto e l’organizzazione nel lavoro… quindi parola stress che è poco conosciuta, almeno come la intendiamo noi.

raffaele9@finanzaonline,

No… non sono mai stato in Norvegia, anche se ho alcuni conoscenti che vi sono stati e mi hanno raccontato molte cose, oltre ad avere letto molti articoli che trattano di questo Paese.
Per i tuoi figli… ti posso solo consigliare di insegnargli a mettere passione in tutto quello che fanno… indipendentemente dalle inclinazioni. Il tempo farà il resto…

vale77
Scritto il 22 Dicembre 2011 at 23:35

quello di cui in parte hai parlato DT in altro post..
interessante il video.. terribile direi

http://www.nocensura.com/2011/12/esclusivo-ecco-il-vero-obiettivo-di.html

gaolin
Scritto il 23 Dicembre 2011 at 14:31

Molto interessante il grafico che dà la misura dei salari ufficiali minimi nel mondo.
I valori però sono fuorvianti perchè non sono messi in relazione con il potere d’acquisto dei rispettivi paesi.
Risultato: nessuno può capirci nulla se sono salari da fame oppure da nababbi.
Per quanto ne so per diretta esperienza, aggiornata ad oggi, posso dire che:

IL salario minimo cinese sarà nel 2012 del 40% più alto rispetto al valore riportato, a cui corrisponde un potere d’acquisto circa 4 volte più elevato , con riferimento ai prezzi in Italia. Ovvero in Cina i prezzi dei beni di prima necessità ma non solo, sono 25% di quelli italiani.

In Polonia il dato è corretto per il 2011 ma anche lì il costo della vita è meno della metà di quello nostrano.
Stesso discorso per l’Ungheria

Insomma i salari in Cina non sono bassi ma lo diventano nell’immaginario collettivo, se convertiti in altra valuta forte. EUR ad esempio.

lampo
Scritto il 23 Dicembre 2011 at 16:18

gaolin@finanza,

Concordo… ci vorrebbe proprio tale confronto. 😉

Se trovo qualche report attendibile che effettua tale confronto per i vari Paesi analizzati proverò a formulare un nuovo grafico corretto per potere di acquisto.
Avevo pensato di usare il solito indice: il Big Mac! Ma lo ritengo fuorviante, visto che non tutti i Paesi hanno le stesse abitudini alimentari.

Vediamo cosa riesco a trovare in questi giorni…

24.12.2011 – Aggiornamento inserito… come richiesto.

perplessa
Scritto il 25 Dicembre 2011 at 20:21

gaolin@finanza:

I valori però sono fuorvianti perchè non sono messi in relazione con il potere d’acquisto dei rispettivi paesi.

sono daccordo, nei paesi in via di sviluppo, il cibo è mediamente assai meno caro. allego foto mercato pesce Panama da me scattata nel 2008 $1,50 la libbra un dentice. Prezzi ancora inferiori del pesce li ho riscontrati a Tobago,dove però si fatica a trovare la carne. chi è stato in Messico sa che si può cenare con pochi pesos

perplessa
Scritto il 25 Dicembre 2011 at 20:29

perplessa@finanza,

perchè un paio di Timberland devono triplicare traversando l’Oceano?

perplessa
Scritto il 25 Dicembre 2011 at 20:37

sul motivo per cui i salari sono bassi, è chiarificatorequesto articolo del Manifesto, che condivido pienamente:
http://www.ilmanifesto.it/attualita/notizie/mricN/6134/

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