FOCUS: ETF tradizionali e sintetici, rischi ed opportunità (4000)

Scritto il alle 15:00 da Danilo DT

 


Quali sono le caratteristiche degli ETF e cosa vuol dire che, da qualche anno a questa parte, gli ETF tradizionali hanno cominciato a diventare sempre più “sintetici”? E quali sono i rischi nascosti in questi strumenti? Risponde Armando Carcaterra di Anima Sgr.

Buongiorno a tutti!
Ennesima puntata della “piccola partnership” (non di tipo commerciale, ci tengo a sottolinearlo) con una casa d’investimento (AnimaSgr).
Tengo inoltre a precisare che questo video è dedicato soprattutto agli investitori magari non super professionisti, ma è anche interessante per coloro che sono più “navigati”. Piccola nota: il video è stato creato qualche giorno fa ma ritengo sia sempre valido.
Ovviamente sarò ben lieto di leggere i Vs feedback su questa iniziativa. Vi lascio al video e alla sua trascrizione. Buona visione!

Quali sono i nuovi strumenti di investimento speculativi?

Da sempre il miraggio di mirabolanti guadagni è riuscito ad accecare moltitudini di investitori, trascinandoli in speculazioni avventurose. Oggi come ieri oro e argento, nel 1600 in Olanda addirittura i bulbi di tulipano. In epoca di bolle – si sa – le tentazioni sono forti. Negli ultimi decenni l’innovazione finanziaria ha messo a disposizione non solo delle grandi banche d’affari, ma anche dei semplici risparmiatori, strumenti che consentono un facile accesso anche ai mercati più esotici o a prodotti con i quali investire in ogni tipo di materia prima.
Questi prodotti si stanno rapidamente diffondendo: si chiamano ETC, ETN oppure ETF sintetici e vengono spesso confusi con i normali e forse più noti ETF, con i quali condividono alcune proprietà, ma dai quali si differenziano soprattutto per i loro rischi occulti. Gli ETF, sono una speciale categoria di fondi comuni che si limita a replicare indici di mercato azionario o obbligazionario. Gli ETF tradizionali hanno la caratteristica di essere fondi “passivi”, cioè di seguire esattamente, nel bene e nel male, i mercati di riferimento, senza alcun intervento discrezionale del gestore. Inoltre, a differenza dei fondi attivi, possono essere acquistati e venduti in ogni momento in borsa come se fossero semplici azioni (ETF vuole dire infatti Exchange Traded Fund, cioè fondo comune negoziato sui mercati regolamentati).

Da qualche anno però gli ETF tradizionali hanno cominciato a cambiare e, come si dice, a diventare sempre più “sintetici”. Cosa vuole dire?

Mentre i vecchi ETF replicavano l’indice di riferimento investendo direttamente nei titoli sottostanti, gli ETF “sintetici” investono invece in derivati legati agli indici di mercato.
Questa modalità ha consentito di estendere lo strumento ETF anche a mercati prima
inaccessibili come le materie prime. Sono nati così altri strumenti di investimento come gli ETC Exchange Traded Commodities, cioè strumenti che investono in materie prime.
Questo acronimo però non segnala solo che l’ETC investe in materie prime, segnala anche che esso, al contrario degli altri ETF che investono sui mercati finanziari, non è un fondo comune, ma una specie di titolo indicizzato emesso direttamente dalla banca d’affari. L’ETC è nato perché la normativa sugli OICR non consente di investire in materie prime ed in più impone che i fondi comuni diversifichino il rischio. Gli ETC, invece possono utilizzare derivati a proprio piacimento e sottrarsi a qualunque vincolo di diversificazione dei rischi, legandosi solo all’oro, solo all’argento, al rame e così via.

Quali sono i rischi nascosti in questi strumenti?

L’ETC investe esclusivamente in derivati: il suo valore è legato all’andamento del mercato di riferimento, ma i suoi guadagni e perdite vengono contabilizzati sulla base di contratti stipulati con una controparte (cioè una banca d’affari), non a fronte di un portafoglio “fisico” di materie prime. Se la controparte è insolvente o non onora il contratto, il valore dell’ETC evapora perché non possiede alcun sottostante da vendere. Di questo tipo di rischio, che viene denominato “rischio di controparte” il risparmiatore di solito non è però affatto consapevole.
Il risparmiatore non è neppure consapevole di essere legato a filo doppio alla solvibilità di un’unica banca d’affari, quella che ha emesso l’ETC.
In epoca di bolle -si sa- le tentazioni sono forti. Ed anche i danni che esse fanno.

STAY TUNED!

DT

NB: piccola nota… Questo è il post numero QUATTROMILA di Intermarketandmore… Un bel traguardo per un un pugno di persone (S.I.D.) che sta cercando di creare un canale alternativo di informazione indipendent e di qualità, nella speranza che tutto questo possa essere ben gradito che riceva il Vs sostegno. A presto!

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2 commenti Commenta
vichingo
Scritto il 13 Giugno 2011 at 18:11

Come ho già detto in passato un etf te lo puoi fare da solo su excel senza delegare nessuno, risparmiando sulle commissioni. Vado fuori tema, ma 😀 😀 😀 😀 😀 😀 😀 8) gli italiani si sono espressi chiaramente alle urne decretando il “de profundis” sia per il nucleare, sia per l’acqua privatizzata. Ora occorre, però un serio piano energetico, privilegiando le energie rinnovabili e soprattutto controllare ed essere vigili sulle infiltrazioni della criminalità organizzata che sicuramente sta fiutando il business. Ce la faremo in Italia, una volta tanto, ad andare tutti nella stessa direzione? Non ci dimentichiamo che gran parte dell’elettorato di centro destra è andato a votare perché questi temi riguardano tutti i cittadini non solo i servi del potere.

7voice
Scritto il 13 Giugno 2011 at 18:26


che strana somiglianza ! 🙄 🙄 🙄

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