FOMC: atteggiamento “DOVISH” ma le colombe SUBIRANNO il mercato

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

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Un nulla di fatto che dovrebbe lasciarci quasi indifferenti. Ma non è così.
Il Federal Open Market Committee della Federal Reserve, conosciuto anche con l’acronico di FOMC, ha deciso di non toccare (come previsto) i tassi di interesse, mantenendo il range “ 0,25% – 0,50%”. Il commento scritto nella nota a corredo della decisione non ci racconta nulla di nuovo.

“L’attività economica si sta espandendo ad un ritmo moderato, nonostante gli sviluppi economici e finanziari globali degli ultimi mesi” scrive la Fed nella nota diffusa a conclusione della riunione del Fomc. “La spesa delle famiglie – si legge nella comunicato – è aumentata a un tasso moderato, mentre e il settore immobiliare ha mostrato ulteriori segni di miglioramento. Restano invece deboli gli investimenti fissi delle imprese e le esportazioni nette”. Migliora il mercato del lavoro e questo si rende evidente, sottolinea la Fed, “da una serie di recenti indicatori, ” tra i quali i maggiori guadagni”. (AdnK)

Nota anche sull’inflazione, che sta leggermente alzando la testa, ma la strada da fare è ancora molto lunga per arrivare ai livelli target del 2%.

Per quanto riguarda, invece, l’inflazione, si legge “essa è cresciuta negli ultimi mesi. Tuttavia, ha continuato a crescere al di sotto dell’obiettivo di lungo termine del 2% del Comitato, riflettendo in parte calo dei prezzi dell’energia e dei prezzi delle importazioni non energetiche”. Rivista la stima sul tasso nel 2016 dal 1,6% della proiezione di dicembre, all’1,2%. Per il 2017 indica 1,9% e per il 2018 il raggiungimento dell’obiettivo del 2%.

In ambito invece di PIL, come da attese, arrivano le revisioni al ribasso, con una correzione di 20bp portando l’outlook del 2016 da 2.4% a 2.2%. E in ambito di disoccupazione, invece, il FOMC alza la posta, arrivando a prevedere un tasso per i senza impiego nel 2017 pari al 4,6% e nel 2018 al 4,5%.

proiezioni-fomc-marzo-2016

Partiamo da quest’ultimo elemento. Non abbiamo certo al sfera di cristallo per poter prevedere in maniera efficace quali siano le possibilità di raggiungere tali target, anche perché, come ben sapere, il dato sulla disoccupazione deve sempre essere tarato con tanti elementi tra cui il tasso globale U-6, il peso degli effettivamente occupati ecc. Però voglio proporvi questo interessante grafico che va a criticare queste previsioni del FOMC e che suggerisce un fatto. Molto probabilmente il tasso disoccupazione USA ha raggiunto il suo picco massimo.

Margini profitti aziendali e crescita occupazione USA

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Infatti come potete vedere, tra tasso disoccupazione e marginalità delle imprese, c’è sempre stata una correlazione molto forte. Ma marginalità sta scendendo, ed è normale quando si raggiungono dei picchi massimi. Ma la crescita dei posti di lavoro al momento resta elevata e non si è ancora adeguata al raffreddamento della marginalità. Vedremo se il tempo ci darà ragione.

Passiamo all’inflazione. Il messaggio che ci vuole dare la FED è, in pratica questo: “Signori, siate sereni, è troppo presto per preoccuparsi dell’inflazione”. Vero, ma è anche giusto dire che ci sono degli effetti “esogeni” che stanno agendo, vedi il prezzo del petrolio. Ma attenzione, la FED si sta muovendo in un territorio “dovish”, ovvero molto cauto in ambito “rialzo tassi”, il che dovrebbe lasciare il Dollaro USA abbastanza statico, senza portare il rischio della parità 1:1 contro Euro. Perché un Dollaro USA troppo forte frena l’economia, e la FED questo non lo vuole. Quindi capite anche da qui che, alla fine, la FED subirà il mercato, senza condizionarlo come invece faceva fino a qualche mese fa.

effetto-inflazione-dollaro-usaPoi ovviamente ci sono le statistiche storiche, dove risulta che nell’anno delle elezioni il Dollaro USA è sempre bello pimpante. Intanto però la FED cerca di dare una direzione. Che è quella del Dollaro stabile.

MORALE: le colombe prendono il sopravvento e volano di fianco all’armata di Draghi, al fine di mantenere la calma sui mercati, evitando scossosi di tipo monetario. Quindi sulla carta nulla di nuovo, ma attenzione. Sia nelle parole della Yellen e sia nel commento post meeting, è chiaro che la FED è costretta a “navigare a vista”. Si cerca di dare una direzione e di condizionare, come in passato, l’economia. Ma è evidente che i bei tempi sono passati ed ora le banche centrali si trovano a dover” subire” i mercati. Segno, tra l’altro, che la politica monetaria ha perso quello smalto e quella forza che la contraddistingueva.

Le cure, insomma, stanno perdendo efficacia, in quanto il malato economico inizia ad essere assuefatto. L’intenzione è quella di arrivare ad un solo, ultimo rialzo di 25bp nel 2016. Ma non sarà la Fed a deciderlo, ma il mercato. E la FED non potrà che subire (avete letto che cosa ha detto recentemente Stanley Fischer? Meglio non fidarsi dell’inflazione, oggi, visto che potrebbe essere anche più tonica del previsto), e se sarà il caso i rialzi potranno essere anche di più. E questo non è certo un segnale di forza (e di positività per i mercati).

DOT PLOT: scendono le previsioni sui tassi di interesse

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Quindi, matematicamente, è normale ritrovarsi con un Dot Plot rivisto al ribasso. La linea mediana per il 2016 è quindi più dovish. Ma come vedete al momento il tasso overnight (OIS) resta ancora su altri binari. Però attenzione, inutile impazzire dietro ai pallini. La FED subirà il mercato e quindi SE la situazione dovesse sfuggire di mano, il quadro di dicembre potrebbe tranquillamente realizzarsi.

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3 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 17 Marzo 2016 at 10:40

Draghi e Yellen: previsioni di un’economia in difficoltà….. Cina che sta disperatamente cercando di evitare l’hard landing, ….Japan: lasciamo perdere !
meno male che sale il prezzo del petrolio così lo shale oil ricomincia a pompare soldi (leggevo ieri che in questo momento lo shale produce quasi la metà del fabbisogno USA ; se è vero chapeau !) . Mi sembra un po’ problematico andare long, magari vado long sulla Russia!!!!

mauriziob
Scritto il 17 Marzo 2016 at 11:44

la revisione al ribasso dell’outlook di crescita e inflazione era scontato ed è stato irrilevante per la grande speculazione

l’unico elemento di novità che ha spinto e continuerà a spingere i rendimenti dei bond e dollar index al ribasso è stata la parziale ABIURA della FED rispetto a quanto programmato solo tre mesi fa: ora per il 2016 si parla di un incremento ‘massimo’ dei tassi dello 0,5% anzichè dell’1%.

E’ questa l’unica chiave di lettura con implicazioni operative di breve/medio periodo per trading e asset allocation

altro evento degno di nota va colto nella conferenza stampa: la prima domanda ha messo in discussione la credibilità della FED (in primis per via dell’abiura ma ci sono ben altri motivi per ritenere la Yellen poco autorevole) e la Yellen ha farfugliato cose poco comprensibili come ben evidenziato qui
http://www.zerohedge.com/news/2016-03-16/here-what-janet-yellen-answered-when-steve-liesman-asked-if-fed-has-credibility-prob

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