CONSUMI: Trump e Cina nell’occhio del ciclone

Scritto il alle 09:23 da Danilo DT

 

Il protezionismo torna ad essere l’assoluto protagonista del momento. Il timore di nuovi dazi doganali di Trump imposti alla Cina creano timori agli operatori che temono una frenata dei consumi. Ma avete idea di quale sia il “peso specifico” dei consumi sulle dinamiche economiche globali?

Se chiedete ad un buon macroeconomista cosa ne pensa dei mercati, vi dirà che viviamo ancora in una fase dove l’espansione globale resta solida, ma iniziano a notarsi delle pericolose divergenze geografiche, in particolar modo in Europa ma anche in Cina.
Credo sia inutile tornare sull’importanza, a livello economico, del colosso cinese e di quanto sia “pericoloso” un suo vistoso rallentamento. (CLICK HERE)
Ovviamente è il protezionismo il problema numero uno che viene visto dagli analisti in questo momento. Ed è quindi questa la tematica più monitorata e che causa la maggiora volatilità in questo momento.
Guardate la seduta di borsa di stanotte delle borse asiatiche.

TOKYO, 19 giugno (Reuters) – La borsa giapponese ha chiuso oggi in netto calo dopo che il presidente Usa Donald Trump ha minacciato di imporre dazi del 10% su 200 miliardi di dollari di prodotti cinesi, facendo impennare i timori di una guerra commerciale con Pechino.
Nei giorni scorsi il capo della Casa Bianca aveva annunciato dazi del 25% su circa 50 miliardi di prodotti cinesi, innescando la reazione di Pechino.

Sono solo delle provocazioni? Intanto Trump alza il volume e attira l’attenzione di tutti, speculatori compresi.

Oxford Economics ha portato avanti un’indagine dove ha chiesto ai vari analisti quali sono le maggiori cause di preoccupazione per i prossimi due anni. Come potete vedere il protezionismo sta assumendo dimensioni importanti.
Ed è palese che un protezionismo avrebbe effetti pesanti proprio sui consumi. Qui un grafico su un settore tradizionale ciclico.

Già, i consumi, ma avete la percezione di quanto questo possa significare?
Negli ultimi anni il ruolo dei consumi è diventato talmente determinante che il sistema sembra tarato per fare in modo che la fiducia dei consumatori resti sempre a livelli elevati.
Il motivo? Eccovi il grafico esplicativo.

A livello volumetrico un forte rallentamento dei consumi significherebbe una frenata del PIL che non credo sia facilmente quantificabile. Ma è quantomai evidente che simo finiti nel famigerato “cul de sac” dove siamo diventati schiavi di un sistema marcio. Si sono incentivati i consumi in modo esponenziale con un QE globale ed un interventismo delle banche centrali senza precedenti che ha sicuramente alimentato l’economia, ma l’ha drogata, in quanto ha contribuito in modo determinante a far salire i consumi on modo esponenziali, senza però mettere le basi per un consolidamento del fenomeno.
In altri termini, il rischio di un “puff” non è mai da sottovalutare.
Ma non lo dico io: guardate l’impressionante accelerata del grafico degli ultimi anni. E guardate anche il periodo di Lehman Bros cosa ha comportato. Voi direte, sembra una piccola correzione. Appunto, ma gli effetti sul sistema li ricordate?

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

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