Il riscatto del Dollaro USA

Scritto il alle 12:27 da Danilo DT

dollar

C’è poco da fare, questa fase di mercato ha un protagonista. E questo protagonista è il Dollaro USA.

Se l’azionario per certi versi “annoia”, il Dollaro USA invece sta facendo le “bizze”. Movimenti che in molti considerano anomali soprattutto in un quadro intermarket logico. E, devo ammetterlo, io ero tra questi “molti”. Ma poi, andando a fondo della questione, ho trovato delle chiavi di lettura che giustificano in modo, secondo me, sufficientemente  chiaro cosa sta accadendo sul mercato valutario. Ma andiamo per ordine.

 

Carry trade: il protagonista prima, adesso e …poi

 

Avete sicuramente letto in passato tutto quanto scritto sul carry trade, ovvero su quell’attività che consiste nell’indebitarsi in una valuta “cheap” per andare ad impiegare il denaro in settori e mercati più redditizi.

La valuta usata per il carry trade è stata negli ultimi mesi il Dollaro USA.
La dinamica di carry trade comportava quindi l’indebitamento in dollari USA e l’acquisto di materie prime, equity e bonds. La conseguenza è stata quindi una violenta correlazione inversa tra il Dollar Index e le borse in generale. Qui sotto potete vedere il grafico tra Dollar Index e SP 500.

sp-500-dxy-spread

Ma ultimamente… qualcosa è cambiato. Il dollaro USA recupera terreno in modo vigoroso, l’Euro perde terreno, e le borse, anziché scendere, restano in “stand by”. Scenario che era assolutamente normale in altri tempi ma completamente anomalo se si vanno ad analizzare le dinamiche di mercato degli ultimi mesi. Domanda: ma cosa diavolo sta succedendo?

 

I motivi del rimbalzo del Dollaro USA

 

I motivi che vanno a giustificare la nuova forza del Dollaro USA sono molteplici.

1) Tanto per cominciare sono di natura macroeconomica. Negli ultimi giorno sono affiorati dati che hanno portato nuova linfa vitale e nuova speranza in una crescita economica che non scemerà ma che continuerà a persistere. Come ad esempio il dato di ieri sulla produzione industriale che cresce più del previsto e la capacità degli impianti, migliore delle attese. Ovviamente ci sono anche tantissimi “rovesci della medaglia” ma ne abbiamo parlato tantissime volte in passato, con un aggiornamento non più di qualche giorno fa. Una crescita economica USA “credibile” porta di riflesso un rafforzamento presunto dell’economia e della valuta che la caratterizza. E questa valuta è il Dollaro USA.

2) Inoltre crescita economica significa anche aumento dell’inflazione. O per lo meno questo è quanto si aspetta il mercato. A questo proposito oggi si riunisce la FED, la Federal Reserve, con il consueto FOMC (Federal Open Market Committee). Ovviamente non ci sono attese di novità particolari, ma c’è chi pensa a dun discorso di Ben Bernanke indirizzato ad un possibile aumento del tasso di interesse, limitato, già a partire dal prossimo trimestre. Il che significherebbe rendere più “caro” il Dollaro e, indirettamente, procurerebbe degli oneri maggiori ha chi si è indebitato in Dollari USA per il carry trade a causa dell’aumento degli interessi. E questo è un motivo di potenziale chiusura di alcune posizioni di carry trade sul dollaro. Ma….i conti non tornano. Se chiudo un carry trade, devo per forza di cose vendere asset per generarmi la provvista. Teoricamente si, praticamente no… Ma andiamo avanti.

3) Il Dollaro USA sta prendendo forza contro tutte le valute, ma è soprattutto contro Euro che andiamo a focalizzarci con questa analisi. E i motivi, come detto prima sono sia per merito del Dollaro USA ma, attenzione, anche di demerito dell’Euro. Infatti non possiamo certo dimenticare che nell’area Euro ci sono tanti bei problemini. Tanto per cominciare il caso Grecia. Il rischio default del paese ellenico non aiuta la valuta europea. E poi… il settore bancario. La sensazione che si ha è che la crisi delle banche USA sia quasi al capolinea (ripeto, sensazione, e il mercato vive di emozioni, anche se i conti si faranno poi alla fine…) mentre invece in Europa, la situazione sembra ancora di “work in progress”. Lo testimoniano i miei post sulla leva finanziaria, ad esempio. Avrete visto (e cliccando su “leva finanziaria “ potete fare un ripassino) come stanno di salute le banche Europee. Diciamo che la ristrutturazione del sistema bancario nel Vecchio Continente è ancora lontana dall’essere completata. Lo testimonia il recentissimo bail out della banca austriaca Hypo Alpe Adria Bank, che ha costretto il governo austriaco ad un’iniezione di liquidità pari a 450 milioni di Euro con conseguente nazionalizzazione. Se po andiamo ad aggiungere i dati dello Zew di ieri, in pieno contrasto coi dati paritetici usciti negli USA, beh, il gioco è fatto e a livello deduttivo la lezione è chiara: il mercato vede un Europa che annaspa, in difficoltà, mentre invece negli USA la situazione sta migliorando. Per certi versi sembra quasi che la perturbazione si sia spostata dagli USA, dove ora sta tornando un po’ di sereno, ma le nebi ora sono arrivate in Europa. E qui c’è paura di un bel temporale…

4) Se poi andiamo a vedere i dati al CME, vediamo che il COT si presenta in modo molto interessante. Vi presento più sotto il COT dell’ Eurodollaro a 3 mesi. Come potete vedere, dal punto di vista speculativo (non commercials) potete notare un crollo dei longhisti (-214472). Quindi, sembra chiaro. Il mercato punta sul Dollaro USA, soprattutto a scapito dell’Euro.

Tutto bene direi, ma a questo punto c’è una cosa che non torna: il carry trade.

 

Carry trade: e se fosse che…

 

Il rafforzamento del dollaro USA comporterebbe in via teorica, come detto, a livello compensativo una correzione dell’equity (mentre petrolio e oro hanno dato il giusto). Ma questo non avviene. Ma allora, chi ha fatto carry trade sul Dollaro USA e vuole chiudere le posizioni temendo un ulteriore rafforzamento della valuta americana, che può fare se nel contempo NON vuole vendere gli asset comprati a fini speculativi?

La mia è un’ipotesi, non confermata, ma diciamo che è più che probabile che le cose vadano realmente così.

Non escludo assolutamente che gli speculatori stiano facendo uno “switch” di carry trade. Praticamente il carry trade non viene realmente chiuso ma viene spostato su un’altra valuta. Compro dollari e vendo euro. Il meccanismo perfettamente inverso di quanto fatto fino ad ora. L’asset acquistato ai fini speculativi non si muove (equità) in quanto non deve essere venduto, mentre invece dal punto di vista valutario capita un gran bel movimento.
Questo potenziale “switch” rappresenta la più logica delle situazioni, soprattutto se prendiamo in considerazione i 4 punti prima discussi.

Se così fosse, cari lettori, tutto tornerebbe logico. E l’intermarket, ne uscirebbe rivoluzionato.

Allegato: grafici e tabelle con commenti

Grafico Cross Euro Dollaro

grafico-cross-euro-dollaro-2009-12

Grafico Dollar Index (DMA)

dxy-us-dollar-index

COT Euro Dollaro 3 mesi

eur-3-m-cftc

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