Decreto Sviluppo: i punti salienti. Ma non basterà.

Scritto il alle 09:34 da Danilo DT

E finalmente anche il Decreto Sviluppo è arrivato.
Quanto contenuto nel decreto approvato oggi dal governo dovrebbe portare almeno 40-45 miliardi di risorse a imprese e infrastrutture.

Sono state confermate gran parte delle anticipazioni uscite in questi giorni e non si chiude la porta ed eventuali altre iniziative.

L’Italia è in recessione e si prevede una contrazione per il 2012 pari all’1.5% con un tasso di disoccupazione che ha superato il 10%. Un debito pubblico che come detto continua imperterrito a salire ed un clima di nervosismo sempre più acceso attorno ai nostri titoli di stato visto che l’Italia è a rischio contagio molto forte ed è messa sul patibolo della speculazione. Una revisione della spesa di Stato è in corso, e il signor Monti ha annunciato importanti tagli di personale presso i vari ministeri. Staremo a vedere.

Eccovi qui sotto, tratte dal sito de IlSole24Ore,  l’elenco dei punti salienti del Decreto Sviluppo.

Via libera al decreto crescita. Il provvedimento varato dal consiglio dei ministri si compone di 61 articoli (sono stati approvati «salvo intese» quelli relativi all’Agenzia digitale perché aggiunti in extremis). Due i pilastri del Dl: infrastrutture ed edilizia da un lato e misure per le imprese dall’altro.

Bonus Irpef. Nel Titolo I spiccano i nuovi bonus Irpef per lavori di ristrutturazione e per riqualificazione energetica che vengono allineati al 50%. Per le ristrutturazioni si tratta di un innalzamento, fino al 30 giugno 2013, delle soglie di detrazione al 50% (dal 36%) per lavori fino a 96mila euro (attualmente fino a 48mila), Il bonus per l’efficienza energetica, invece, scende al 50% ma sarà prorogato di sei mesi fino al 30 giugno 2013 (fino al 31 dicembre 2012 resta del 55%).

Edilizia-infrastrutture. Scatta il ripristino Iva per cessioni e locazioni da parte delle imprese edili di nuove costruzioni favorendo la possibilità per i costruttori di accedere a compensazioni fiscali. Vengono resi più appetibili i project bond attraverso il trattamento fiscale degli interessi, allineato a quello dei titoli di Stato. Spazio al piano nazionale per le città, per interventi di riqualificazione nelle aree urbane, all’avvio dell’autonomia finanziaria dei porti (con 70 milioni), all’utilizzo da parte dei Comuni dei crediti di imposta per la realizzazione di opere infrastrutturali. Viene elevata dal 50 al 60% la quota dei lavori che i concessionari sono tenuti ad affidare attraverso procedure di evidenza pubblica.

Pa e Sistri. Nel Titolo II si stabiliscono misure di trasparenza per la pubblica amministrazione: tutte le forniture e le consulenze oltre mille euro dovranno essere pubblicate online. La stessa regola varrà per sussidi ed ausilii finanziari alle imprese. Nasce l’Agenzia digitale per accelerare la diffusione delle reti a banda larga di nuova generazione. Viene sospesa l’entrata in operatività del Sistri (sistema di tracciabilità dei rifiuti). La srl semplificata si estende anche agli over 35 che saranno però tenuti al pagamento dei diritti di bollo.

Incentivi. Nel pacchetto per le imprese spicca il riordino degli incentivi con la creazione del Fondo per la crescita sostenibile in cui confluirà quanto recuperato da una razionalizzazione che porta all’abrogazione di 43 norme nazionali. Il Fondo, che avrà una dotazione iniziale di 300 milioni (più 300 milioni recuperabili dalla vecchia programmazione negoziata), sarà finalizzato a tre obiettivi: innovazione, internazionalizzazione, rilancio delle aree di crisi. Al Fondo verranno inoltre accorpate le risorse del Fri gestito dalla cassa depositi e prestiti per circa 1,2 miliardi. Il credito di imposta non riguarderà gli investimenti ma solo le assunzioni di personale qualificato.
Credito di imposta riconosciuto nella misura del 35%, con un limite pari a 200mila euro a impresa. Esordiscono i mini-bond per le piccole e medie imprese. Si stima un impatto di 4mila assunzioni. Spunta un’iniziativa per la “green economy”: si estende il finanziamento agevolato previsto dal fondo Kyoto a soggetti pubblici e privati che operano in settori specifici dell’economia verde.

Mini bond. Passa poi l’apertura al mercato dei capitali per le società non quotate. Anche le pmi non quotate potranno emettere strumenti di debito a breve termine (cambiali finanziarie) e a medio lungo termine (obbligazioni e titoli similari, obbligazioni partecipative subordinate) con il supporto di “sponsor” che assistono gli emittenti e fungono da market maker garantendo la liquidità dei titoli.

Diritto fallimentare. Novità sul diritto fallimentare: viene introdotta, sullo stile del Chapter 11 degli Usa, la possibilità di depositare un ricorso contenente la semplice domanda di concordato preventivo, senza la necessità di produrre contestualmente tutta la documentazione finora richiesta.

Giustizia. Nel capitolo giustizia, orientato alla riduzione dei tempi dei processi civili, spicca il filtro all’appello, in cui un giudice singolo valuta se un appello è palesemente inammissibile. Modifiche alla legge Pinto per renderla più efficace.

Poter dire se sarà sufficiente a rimettere in piedi la martoriata economia italiana, credo sia impossibile. Anche se come detto, l’Italia non ce la farà MAI ad uscire da sola dalla crisi. Se mai ce la farà in tempi brevi (per me è utopia) sarà però necessaria la collaborazione dell’Unione Europea, Mai come ora abbiamo bisogno di un UE sempre più coesa e forte.

STAY TUNED!

DT

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4 commenti Commenta
Scritto il 16 Giugno 2012 at 11:27

Sono io rotto o mi sembra una presa per il culo? Dove sono gli investimenti? Sono per la maggior parte sgravi fiscali che presuppongono investimenti privati, ma se non hai i soldi per fare la ristrutturazione come fai a usufruire degli sconti?
Ma che cazzata e’?
Forse non hanno capito che per la maggior parte delle imprese il problema non e’ pagare meno tasse dagli utili… ma e’ produrre utili…
Saro’ rotto io….

kry
Scritto il 16 Giugno 2012 at 15:40

Cosa significa importanti tagli di personale presso i vari ministeri. Li prepensiona tutti così da mangiarci anche i contributi che stiamo versando?

ilcuculo
Scritto il 16 Giugno 2012 at 15:41

mariothegreat@finanza,

Qui deve anche intervenire il sistema bancario con il credito.

Se ho uno sgravio dol 50% sui lavori di ristrutturazzione posso fare un mutuo decennale a tasso fisso sul 50% del costo dei lavori. Ogni anno con lo sgravio fiscale pago il mutuo.

Sarebbero utili dei mutui “condominiali per permettere di fare ristrutturazioni importanti anche a interi palazzi.

Forza banchieri, un po’ di fantasia, per crescere è indispensabile.

kry
Scritto il 16 Giugno 2012 at 15:45

ilcuculo@finanza,

Come no,uno si fa il mutuo poi un anno resta a casa dal lavoro e cosa detrae dall’ IRPEF,magari gli interessi passivi del mutuo?

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