CINA: oro, T-Bond e riserve valutarie

Scritto il alle 10:54 da Danilo DT

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Il post di ieri sul Dollaro USA e sullo spread Bund/T Bond rappresenta una delle più grosse scommesse che potrebbero diventare realtà nei prossimi mesi/anni.

Nel suddetto articolo, in fatti, si ipotizza l’inizio di una vendita di Bond USA da parte delle mani forti asiatiche. Non dimentichiamo mai che la metà dei T Bond USA sono proprio in mano a Giapponesi e Cinesi.
Nel corso delle settimane scorse, all’interno dei vari G-20 & Co, i rappresentati di queste aree geografiche non hanno nascosto un certo timore per la stabilità dell’economia USA e, soprattutto , della sostenibilità del debito e del dollaro.
Uomo avvisato , mezzo salvato.
Sappiamo però, anche, che la stessa FED, al fine di diminuire il tasso dei mutui sulle case, pagati cdai consumatori USA, è intervenuta (e lo farà ancora? ) acquistando titoli con duration elevata, contribuendo così alla diminuzione dei tassi a lunga scadenza e, indirettamente, alla diminuzione dei tassi su quei mutui legati, appunto alla parte lunga della curva dei tassi.
Uno pari, palla in centro? E qui arriva la scommessa.

Può la FED sostenere il T-bond all’infinito?

Sappiamo che la FED non potrà acquistarsi il suo debito all’infinito. Anche perchè, visti i vari piani deliberati a sostegno dell’economia, gli impegni finanziari non mancano e non si può continuare inesorabilmente a stampare carta.
Quindi teniamo in conto che le “barriere protettive” a sostegno del debito sovrano USA hanno una tenuta limitata.
Dall’altra parte invece…lo spazio di azione è enorme. Parliamo di nazioni, come la Cina, che si sono arricchite enormemente nel corso degli ultimi anni, nazioni che avevano fatto con gli USA un “patto commerciale” importante (io ti compro i Bonds ma tu mi acquisti i miei prodotti), legando lo yuan ad una rivalutazione pilotata proprio contro il Dollaro, anche per evitare un (giustificato e quanto mai ovvio) aumento della valuta cinese che ne avrebbe compromesso la competitività dal punto di vista commerciale.
Quindi, per tornare al punto di partenza, le potenziali bocche da fuoco asiatiche hanno a disposizione una quantità esorbitante di T bond in pancia pronta ad essere messa sul mercato. Dimentichiamoci però un’ipotesi che qualcuno ha già ventilato.
Queste vendite, se verranno effettuate come io credo, saranno fatte (usando un vecchio termine che i borsaioli più datati ricorderanno con affetto) con un metodo “curando”, cercando quindi di non comportare eccessiva volatilità e panico sui mercati valutari.

Diversificazione valutaria

Se poi andiamo a vedere in fondo la questione, un motivo ottimo per cui i paesi asiatici potrebbero, nel tempo, liquidare buona parte dei Bonds USA è legato anche ad una questione di diversificazione valutaria. Infatti ormai, a livello globale, l’Euro ha assunto un’importanza determinante, proprio anche nei confronti della Cina. Basta guardare la nostra Italia (oppure la quantità di merce cinese che transita dal porto di Napoli). Ormai il Vecchio Continente è una terra di conquista per il commercio cinese.
Inoltre a livello di equilibri valutari, è scorretto avere le proprie riserve totalmente sbilanciate sul Dollaro USA. A livello di equilibrio è necessaria una presenza congrua di valuta Euro.

E poi…l’oro.

Questo post tocca molti argomenti, ma credo sia importante fare un excursus a 360 gradi per meglio descrivere quello che secondo me sta succedendo.
Oltre quindi ad una ovvia diversificazione valutaria, c’è ancora un elemento che non abbiamo preso in considerazione, ma che potrebbe essere molto importante, sia per determinati equilibri su scala globale, e sia per noi, investitori.
Una Banca Centrale che si rispetti, oltre che le riserve valutarie, deve avere anche una congrua quantità di metallo giallo, ovvero di ORO.
Anche perché, non dimentichiamolo, l’oro è un eccellente mezzo di diversificazione e di protezione dall’inflazione.
Grandi passi sono già stati fatti in quest’ambito da parte della Banca Centrale Cinese. Infatti proprio recentemente la Cina ha superato la Svizzera come quantità di riserve auree detenute nei propri forzieri, aumentando di circa il 75% il proprio deposito.
Quindi il più è stato fatto? Secondo me assolutamente no. Sapete in percentuale quanto è percentualmente il peso dell’oro nelle riserve valutarie? Una cifra che resta risibile. 1.6%. Si, avete letto bene, 1.6%. Un’inezia.  Seguirà un analisi sull’oro.

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