Eurozona sempre più vicina alla deflazione

Scritto il alle 14:47 da Danilo DT

Italia pizzicata in un scenario molto difficile: bassa crescita economica (riviste al ribasso stime PIL), scenario deflattivo alle porte e debito in aumento. La spirale deflattiva per noi non è più SOLO teoria.

Non sottovalutate il problema deflazione. La commissione Europea, nella giornata di ieri, ha pubblicato dei dati sull’inflazione dell’Eurozona che ci illustrano una situazione in evidente peggioramento e sempre più lontana dai famosi target BCE che, ricordiamolo, vogliono un tassi inflattivo pari al 2%.

La Commissione ha rivisto al ribasso le sue previsioni CPI per il 2014 all’1% dall’1,5% che rappresentava la proiezione fino a qualche mese fa.
Sempre a livello previsionale (con tutte le obiezioni del caso) si va ad ipotizzare un tasso inflazione pari all’ 1.3% per il 2015.
Il grafico sottostante mette in evidenza le chiare discrasie all’interno dell’Eurozona.


Interessante leggere cosa dice la Commissione:

“’L’inflazione potrebbe risultare anche inferiore a quanto previsto dal nostro scenario. Questo potrebbe influenzare i tassi di interesse reali , colpire la domanda e aumentare l’onere reale del debito”.

Già, il debito.
Un problema in più per i paesi come l’Italia che ovviamente hanno una forte esposizione verso il debito pubblico. Infatti è noto che l’inflazione è “amica” del debito mentre la deflazione è un problema.
Ed è un problema ancora maggiore visto che il rapporto debito pubblico PIL dell’Eurozona salirà quest’anno al 95%, con deficit che non sono certo da sottovalutare.

Ognuno nel suo “poccolo” (stati) deve fare la sua parte. Però ora è giunta l’ora di intervenire. A fare qualcosa DEVE essere la BCE. Prima che le discrasia di cui sopra diventino abissali e deleterie (soprattutto per paesi come l’Italia).

Poi certo, noi in Italia abbiamo ovviamente qualche problemino di crescita. Ma tu guarda, come pensavamo noi, alla fine stanno progressivamente rivedendo i dati al ribasso. Che strana combinazione….

«Una lenta ripresa» in Italia nel 2014, grazie a domanda esterna e attività industriale, ma è più debole del previsto: la Commissione Ue rivede al ribasso la stima PIL di novembre e da +0,7% la aggiorna a +0,6%. Più bassa anche quella del 2013: a novembre era -1,8 e oggi è rivista a -1,9%. Nel 2015 resta invece stabile la previsione a +1,2%.

Deficit Migliorano però le stime Ue sul deficit per l’Italia: 2,6% quest’anno e 2,2% nel 2015, con il 2013 che chiude a 3%. A novembre il disavanzo 2014 era dato al 2,7%. «I conti beneficiano del calo di spread e interessi sul debito», scrive L’Ue. Migliora anche l’ aggiustamento strutturale ma «a politiche invariate» peggiora nel 2015.

Disoccupazione Peggiorano le stime Ue della disoccupazione in Italia che quest’anno sale a 12,6% e nel 2015 a 12,4% grazie «all’economia che si rafforza». A novembre Bruxelles prevedeva rispettivamente 12,4% e 12,1%. «Con condizioni del mercato del lavoro ancora difficili, i consumi privati crescono solo marginalmente», scrive la Commissione Ue.

Debito «Dopo aver incorporato 1,6% di pagamento dei debiti PA e 0,5% di privatizzazioni, il debito raggiunge il picco nel 2014 vicino al 133,7% e poi scende leggermente nel 2015 (132,4%) grazie a un avanzo primario più ampio e alla crescita del pil»: lo scrive la Commissione nelle stime economiche per l’Italia.

Pil La crescita nell’ Eurozona tornerà positiva nel 2014 e si rafforzerà nel 2015. Lo indicano le previsioni d’inverno Ue. A fronte di un calo del Pil nel 2013 (-0,4%), l’Eurozona segnerà +1,2% nel 2014 e +1,8% nel 2015 (con una revisione di +0,1 punti rispetto alle previsioni d’autunno). Più marcati i dati Ue-28, rispettivamente +1,5% e +2,0%. (Source: Messaggero) 

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Danilo DT

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3 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 15:51

Tecnicamente è corretto ma perchè accade questo e perchè è inevitabile ?

Sia l’euro che il dollaro sono estremamente elevati rispetto tutte le valute non OCSE, ne consegue che esportiamo loro inflazione (pagano in valuta non loro) e importiamo deflazione. Questo ha già comportato che molti di quei paesi, nostri clienti, siano passati a saldi con l’estero fortemente negativi. Solo gli USA possono avere un saldo estero negativo, e non lo è più abbastanza per sostenere l’eccesso di produzione globale. I paesi emergenti o BRIC etc… ridurranno quindi ulteriormente le importazioni e diverranno più aggressivi sull’export per ricondurre il saldo con l’estero a livelli compatibili con la sopravvivenza. E’ una spirale che si auto alimenta. La BCE non può fare nulla, per indebolire l’euro sarebbe necessario che i paesi deboli tornino in deficit ma questo comporterebbe una immediata ricaduta nella crisi dei debiti pubblici. Renzi è lì per quello, per certificare l’impossibilità di questa Europa, forzare l’uscita dei tedeschi e andare alla prossime elezioni a primavera 2015 da trionfatore a guida di un nuovo partito saldamente ancorato a Washington e non più a Bruxelles. Ha padrini potenti, l’azione è stata ben pianificata e ha tutte le coperture necessarie, per il resto basta continuare a dire il contrario di quello che effettivamente è il proprio intendimento e lasciare che aumenti il rumore.

paolo41
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 19:14

john_ludd@finanza,

……magari fosse vero!!!!!!!

john_ludd
Scritto il 26 Febbraio 2014 at 19:53

paolo41,

mi piace essere severamente contrarian ! … e non credo che diventare la base di lancio per una guerra estesa in medio oriente sia davvero meglio. Con la Turchia inaffidabile, la Germania troppo lontana e troppo indipendente, Cipro troppo piccola… cosa c’è di meglio che riciclare il vecchio affidabile servo italiano in cambio di “protezione” finanziaria ? Sorry, sarò ossessivo, ma la chiave di tutto è il medio oriente, il resto è paglia.

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