ELEZIONI: tutti gli occhi del mondo puntati sulla Grecia

Scritto il alle 11:11 da Danilo DT

Ormai ci siamo. Il gran giorno delle elezioni è arrivato. E tutta l’Europa si ritrova con gli occhi puntati sulla Grecia. Oggi il Paese torna al voto per le elezioni legislative, la seconda volta in poco più di un mese. Il responso delle urne sarà decisivo per il futuro della Grecia, per l’Euro e per tutti i Paesi dell’Eurozona. E certamente sarà tema di discussione all’ennesimo G-20 che viene inaugurato oggi a Los Cabos, nel sud-est del Messico.

I sondaggi

Sondaggi ufficiali non si possono fare, sono illegali. Però a quanto sembra, a seguito di un sondaggio segreto di Nea Dimocratia (centro-destra), partito guidato da Antonis Samaras e favorevole al Memorandum firmato fra Atene e i creditori internazionali, quest’ultimo dovrebbe ottenere il 29% delle preferenze contro il 26% che invece andrebbe a Syriza (radicale di sinistra) che intende rinegoziare gli accordi.
Il problema però, come detto, va ben oltre il confine greco. I vari leader leader europei ma non solo, visto l’interessamento del presidente USA Barack Obama e dei vertici politici cinesi, sono fortemente preoccupati sugli esiti di un voto che rischia di diventare destabilizzante non solo per l’Eurozona ma per tutto il sistema economico in generale.
E nel marasma generale, non si esclude che le urne confermino la stessa situazione di stallo del 6 maggio scorso, quando i partiti greci non riuscirono a formare una coalizione.
Occorre però dire che la legge elettorale in Grecia attribuisce un consistente premio di maggioranza (50 seggi) al partito che arriverà in prima posizione, vantaggio determinante in un parlamento di 300 seggi. La comunità economica internazionale fa il tifo per Samaras che si presenta come il garante della permanenza di Atene nell’Eurozona, anche se verrà richiesto dallo stesso una rinegoziazione dei termini decisi dalla Troika. L’austerity imposta ad Atene non permette al paese ellenico di potersi garantire non solo il futuro, ma anche il presente.

L’alternativa a Samaras

Il rovescio della medaglia è Tsipras. Decisamente più estremista, vuole restare nell’Euro ma vuola anche fare piazza pulita del “diktat dei creditori”, pur esprimendo la volontà di restare nell’Euro. Anche in questo caso ci sarebbe quindi la volontà di NON ritornare alla dracma. Ma i termini e gli atteggiamenti fase di rinegoziazione sarebbe molto più duri.
Intanto, ecco quali sarebbero le implicazioni di un’uscita della Grecia dall’Euro secondo BofA:

Implications:

-On Greece: According to IMF estimates, in the first year of Greece’s departure from the euro-zone, the country’s GDP would fall by 10%, while real exchange rate would depreciate by 50% which in turn would boost inflation by 35%.
-On the euro-zone: GDP to contract by at least 4% as in the Lehman episode.

Contagion Risks:

-Deposit flight spreading from Greece to other peripheral European crisis.
-Concerns about exposures of european banks to the private sector in Greece aggravating funding pressures arising from deposit dynamics.
-Further reduction in peripheral government bond exposures by non-domestic investors leading to rising spread levels.

ECB Policy Responses:

2) For Greece: The ECB would terminate its repo operations channel to Greece (€109bn), and veto the emergency liquidity assistance channel (€60bn). The ECB might also decide to keep some liquidity lines open to avoid a bank run.
3) For the euro-zone: The ECB would commit to unlimited purchases of european sovereign bonds, cut rates to 0.50%, and renew its liquidity provisions (most likely in the form of expansion of the LTRO program, with lower rates).
(Source) 

Morale: proprio non si torna alla Dracma?

Non subito. Il ritorno alla dracma diventerebbe una conseguenza, nel caso in cui la comunità economica internazionale chiudesse definitivamente tutti i rubinetti del finanziamento, costringendo il Paese, anche solo per l’ordinaria amministrazione, a riaprire le tipografie e ristamparsi la propria valuta. Anche perché la Grecia, come detto, sta finendo i soldi (si è calcolata un’autonomia fino alla metà di luglio e poi…). Hanno ricevuto prestiti per circa 400 miliardi, hanno goduto della cancellazione di debito per circa 107 miliardi, ma le condizioni economiche sono drammatiche: il Pil è sceso del 6,5%, la disoccupazione è salita al 22,6%, e le banche stanno letteralmente andando in crisi di ilqudità, visti i prelievi che ammontano a circa 600-800 milioni di Euro al giorno.

ATENE (Reuters)  – I cittadini greci stanno ritirando sempre maggiori risparmi dalle banche e stanno facendo incetta di generi alimentari in vista delle elezioni di domenica tra crescenti timori che Atene possa essere costretta ad abbandonare l’euro. I banchieri sostengono che fino a 800 milioni di euro al giorno siano stati ritirati dalle principali banche e secondo i negozianti parte del denaro è stato usato per acquistare pasta e cibi in scatola, con i timori di un ritorno alla dracma alimentati dalle voci che le elezioni possano essere vinte dal leader della sinistra radicale.

E la preoccupazione non è solo politica. Secondo alcune fonti, le principali banche mondiali avrebbero già pronte delle task force dedicate al potenziale adeguamento per l’uscita della Grecia dall’Euro.

In New York and London, banks have set up dedicated crisis teams, and rehearsed elaborate responses. As clients get nervous, banks have been guiding clients on how to react to a range of situations, from just one country leaving the euro zone to the dissolution of the euro itself. (Dealbook) 

I nomi sono ovviamente i classici: Goldman Sachs, Morgan Stanley, JP Morgan, UBS e così via.
E se si preparano le banche private, cosa dire delle banche centrali? Come detto, si sono già dette a fornire al mercato tutta la liquidità necessaria in caso di Eurocrash.

(Reuters) – Central banks from Tokyo to London checked their ammunition on Friday in preparation for any turmoil from Greece’s election, with the European Central Bank hinting at an interest rate cut and Britain set to open its coffers.

Si tratta dei soliti rattoppi, ma nulla di strutturale. Come sempre. Ed è per questo che la chiave di tutto sarà il famoso MEETING  a Bruxelles di fine mese. Ma prima di allora, molto probabilmente, i mercati avranno già preso posizione…

STAY TUNED!

DT

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7 commenti Commenta
kry
Scritto il 17 Giugno 2012 at 15:20

” Ed è per questo che la chiave di tutto sarà il famoso MEETING a Bruxelles di fine mese” dove come al solito si concluderà con un nulla di fatto, mentre sarà moltoooo più interessante questo http://intermarketandmore.finanza.com/meeting-intermarketandmore-milano-30-giugno-46627.html

Scritto il 17 Giugno 2012 at 17:48

credo proprio di si… meno parole buttate al vento ma molti più fatti concreti.. 😉

Scritto il 17 Giugno 2012 at 17:49

ELEZIONI
I conservatori pro-euro di Nea Dimokratia otterrebbero attorno al 29% nel voto in Grecia che si conclude alle 19 (le 18 in Italia), secondo i primi exit poll non ufficiali. Lo scrive l’Ansa. Il partito di sinistra radicale Syriza sarebbe secondo attorno al 26% e i socialisti del Pasok terzi, vicini al 12%.
Tutto come previsto

lampo
Scritto il 17 Giugno 2012 at 18:00

Dream Theater,

Aspetta DT… gli exit poll in questi frangenti elettorali, con così elevata tensione psicologica (a livello di scelta del voto)… lasciano il tempo che trovano e potrebbero discostarsi molto dalla realtà.

Ovviamente speriamo che i risultati si avvicino agli exit poll, ma soprattutto che si formi quanto prima un governo in grado di governare effettivamente.

Scritto il 17 Giugno 2012 at 18:13

Per certi versi lo spero. Con gli ultimi exit pool credo sia difficile riuscire a formare un governo

lampo
Scritto il 17 Giugno 2012 at 18:21

Qui cito una tra le varie fonti trovate per poter vedere in diretta i risultati dello spoglio delle schede:
http://national12b.ekloges.dolnet.gr/index.php?lang=en

kry
Scritto il 17 Giugno 2012 at 18:57

Posso fare una battuta. Visto che la temperatura è calda e il clima elettorale torrido cosa mangiamo stasera: riso alla greca? Ciao e buon appetito.

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