CINA: Shanghai e Shenzhen, vige il REGIME e non il libero mercato

Scritto il alle 15:00 da Danilo DT

cina-dominio-economiaNei giorni del grande crollo, ma anche in quelli successivi, l’operatività sui questi due listini è stata pressoche impossibile, Addirittura in determinati giorni solo il 3% di tutti i titoli quotati era negoziabile

Guardando il grafico della borsa di Shanghai, l’analista tecnico dovrebbe solo dire una parola: si stiamo avvicinando al BUY!
Comprare perché proprio nella seduta di stanotte, la borsa Cinese (Shanghai Index) ha rotto gli indugi e la resistenza che era, tra le altre cose, anche un importante livello di Fibonacci. Resta solo la rottura del livello chiave posto a quota 4117 e poi il BUY ci sta tutto.

SHCOMP+Index+shanghai+indexPerò non possiamo negare il fatto che su questo mercato e sul mercato cinese restano una miriade di punti interrogativi.
Lasciamo da parte quelli di tipo macroeconomico o economico e focalizziamoci per un attimo sul mercato.
Un articolo sul WSJ  ha messo a nudo una spetto che io considererei quasi “drammatico” per la borsa cinese.
Come ben sapete e come ho spiegato QUI  , a seguito del crollo dei listini azionari, è intervenuta direttamente la PBoC per “congelare” il ribasso con degli interventi più unici che rari.
Innanzitutto hanno praticamente fatto un QE sul mercato azionario, hanno minacciato molte società intimando a NON speculare e NON vendere e poi hanno sospeso buona parte del listino quotato.
Forse in pochi sanno che proprio in uno di quei giorni, il 9 luglio, è stato praticamente congelato quasi TUTTO il listino. Infatti su 2879 società quotate a Shanghai e Shenzhen, ne sono state sospese dalle trattazioni ben 2786, quindi SOLO il 3% era negoziabile.

borsa-cina-azioni-sospeseQuesto secondo voi sarebbe un libero mercato? Questo permette ad un grande investitore di operare sul mercato cinese? Questo secondo voi è un buon biglietto da visita per gli istituzionali?
Piuttosto è un chiaro segnale di REGIME. I mercati si basano su ben altri principi.

Riproduzione riservata

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Danilo DT

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4 commenti Commenta
Scritto il 23 Luglio 2015 at 16:11

°l Reading tips l°

especially for those who want to understand the genesis of the past, present and even the future.

_§_ S. Yao, D. Luo (University of Nottingham, China Policy Institute, the ), “Chinese stock market bubble: inevitable or incidental?” – Policy Paper Series 2008: Issue 41 – August 1, 2008

https://www.nottingham.ac.uk/cpi/documents/briefings/briefing-41-chinese-stock-bubble.pdf

!_BE CAREFUL_!

l> Factors responsible for the Chinese stock market crash, Pp. 8-13 / 17 (in the _§_)

doing the tare on the data – as they relate to the (main) Banking Groups and Companies for/to the Chinese State [(PRC) guilty or direct responsible for the crash of June 2008)]; those in the paper that I’ve proposed above – the rest is on equal terms; namely:

November 2007 – June 2008

=

November 2014 – June/July 2015.

I.E. = (also for the future).

Surfer © サーファー [UGUALE = (così capiTe)]

lukeof
Scritto il 23 Luglio 2015 at 16:14

Beh anche gli altri attori da New York a Berlino avranno seguito con sommo interesse la dinamica del blocco per verificare se funziona….
Libero mercato? E che è roba da mangiare? 🙂

lampo
Scritto il 23 Luglio 2015 at 23:58

@fi­nan­za,

Molto interessante il documento ma anche altri disponibili dalla stessa fonte. In particolare mi sento di segnalare questo che parla del dilemma tra avere una crescita prettamente orientata al PIL ed una invece più duratura orientata sui consumi… e meno sugli effetti derivanti sul PIL:
http://www.nottingham.ac.uk/cpi/documents/policy-papers/cpi-policy-paper-2015-no-4-geraci.pdf

Scritto il 27 Luglio 2015 at 09:13

++ CHINA OUTFLOW ++ Impressionante i capitali in uscita dla mercato. Come volevasi dimostrare. pic.twitter.com/jHrXyaAF1F— Danilo DT (@intermarketblog) July 27, 2015

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