Dove si è vista la VERA crescita economica?

Scritto il alle 14:08 da Danilo DT

I paesi con maggior crescita economica sono in condizioni economiche disastrate. Ma attenzione, in Europa ed in USA chi soffre la fame sta salendo a dismisura. E’ globalizzazione anche questo.

L’Incubo crescita economica sta tormentando il nostro paese da anni. Crescere, crescere, crescere…occorre crescere.

Nel 2014 l’economia italiana andrà come quella della Grecia e, peggio di queste, faranno solo solo Finlandia, Slovenia e Cipro. Sono le previsioni contenute nel World Economic Outlook (Weo), il rapporto sull’economia globale redatto dal Fondo monetario internazionale. Secondo le previsioni del Fmi l’economia dell’Eurozona tornerà a crescere, seppur di poco, nel 2014, anno in cui farà registrare un +1.2%. Mentre meglio farà l’economia globale che crescerà del 3.6%. Nel suo documento il Fondo Monetario torna quindi a chiedere alla Bce un maggior allentamento monetario per favorire la crescita, ancora troppo debole, ed indica l’unione bancaria come riforma fondamentale per scongiurare future crisi. In una quadro sostanzialmente positivo, almeno rispetto al recente passato, l’Fmi non esclude un rischio ricaduta per l’Europa, rischio cui assegna un non indiferente 20% di possibilità di verificarsi. Tagliate infine le stime di crescita dell’economia russa su cui pesano i recenti sviluppi sul fronte dell’Ucraina e i relativi rischi geopolitici. – See more at: RAINEWS

E allora vediamola sta benedetta crescita economica e cerchiamo dove realmente la si può trovare.

Ma voi sapete quali sono i paesi che maggiormente sono cresciuti negli ultimi 10 anni? A raccontarcelo è un articolo de L’Economist . In questo 2014 l’economia dei paesi dell’Africa sub-sahariana crescerà ad un ritmo del 5,4% rispetto all’anno precedente, secondo le ultime stime contenute del World Economic Outlook rese note ieri dal Fondo monetario internazionale (FMI). Sottolineando come la crescita delle economie in Africa prosegui ad un ritmo molto sostenuto, in aumento rispetto al 4,8% registrato lo scorso anno e atteso ancora in crescita fino al 5,5% nel 2015, i dati resi noti dal FMI mostrano tuttavia una contrazione rispetto alle stime diffuse lo scorso ottobre, quando per il 2014 il FMI aveva previsto nel suo Regional Economic Outlook for sub-saharian Africa una crescita del 6%, una percentuale già lievemente più bassa rispetto al 6,1% stimato qualche mese prima.

La classifica

10 ° posto per il Mozambico : Questo paese africano è cresciuto al 7,3% all’anno negli ultimi dieci anni . Ha goduto di grande stabilità politica. Nonostante la sua enorme crescita, il Mozambico è uno dei paesi più poveri, con aspettativa di vita inferiore alla media e maggiore disuguaglianza sociale.

9 ° posto per l’India con un +7,4% annuo . L’India è uno dei paesi più rapida crescita economica con maggiori disuguaglianze. Paese molto burocratico e molto corrotto.

8 ° posto per il Rwanda con il 7,7% annuo . Questo piccolo paese nei Grandi Laghi dell’Africa centrale, è molto densamente popolato (12 mil abitanti). E’ anche riuscito ad abbassare il suo debito/PIL dal 90% al 25% di oggi.

7 ° posizione Uzbekistan con il 7,7% . Una crescita legata soprattutto alle risorse minerarie (petrolio, oro e cotone) .
Pensate che in passato questo paese ha conosciuto la vera iperinflazione (1000%), ma oggi la situazione si è normalizzata con un +10% circa di tasso inflattivo.

6° posto per la Cambogia con il 7,9% annuo . Il settore economicamente più importante è l’agricoltura (riso e kiwi), seguita dal turismo. La Cina è l’investitore principale.Secondo l’UNICEF, è il terzo paese al mondo con più mine antiuomo. Quindi un paese che partiva da zero, per intenderci…

5 ° posto per il Ciad con il +8,5% . E’ considerato il settimo paese più povero al mondo dall’ONU. Oltre alle recenti esportazioni di petrolio, l’economia del paese sta crescendo ad un ritmo forte grazie a cotone e agricoltura. Alcuni anni fa, Exxon Mobil, Chevron e Petronas hanno investito $ 3.700 milioni in questo paese. Anche qui si è evidentemente partito dal nulla…

4 ° posto per la Birmania (Myanmar) col 9% annuo. E’ cresciuta dopo un lungo periodo di dittatura militare, grazie al settore agricolo, che rappresenta il 40% della sua economia.

3 ° posto per l’Etiopia al +9,5% annuo. Il merito in questo paese, popolato da 94 milioni di persone, è che deve la sua crescita non al petrolio, ma all’agricoltura e l’allevamento . L’Etiopia è uno dei paesi più poveri è quindi anche in questo caso è stato molto più facile avere grande crescita economica partendo da numeri molto bassi.

2 ° posizioni di Cina con un +10,2% annuo. E qui non abbiamo nulla da dire. Qui c’è stata qualcosa di veramente rivoluzionario che ha cambiato le dinamiche globali. E credetemi, è l’unico caso degno di nota, con l’India

And the winner is….. Angola con una crescita annuale del 10,3% . Gran parte della sua crescita è dovuta alle sue risorse naturali, in particolare petrolio rappresenta il 50% del PIL.

Ed eccovi la mappa riassuntiva:

Come si può vedere, nella maggior parte dei casi sono beni primari o petrolio o l’agricoltura i veri responsabili di questa crescita geometrica. Ma diciamo le cose come stanno: sono cresciuti molto perché sono partiti da un livello economico molto basso, in alcuni casi dopo una lunga guerra. Questo dà molta più importanza alla crescita cinese e indiana. Sono solo due i casi al mondo di una crescita sostenuta e continua.

E forse ci dà anche l’occasione di pensare all’Italia e alla nostra situazione. Al mondo c’è chi cresce molto più di noi, certo, però… Forse occorrerebbe non lamentarsi sempre…

Courtesy from ZeroHedge

Dite che la situazione economica dell’Eurozona è sensibilmente peggiorata e molto sono arrivati a livelli “da fame“? Vero anche questo però. Ma non solo in Italia. Questo grafico di Bloomberg ci illustra come la percentuale di persone che soffrono la fame in Europa è salito, secondo l’OCSE, in maniera non indifferente. Alla faccia della ripresa economica!  Il numero di coloro che non possono nemmeno pià permettersi il cibo, ad esempio, in Grecia è raddoppiato passando dal 8,9% del 2007 a quasi il 18% attuale. In tutta l’Unione europea, la percentuale di persone che soffrono la fame passa dal 4,6% in Germania a oltre il 30% in Ungheria. Incuriosisce che la fortissima e vigorissima nazione a stelle e striscie (USA) con un indice borsistico ai massimi si ritrova con una percentuale del 21,1% di coloro che possono permettersi il cibo. Meditate gente, meditate su cosa significa in concreto la  SPEREQUAZIONE ECONOMICA che alla fine è presente in Africa, come sopra spiegato, ma anche in Europa…e non solo.

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Danilo DT

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14 commenti Commenta
Scritto il 11 Aprile 2014 at 17:54

Systemic Risk Ranking – [April 10, 2014]

Systemic Risk and Turbulence Map – [April 10, 2014]

サーファー © Surfer

Scritto il 11 Aprile 2014 at 19:17

Ho inserito ora il grafico che mancava, sorry…

Ehi Surfer, ci regali tanta allegria! Ottimo come sempre!

john_ludd
Scritto il 11 Aprile 2014 at 20:39

Non avremo MAI più crescita economica quantitativa. Potremmo avere un’economia di “qualità” ma se e solo se molto velocemente saremo in grado di effettuare un salto quantico, un cambio di paradigma, un cambiamento in entità e velocità mai tentato prima. In assenza di ciò sarà un lungo inverno.

Source: Charles A.S. Hall, Professor Emeritus, Syracuse University

http://www.esf.edu/efb/hall/

Scritto il 11 Aprile 2014 at 22:32

“Nessuno è più pericoloso di chi crede che i propri Pensieri siano i Pensieri di Dio.

Uomo. Un Animale talmente preso dalla rapita contemplazione di ciò che pensa da perdere di vista quello che dovrebbe essere REALMENTE.

La Sua occupazione PRINCIPALE è lo sterminio, non solo degli altri Animali, ma anche della Sua stessa SPECIE: la quale, tuttavia, si moltiplica con tale tenacia, insistenza e rapidità da IN-FESTARE l’INTERO MONDO abitabile nonché il Canada”.

-[ Ambrose Bierce, Dizionario del diavolo, 1911 ]-

Bisogna essere “terrestri” e non “vivere” di “quartini/e” (di vino e/o di luminarie-filosofiche) quando si tratta con dei pseudo-“PRO-FETI” (altro che MOSE’ ed il mar ROSSO).

In questi giorni – tra l’altro, con l’inizio delle “tribune europee” – noto che abbondano e spopolano: erano rinchiusi nelle tane, come sempre; lì manca la luce ed a corrente continua, d’altra parte.

Secondo gli “step-UP” storici – gli unici a fare fede, perché sono “empirici”, per quanto Mi riguarda: sono come ST. Tommaso! – un Paese fa BOOM mediamente nel range di 8-15 anni, e poi fa SBOOM nel range – successivo – 6-8 anni.

Se nel periodo del cd. BOOM non quadra tutto il Suo “SISTEMA” (positivamente, in senso lato), quando avrà il Suo periodo di SBOOM sarà “dissanguato” (dicesi, morte da Umani davvero più atroce).

For example: Spagna e Grecia [ORA si vedono, si toccano e si annusano (ancora ù fetore, altro che “ripresa”)].

Siamo in una “situ-AZIONE” in cui davvero ogni più piccolo cambiamento può generare GRANDI trasformazioni ed effetti in diverse parti del “sistema”.

A volte, rimango allibito – per non scrivere di peggio – quando leggo, sui “paperini” cartacei e/o digitali, o/e sento determinati “personaggi … in cerca di Autore” – NESSUN riferimento a Persone che frequentano il DT, s_o_t_t_o_lineo, per N-O-N essere frainteso.

Si potrebbe descrivere l’ATTUALE scenario di “COMPLESSITA'” – davvero, allucinante: c’è da “perdersi” molto facilmente se non si ha la “conoscenza” delle cose; realmente. “Cervello sveglio e fino”, altrimenti sei perduto – con una battuta pronunciata da BLAISE Pascal -[ http://it.wikipedia.org/wiki/Blaise_Pascal ]-:

“Se il naso di Cleopatra fosse stato diverso, a cambiare sarebbe stata l’intera faccia del Mondo”.

Di fronte a questo scenario, tutt’altro che recente – come sappiamo -, ma i cui effetti cominciano ad essere “ri-conosciuti” SOLO da poco tempo – per fortuna, in parte anche dal cd. “popolino” -, occorre fare un “salto”.

OGGI i problemi, o meglio le ESIGENZE del “sistema” sono:

– migliorare la soddisfazione dei “clienti” e la reputazione “esterna” e, contemporaneamente, ridurre i costi ed aumentare la produttività – nel caso industriale/manifatturiero, degli Stabilimenti;

– aumentare il coinvolgimento e la motivazione dei “Collaboratori” e contemporaneamente snellire gli “Organici” ed incrementare la “redditività”.

Si potrebbe pensare che, in fondo, non vi è nulla di nuovo. All’orizzonte.

MA… sono cambiati gli approcci, purtroppo. Solo e soltanto gli APProCCi.

Si “PARLA-parla-PARLA” s-o-l-o OGGI di complessità degli “ambienti” politici, economici e competitivi non perché 20, 30, 40 o 50 anni fa tali ambienti non fossero complessi, bensì perché negli ultimi 10-15 anni c’è stata una crescita esponenziale di tale “complessità” (legale-“ILLEGALE”-a metà del guado).

Secondo una recente ed intereSSantiSSima ricerca di Bain & Company -[ “The great eight: trillion-dollar growth trends to 2020” – September 9, 2011 http://www.bain.com/publications/articles/eight-great-trillion-dollar-growth-trends-to-2020.aspx … sembra oggi a ri-leggerLa nuovamente per intero e mettendo gl'”incastri” del puzzle “terrestre” ]-, negli anni ’70 del Secolo scorso solo il 15%-20% dei Settori economici poteva essere considerato TURBOLENTO, ovvero con importanti cambiamenti nelle “regole competitive e rapide trasformazioni nel posizionamento dei player nei confronti dei rispettivi concorrenti”.

Oggi, in base alla suddetta definizione, è possibile affermare che ALMENO la “metà” dei Settori può essere considerata TURBOLENTA e che non Vi sono segnali che questo processo tenda a rallentare. Anzi.

Dello stesso tenore le “stime” fatte da S&P sulla stabilità dei guadagni a LUNGO-TERMINE delle Aziende quotate.

La percentuale di Aziende che presenta una ELEVATA INSTABILITA’ di performance è passata dal 35% del 1985 al 73% del 2006 (ante MONSTRE-sub-PRIME) al 81%-87% del 2011 per arrivare all’85%-88% del 2013 -[*]-.

Iin questa “LOCATION”, la domanda – stupida e “terrestre” – è d’obbligo:

chi sarebbero i – prossimi – Paesi “sviluppati” e quelli – prossimi – “emergenti”?

—–

-[*]- La valutazione è stata eFFeTTuata su vari report IN-crociati (fino all’)dell’OTTOBRE-DICEMBRE 2011 – prima parte: 2011 – e del Novembre 2013 – seconda parte: 2014 – e nei quali il range della forchetta – ossia, la percentuale – dipende dalla “struttura” contabile presentata dalle Società (MEDIAMENTE nà s_c_h_i_f_e_ZZ_a ESAGERATA, ma permessa dalla “LEGI”-tudine “TERRESTRE”!).

—–

Saluti “terrestri”, of coUrsE.

サーファー © Surfer

ciromot
Scritto il 12 Aprile 2014 at 02:53

@finanza,

Ciao Surfer.Era da tanto che volevo dirtelo.I tuoi commenti piu’ che degli scritti sembrano dei quadri.Davvero complimenti , sei geniale nelle tue esternazioni anche se, lo ammetto,a volte faccio fatica a seguirti.Un saluto.

idleproc
Scritto il 12 Aprile 2014 at 09:34

Deve essere come quella del moto perpetuo per come la raccontano.

idleproc
Scritto il 12 Aprile 2014 at 09:54

Ho trovato qualcosa leggermente di meglio come info.

http://www.rinnovabili.it/mobilita/acqua-mare-carburante-us-navy-666/

“…intendono migliorare la quantità di CO2 e idrogeno che il processo è in grado di catturare (attualmente al 92% di efficienza)”

Se parlano di 92% di efficienza alla fin fine è una conversione “da” “a”.

kry
Scritto il 12 Aprile 2014 at 13:51

idleproc@finanza:
Deve essere come quella del moto perpetuo per come la raccontano.

Anche secondo me. Infatti come battuta precedentemante avevo scritto se come energia iniziale usano quella prodotta dai loro efficentissimi pannelli fotovoltaici Sunpower.

Scritto il 12 Aprile 2014 at 17:04

The most striking aspect of the MSCI Emerging Markets Index is its high level of concentration and variability in Country weights.

Over the past 20 years, eight (8) different Countries have at one (1) point risen to occupy more than 10% of the index weight.

Though concentration has fallen since 1988, when Malaysia alone accounted for more than half of the index, the level of concentration remains quite high.

In December 2013, the TOP3 (three) Countries accounted for nearly 50% of the MSCI Emerging Markets Index, and the TOP8 (eight) Countries accounted for over 80%, as shown in Figure 1.

Figure 1 – Emerging Market capitalization weights – December 2013

Emerging and Frontier Market investments have a well-earned reputation for being risky, experiencing high levels of volatility even over very short time periods.

This volatility results from such factors

as

1- political risk,

2- Global Central Bank actions,

and

3- inconsistent levels of information quality,

all of which can cause rapid re-evaluations of the opportunities presented by an Emerging Market security, Sector, or Country.

Combined, these factors result in much higher volatility than that observed in the Capital Markets of most Developed Nations.

For example, as shown in Figure 2, for the five years ending December 2013, the volatility of the MSCI Emerging Markets Index was 22.6%; over the same period, the S&P 500 and MSCI EAFE volatilities were 15.6% and 19.7%, respectively.

Figure 2 – Annualized standard deviations

Emerging Markets exhibit meaningful diversification due to relatively low correlations between Emerging Market Countries.

The individual Emerging Market Countries represent a set of disparate domestic economies that share very little in terms of return drivers with other Emerging Market Countries.

Indeed, their lack of integration into the Global Economy accounts for part of their lack of correlation with other Countries, both Emerging and Developed.

Unlike the Equity Markets of Developed Countries, in which Global economic variables create a commonality to return patterns across Countries, there is little which connects the economy of, say, Peru and Hungary.

The factors which lower correlation in the Emerging Markets tend to be even more pronounced in Frontier Market Countries, given their relatively domestically-focused Companies and lower economic integration into the Global marketplace.

Because of this, Emerging Markets overall exhibit very low cross-correlations, as shown in Figure 3.

Figure 3 – Average cross correlations, 5 years ending December 2013

サーファー © Surfer… [uè CIRuzzO: t..HA…nks! 😳 http://www.youtube.com/watch?v=1qNDpd_QGcg …”avuto dei M_I_T_I”! Si-AMO G_O_B_B_I 😉 con QUAGLIA GOAL :mrgreen: ]

Scritto il 12 Aprile 2014 at 22:28

@finanza,

Hahahaha grande Surfer… E lunedì rincaro un po’ la dose sugli emergenti…

idleproc
Scritto il 13 Aprile 2014 at 07:09

http://www.imf.org/external/pubs/ft/survey/so/2014/RES040814A.htm

Questi vedono il mondo abbastanza in rosa e con la Great Recession, come la chiamano, alle spalle…
Come è noto ciazzeccano sempre…

World Economic Outlook, April 2006

At their March 2006 discussion of the WEO,
Executive Directors welcomed the continued strong expansion of the
global economy, which had exceeded expectations at their
August 2005 discussion. Despite higher oil prices and a
number of natural disasters, economic activity in the second
half of 2005 and early 2006 was strong, and inflationary
pressures remained subdued. The economic expansion had
also become more broadly based. While the United States
was still the main engine of growth among industrial coun-
tries, it was increasingly supported by the ongoing expansion
in Japan and signs of a sustained recovery in the euro area.
Growth remained strong in emerging markets and develop-
ing countries, with particularly buoyant activity in China,
India, and Russia. Directors emphasized that, despite these
broadly favorable developments, key vulnerabilities — most
notably global current account imbalances — still had not been addressed.
Looking ahead, Board members expected that global economic condi-tions would remain favorable,
with a gradual pickup in investment helping
countries weather high oil prices…

idleproc
Scritto il 13 Aprile 2014 at 07:53

http://ourfiniteworld.com/2014/04/11/oil-limits-and-climate-change-how-they-fit-together/

Questi invece la vedono nera ma talmente nera
che ho ordinato uno stock di cornetti veramente originali napoletani
made in China.
A John ne regalo uno gigante gonfiabile come quello che tenevo in ufficio.
No, lo regalo a DT, a John non serve.

“…I expect that wild animals will be killed off rapidly as well, as people lack food because of lack of fossil fuels. If we want to simply stay alive after the crash, we will have to vastly overuse “renewables.”

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