Draghinomics: parte la sfida della BCE contro la Germania

Scritto il alle 16:15 da Danilo DT

draghi_vs_merkelForse alcuni di voi ricorderanno che circa due anni fa fu eletto in Giappone quel primo ministro, Shinzo Abe, che ha generato quel vero e proprio esperimento di politica monetaria espansiva noto come “Abenomics”, un piano molto complesso ed articolato (nonchè aggressivo e pericoloso) per fare uscire l’economia del Giappone da anni di stagnazione e deflazione.
Questo esperimento di Abe è costituito da diverse parti: un massiccio stimolo monetario sotto forma di allentamento quantitativo e qualitativo (QQE), un incremento del credito al settore privato, stimoli fiscali e riforme, tante riforme per far crescere il mercato e l’economia, con interventi massicci a favore della domanda aggregata.

Se ci fate caso, qualcuno a Jackson Hole, nell’esprimere i suoi ideali, non era poi così lontano da queste posizioni. Ovviamente parlo del grande protagonistra del simposio, ovvero Mario Draghi, il quale sembra avere un piano in serbo, un progetto che alla fine non dista poi così tanto da quello che è appunto l’Abenomics, tant’è che qualcuno si è già divertito a trovare il nuovo hashtag, ovvero #Draghinomics.

Draghi_Mario_02Mario Draghi, e questo lo abbiamo già esposto, necessita innanzitutto di riforme strutturali degli stati membri, senza le quali il progetto rimarrebbe zoppo. TUTTI i paesi. E se qualcuno come Irlanda e Spagna si stanno dando da fare, ce ne sono altri come Italia e Francia che ancora latitano sotto questo aspetto. Con le riforme, la BCE si sentirebbe autorizzata ad agire in modo più masiccio. Un premio per gli sforzi fatti, insomma.

Più flessibilità? EQQE? (european qualitative and quantitative easing)? E su quali titoli? Su questo purtroppo non abbiamo indicazioni, anche perché NULLA si può dare per scontato.

Draghi è ben cosciente del fatto che l’Eurozona è ad un passo dalla deflazione, il che potrebbe giustificare il QE. E questo sarebbe un passaggio assolutamente fondamentale per poi arrivare alla Draghinomics, parificando la BCE a quanto già visto appunto con la BOJ o anche con FED e BOE. E già solo il QE potrebbe (condizionale d’obbligo, mi raccomando) portare benefici notevoli (vedendo le esperienze, secondo me irripetibili, degli USA per esempio) sia sul lato dei cambi, con un Euro più debole, sia sul lato dell’equity, con rally dell’azionario, e poi delle società e dell’economia in generale. Verrebbe cioè a ricrearsi quell’ “Effetto ricchezza” già visto negli USA.

cittadino-europa-disomogeneaInutile dirlo che questo “progetto” non è di così facile realizzazione. Innanzitutto per la disomogeneità dell’Eurozona (la BCE è la banca centrale di un‘Unione Europea che tutto è fuorchè un Unione… quindi tanti paesi INDIPENDENTI che hanno una banca centrale in comune) e poi…qualcuno potrebbe non essere d’accordo.

In primis il buon Wolfgang Schaeuble di cui vi ho scritto nel week end, oppure la Merkel, che (forse, chissà, forse non lo sapremo mai…) è stata protagonista di questa benedetta telefonata a Draghi di cui sicuramente avete sentito parlare…

Secondo quanto riporta l’autorevole Der Spiegel, il cancelliere tedesco, Angela Merkel, in persona avrebbe chiesto chiarimenti al presidente della Bce, lamentando il fatto che Draghi avrebbe posto maggior accento sull’opportunità di riforme strutturali piuttosto che sulla necessità di mantenere l’austerità di bilancio, per rafforzare la crescita in Europa. (…)

angela-merkel-al-telefonoSecondo Der Spiegel, la Merkel avrebbe chiesto a Draghi se avesse cambiato idea riguardo alla necessità di mantenere l’austerità nella gestione del bilancio pubblico. Da parte sua, rivela sempre il giornale, Draghi avrebbe difeso la sua posizione spiegando che la Bce, dopo aver tagliato i tassi di interesse ai minimi storici e iniettato denaro nell’economia per sostenere la ripresa, ritiene che misure di stimolo in quadro di riforme strutturali possano essere un modo per dare forza alla crescita. (Source) 

In effetti Draghi preoccupa non poco i tedeschi, proprio per la sua aggressività, oppure perché ha capito che se non si interviene massicciamente non si risolve nulla. Solo che i tedeschi non sono decisi a trattare sulle grandi BASI (ehm…) dei trattati che invece BISOGNA ASSOLUTAMENTE RIVEDERE.

Certo è che l’iniziativa di Draghi suona non solo come un invito ad agire SUBITO, sia da parte dei Governi e sia da parte della BCE, quasi alla ricerca spasmodica di un “livellamento” tramite le riforme per poi far ragionare l’Unione Europea con una stessa lingua di bilancio. Ma mi sorge un amletico dubbio: Come può l’Unione Europea definire e attuare una politica fiscale comune senza avere un bilancio comune?

Sono tanti i dubbi che mi assillano, e sono veramente poche le certezze, comprese quelle di successo di un eventuale Draghinomics.

Intanto giovedì c’è il Meeting BCE che dovrà fare qualcosa per far risalire l’inflazione. Basterà il solito BLA BLA BLA di Draghi? Temo di no. Qualche banca (RBS) ventola l’ipotesi di un nuovo taglio del tasso BCE dallo 0.15% allo 0.05%. Discutibile anche l’utilità di tale intervento (che presumibilmente si trascinerà anche dietro un ulteriore abbassamento dei tassi sui depositi, già ora in negativo). E altrettanto difficile secondo me il lancio anche solo parziale del Draghinomics. Intanto però il braccio di ferro BCE-Germania è partito ufficialmente.

Il risultato può solo essere uno di questi: o si cambia oppure salta il giochino. Avanti così non si può andare.

The road to deflation

inflazione eurozona

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Danilo DT

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10 commenti Commenta
atomictonto
Scritto il 1 Settembre 2014 at 12:17

Secondo me Francia e Italia, che sommate pesano di più nella BCE della Germania (36% a 28% circa mi pare), devono minacciare chiaramente di far saltare l’euro se non si fa immediatamente un QQE in salsa Europea.
Poi la Germania, terrorizzata dallo sblocco a cascata dell’inestricabile mostruosità di derivati carta straccia nelle sue banche (a partire da DB con i famosi 54 trillioni di euro!!), può anche far la pignola con i voti di qualche paesetto ripo la Finlandia e a quel punto si faccia saltare l’euro con tutte le conseguenze.
La Germania si ritroverebbe con un neo-marco che vale 2 o 3 dollari e falliscono in un anno (assieme alle banche tedesche che nel frattempo collassano).
La situazione è inaccettabile, siamo l’ultima area del mondo in crisi, nello specifico (anche per gravi colpe sue) l’Italia è caduta dal 7° al 12° posto nel mondo per PIL (!!!) e questi zucconi pensano solo a nascondere i guai che loro stessi hanno creato, mentre milioni di famiglie Italo-Francesi sono ridotte molto male e stanno finendo pure gli ultimi risparmi.

Scritto il 1 Settembre 2014 at 12:21

Esatto… INACCETTABILE.
PUNTO

jesselivermore
Scritto il 1 Settembre 2014 at 17:33

Caro Dream,

negli ultimi 60 anni abbiamo vissuto un contesto finanziario tendenzialmente inflattivo.
Ormai si sente parlare di rischio deflazione, come se la deflazione fosse il male assoluto da allontanare.
Immagino che molti, come me, hanno studiato economia all’università, e pertanto le ricette macroeconomiche KEYNESIANE di politica monetaria/ fiscale insegnate a tutti sono pressoché le stesse:

ABBASSARE I TASSI DI INTERESSE QUANDO L’ECONOMIA RALLENTA ED ESPANDERE LA SPESA PUBBLICA

E VICEVERSA, ALZARE I TASSI QUANDO L’ECONOMIA SI SURRISCALDA E L’INFLAZIONE SI AFFACCIA ALL’ORIZZONTE.

PERTANTO negli ultimi decenni si è sempre agito cosi manovrando principalmente il tasso di interesse.

Vorrei far notare che durante il crack del 2008, ALAN GREENSPAN DISSE…che le ricette keynesiane degli ultimi 40 anni seguite da tutte si sono rivelate errate.

QUESTO MIO discorso vuole giungere a ricordare a tutti che esiste una scuola di economia opposto a quella keynesiana, LA TEORIA DEGLI ECONOMISTI AUSTRIACI, UNA TEORIA ECONOMICA , basata sul totale laissez faire, SECONDO LA QUALE il mercato deve autoequilibrarsi senza interferenza esogena dello stato e delle autorità.

Gli economisti austriaci sono I FAMOSI LIQUIDAZIONISTI , QUELLI che nel 29 venivano rimproverati e messi all’angolo QUELLI CHE NEI LIBRI DI STORIA ECONOMICA, vengono visti come il male assoluto…quelli che volevano fare collassare il sistema , permettendo la liquidazione di tutto.

MI SONO ANDATO A RILEGGERE UN LIBRO CHE CONSIGLIO A TUTTI :

La grande depressione
Autore Rothbard Murray N.

http://www.ibs.it/code/9788849822960/rothbard-murray-n/grande-depressione.html

IN SINTESI il testo spiega benissimo la radice di tutti i mali: L’INFLAZIONE DA ECCESSO DI CREDITO BANCARIO IMMESSO NEL SISTEMA.

Spiega benissimo che nel 1929 ( come oggi) LA crisi che portò alla grande depressione fu causata dal continuo inflazionare IL SISTEMA DA PARTE DELLA FEDERAL RESERVE DAL 1921 AL 1929 ( GUARDA CASO LA FED FU CREATA NEL 1913 E PRIMA DEL 1913 CRISI COSI ACUTE E LUNGHE NO NVI ERANO MAI STATE)

iN SINTESI, LE Autorità DOVREBBERO LASCIARE CHE IL TASSO I INTERESSE SI FORMI LIBERAMENTE SUL MERCATO SENZA CHE NESSUNO INTERVENGA AD ABBASSARLO ARTIFICIOSAMENTE. Come si crea il tasso di interesse naturale? dall’equilibrio tra RISPARMIO E INVESTIMENTO E CIOè DA QUANTO GLI OPERATORI VOGLIONO CONSUMARE O RISPARMIARE RISPETTO A QUANTO VORRANNO CONSUMARE IN FUTURO Anziché OGGI.

SE LA FED INVECE INTERVIENE ABBASSANDO IL TASSO DI INTERESSE DI CONTINUO SOTTO QUELLO CHE SARABBE QUALLO NATURALE CHE SI CREA CON LE NATURALI FORZE DI MERCATO, VA A CREARE DELLE DISTORZIONI, CREA DELLE POSIONI FINANZIARIE INSOSTENIBILI CHE APPENA LA FED SMETTE DI INFLAZIONARE E ALZA I TASSI, VENGONO GIù.

QUINDI CI RISIAMO, LA FED QUESTA VOLTA HA INFLAZIONATO COME NON MAI TUTTO IL SISTEMA DAL 2008, E NUOVAMENTE QUANDO SMETTERà DI TENERE BASSI I TASSI, VERRà GIù TUTTO DI NUOVO.

consiglio la lettura a tutti di quel libro

Lukas
Scritto il 1 Settembre 2014 at 19:06

jesselivermore@finanza,

Caro amico a dire il vero il ” casino ” l’ha combinato proprio ALAN GREENSPAN, che nel decennio precedente al 2008, e soprattutto dopo l’11 settembre 2001, con un economia già in crescita ha provveduto sistematicamente ad abbassare i tassi d’interesse…creando la bolla che vediamo ….non solo nei mercati finanziari…..ma nell’intera società.

Non si può dare la colpa a Keynes…..quando i suoi insegnamenti solo palesemente distorti e violati.

jesselivermore
Scritto il 1 Settembre 2014 at 20:24

Lukas,

Ma infatti il casino lo ha creato prima GREENSPAN ed oggi bernanke & co ci hanno messo il carico da 12

Lukas
Scritto il 1 Settembre 2014 at 21:34

jesselivermore@finanza,

Nel commento precedente hai affermato : ” Vorrei far notare che durante il crack del 2008, ALAN GREENSPAN DISSE…che le ricette keynesiane degli ultimi 40 anni seguite da tutte si sono rivelate errate. ”

BALLE…….Quelle attuate da Lui….e dai politici italiani….non sono mai state politiche Keynesiane….che raccomandava di usare la politica monetaria….e l’espansione della spesa pubblica..solo in funzione anticongiunturale…….e non strutturalmente per acquisire facile consenso politico !!!

Scritto il 1 Settembre 2014 at 22:13

Grazie a Danilo per la sua preziosa opera di informazione e chiarificazione delle news che la stampa butta lì un pò troppo velocemente.

A proposito, mi sembra di aver letto una volta nel sito Cobraf.it che Giovanni Zibordi ha un’idea per far scappare la Germania dall’Euro, ma non chiedetemi come.. !!

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