CINA: mercato interbancario in tilt. Tasso overnight al 25%

Scritto il alle 09:50 da Danilo DT

Il tasso interbancario cinese ci riporta alla mente il default di Lehman Brothers. Massima allerta.

Proprio ieri vi parlavo delle problematiche sui mercati emergenti ed ecco che ci ritroviamo con una bella patata bollente che riguarda la Cina. Il flash della testata giornalistica tedesca MNI era quantomeno inquietante:

CHINA OVERNIGHT REPO FIXING AT RECORD HIGH (25%).

Come 25%??? Ma siamo sicuri? Purtroppo si: diverse fonti ci dicono che il mercato interbancario cinese sia a rischio blocco totale.
Non dimentichiamo infatti che in Cina si difetta molto di trasparenza e che molte incongruenze sono state evidenziate anche su questo blog nelle ultime settimane. (riprendetevi questo post…) 

Ma se sull’interbancario il tasso overnight è al 25% significa SOLO una cosa. Le banche non si fidano più l’una dell’altra. Motivo? Beh, anche se non abbiamo dati certi in mano, può essere solo dovuto a qualche grosso problema sulle banche locali cinesi.
Subprime asiatici? Leva finanziaria? Esposizione su operazioni speculative finite male? Non lo so con certezza… So solo che questo scenario lo avevamo visto quando era saltata Lehman Brothers. E non ve lo dico per fare terrorismo psicologico ma per mettere a nudo la realtà dei fatti. Ecco alcuni interessanti grafici di ZeroHedge.

E il paragone con la vicenda Lehman Brothers e il Ted Spread di quei tempi…

Ma il tasso interbancario cinese decolla anche a 7 giorni…

“Una vera e propria crisi è improbabile, si prevede che la liquidità tenda a migliorare sensibilmente sul mercato previa forte intervento della banca centrale, la PBOC.”

Questo secondo il Financial Times, l’impennata dell’interbancario cinese è dovuto alla riluttanza della PBOC di riversare oggi del denaro fresco sui mercati, spiazzando le banche che invece si aspettavano un intervento massiccio della banca centrale.

The main reason for the lack of liquidity has been the central bank’s reluctance to pump liquidity into the money market, wrongfooting banks that had expected Beijing would continue to support them with large cash injections.
Signalling that the cash crunch could persist for a while, the China Securities Journal, a big state-run newspaper, ran a front-page commentary saying China was at a turning point in monetary policy. “We cannot use as fast money supply growth as in the past, or even faster, to promote economic growth,” the newspaper said. “This means that authorities must control the pace of money supply growth.”
Interbank rates began to rise earlier this month ahead of a public holiday – a normal pattern as demand for cash typically increases before festivals in China. Bankers and analysts had expected rates to fall when the country got back to work.
Instead, the central bank has remained on the sidelines of the market over the past five working days, refusing to provide the short-term cash injections that banks had expected. On Thursday, the PBoC said it would not conduct repo business at a scheduled auction, disappointing market players who thought it might relieve pressure on them by making a cash injection.
“The only explanation is that the central bank wants to send a warning signal to commercial banks and other credit issuers that unchecked credit expansion, particularly through the shadow banking system, will not be accommodated,” said Na Liu at CNC Asset Management. (FT) 

Personalmente, visti anche I discorsi intavolati nelle precedenti settimane, sono abbastanza preoccupato, soprattutto dalla poca trasparenza della PBOC, e non ritengo assolutamente normale questa situazione. E il rischio maggiore è che, proprio come con Lehman Brothers, ci ritroviamo a conoscenza del problema proprio nel momento in cui…non si può più fare nulla.

Intanto Goldman Sachs esce con report entusiastici sulle banche della Cina. Guardate questa griglia qui sotto…qualcosa non torna… Ma da che parte sta la ragione? Cliccateci sopra per vederlo meglio.

Mai come oggi… STAY TUNED!

STAY TUNED!

DT

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22 commenti Commenta
bergasim
Scritto il 21 Giugno 2013 at 09:52

Scusa sei in ritardo già postato ieri

Scritto il 21 Giugno 2013 at 10:20

bergasim,
MEGLIO TARDI CHE MAI, ieri ero fuori sede. Però con un post viene messo in evidenza meglio.

john_ludd
Scritto il 21 Giugno 2013 at 10:45

Come tanti seguo il tema con attenzione ma lo leggo in termini differenti. Le autorità cinesi vogliono esattamente questo a costo di far fallire qualche finanziatore nello shadow banking system. Ci sono due fazioni: l’autorità centrale che sovrintende al sistema bancario e le autorità locali che hanno aggirato sistematicamente le regole della banca centrale e finanziato la bolla del real estate attraverso il sistema finanziario ombra che raccoglie denaro soprattutto dai privati. E’ la resa dei conti, che era già stato annunciato dal precedente segretario del partito e ora viene perseguita con decisione per noi occidentali impensabile. La Cina è un sistema totalitario e i sistemi totalitari odiano le bolle mentre le nostre democrazie finanziarizzate le amano e ne gonfiano una dopo l’altra perchè stanno perdendo l’economia produttiva reale. Il sistema bancario cinese è realmente il più solido del pianeta, le banche sono pubbliche, solo una quota è stata collocata a qualche gonzo in occidente e gode del supporto totale del governo, dei 3,4 trilioni di riserve ufficiali in dollari e delle seconde non ufficiali riserve auree. In soli 30 anni la Cina è passata da paese agricolo a seconda potenza del pianeta, se andate in Cina vedrete infrastrutture in quantità e di qualità come in USA non ne esistono e in Europa trovate solo in Germania. L’occidente ha paura della Cina, gli americani sono terrorizzati e tutti i loro media sparano un giorno sì e l’altro pure dell’incombente crollo della Cina mentre da loro va tutto bene con l’economia a terra malgrado i fantastilioni di zio Ben appena licenziato con garbo da Obama. Lo zio Ben dichiara di non comprendere il movimento dei tassi a lunga… ecco cosa serve per comprendere che se i cinesi vincono la loro battaglia interna proprio laddove noi l’abbiamo voluta perdere allora con certezza matematica entro 10 anni e forse prima per la prima volta dal 1870, gli USA non saranno number one e noi poveri europei dovremo andare con il piattino a Pechino. Non c’è garanzia che le autorità centrali vincano la loro battaglia ma in un caso o nell’altro per noi è un problema.

bergasim
Scritto il 21 Giugno 2013 at 10:48

john_ludd@finanza,

Scusa caro, ma sulla cina un giorno dici una cosa e il giorno dopo un altra, ricordati i tuoi articoli postati sul tuo caro prof pettis, ila quale per inciso non mi sembra d’accordo con le tue tesi.

Scritto il 21 Giugno 2013 at 11:12

….chiedo per l’ultima volta di essere meno polemici e più costruttivi, il momento è decisamente delicato (mi riferisco in particolar modo a bergasim e e ihavenodream)

Intanto leggetevi questo bell’articoletto… NOn è successo nulla ma….

Pechino, 21 giu. – La Bank of China ha smentito che nella giornata di ieri si sia trovata in default per assenza di liquidita’. La notizia era stata pubblicata con un post sul social network Sina Weibo, il twitter cinese, dal giornale economico 21st Century Business Herald. La banca ha anche negato di aver ricevuto finanziamenti d’emergenza dalla banca centrale .

http://economia.repubblica.it/news/Cina:-Bank-of-China-smentisce-notizie-default/4362294

john_ludd
Scritto il 21 Giugno 2013 at 11:32

bergasim,

Sbagli. Pettis scrive esattamente questo, prova a leggerlo invece di perdere tempo con me. Perdi troppo tempo con ZH, un sito eccezionale per le news e per qualche sparata da insider ma pessimo su quasi tutto il resto. Leggi anche qualcuno che ha un parere diverso come John Ross altro prof che vive in cina e parla madarino, molto convincente ma… tesi opposte. Ma tutti sono d’accordo che la Cina deve cambiare modello e che questo è il momento in cui stanno tentando di farlo. Non c’è nulla di quanto scritto da me sopra che afferma che NON ci sono problemi in Cina, al contrario. Affermo solo che è in atto il TENTATIVO di affrontarli. Adesso rispondi tu a questa domanda se mai ne hai voglia: vedi tentativi di riforma di pari portata in occidente ? A prescindere dalla diversa natura e/o gravità chi ti dà l’impressione di averli quanto meno riconosciuti come tali ? Vedi, io non ho alcuna intenzione di fare il professore di sta cippa, non ne ho i mezzi, ma mi diverte tentare di comprendere anche se riconosco che a volte quello che mi sembrava di avere compreso non era vero. E’ la parte più divertente in realtà. Il mondo è complesso, ci sono professori ovunque, gente veramente brillante che mi mangia in testa 100 volte eppure fanno errori clamorosi. Non sono scemi, è solo che è molto difficile e l’unica cosa che posso fare è di non rassegnarmi a non capire niente. Tu fai quello che vuoi.

idleproc
Scritto il 21 Giugno 2013 at 11:37

Concordo sullo “stile” che consiglia e promuove DT.
Parlando di metodo, l’opposizione delle visioni e il loro adeguamento rispetto ai dati e all’evoluzione del processo, è naturale perché sta tutta nel reale ove esistono contraddizioni reali e opposizioni reali.
La loro dinamica e risoluzione è difficile da prevedere anche per la presenza di una variabile scarsamente controllabile che è quella sociale.
La Cina, che a differenza vs. non conosco bene, ha alcune analogie sistemiche con l’ex URSS.
E’ un’economia che per la parte sistemica è pianificata e collettivizzata e un’altra parte liberalizzata in cui valgono le regole di mercato.
La pianificazione politico-economica permette strategie vincenti sul lungo periodo, cosa già dimostrata e qui ha ragione alla grande John ma in opposizione a questo lato della contraddizione esiste una dinamica interna e di apparato che può portare come ha portato a colossali sprechi ed inefficenze.
Sempre da questo “lato” della contraddizione si sta sviluppando una dinamica prettamente capitalistica che genera squilibri sia interni che esterni sui quali poi interviene la parte centrale in opposizione agli interessi immediati del “capitale” che cerca valorizzazione.
Questo credo lo sappiano molto bene in “occidente” e che ci possa essere un tentativo di generare una crisi interna socio-economica in Cina cosa che a mio giudizio sarà nelle cose.
Un crollo politico in Cina aprirebbe il mercato cinese e le risorse cinesi alle multinazionali e alla finanza globale. Un tentativo di questo tipo, già collaudato in altri luoghi, sarebbe follia pura.

bergasim
Scritto il 21 Giugno 2013 at 11:45

Adios

john_ludd
Scritto il 21 Giugno 2013 at 12:05

idleproc@finanza,

un tentativo di destabilizzare la Cina che possiede 3,5 trilioni bond USA… davvero difficile. Penso al contrario che in occidente vivano con terrore quasi ogni possibile esito. Successo: la Cina supera gli USA. Fallimento: i mercati finanziari crollano, tutte le economie crollano. Sono comunque tutte chiacchiere tra frequentatori di blog: la realtà è talmente complessa da essere inconoscibile. Comunque è divertente parlarne un pò ma senza esagerare nella presunzione di possedere chissà quale verità. Ci sono altri settori, dove la componente sociale/umana che è una variabile non misurabile, dove invece le previsioni si posso avvalere del metodo scientifico che è l’unica cosa buona che l’umanità abbia mai prodotto oltre all’arte.

john_ludd
Scritto il 21 Giugno 2013 at 12:07

difficile con queste micro tastiere e micro schermi…

Ci sono altri settori, laddove E’ ASSENTE la componente sociale/umana che è una variabile non misurabile, dove invece le previsioni si posso avvalere del metodo scientifico etc…

sturmer
Scritto il 21 Giugno 2013 at 14:35

idleproc@finanza,

john_ludd@finanza,

Se volete potete leggere un libro di 2/3 anni fa (the next 100 years) di George Friedman (Stratfor) che ipotizzava una cosa del genere, lo scollamento tra realtà sviluppata e realtà contadina in Cina…

Ovviamente visto lo scrittore ed il suo retroterra di intelligence è tutto da prendere con le molle…

Ciao!

lampo
Scritto il 21 Giugno 2013 at 16:04

Noi occidentali quando parliamo di Cina ci dimentichiamo spesso che si tratta di un Paese enorme, quindi con molte usanze diverse e apparenti contraddizioni.

In particolare dal punto di vista finanziario, chi in Cina è potuto salire nel corso dell’ultimo decennio nella scala sociale, è stato tentato a mettere da parte il denaro in più che non gli serviva per mantenere il proprio stile di vita (un po’ come in India comprano oro per semplificare).

Noi siamo preoccupati delle banche cinesi… ma non consideriamo l’aspetto fiducia nel sistema bancario.

In Cina e generalmente nei paesi asiatici le banche godono di ottima fiducia da parte della popolazione.
In Europa ed in USA siamo ad un livello di fiducia nettamente più basso.

Adesso chiedetevi di cosa ha più paura il sistema bancario: di un caso come quello del tasso interbancario cinese… (facilmente superabile dalle autorità cinesi, visto il livello di fiducia di cui godono le banche nazionali) oppure della ripercussione sul già basso livello di fiducia esistente in Europa (dove è più basso) e in USA e UK?

Infine sulla bolla immobiliare cinese… certo esiste se la consideriamo sulla base del nostro modo di ragionare finanziario, parametrato quindi al nostro settore immobiliare. Ma provate a pensare l’eccezionalità della miriade di risparmiatori cinesi che hanno accumulato capitali, del continuo spostamento di attività finanziare in tale Paese (e non solo quello)… quindi della fortissima richiesta (a parte qualche città deserta, perché non è al centro di attività da attirare popolazione)… siamo sicuri che la bolla possa scoppiare o, ci sono ancora molte risorse per alimentarla…e magari raggiungere le quotazioni stratosferiche di Hong Kong?

Buona riflessione… e se possibile girate più il mondo oppure leggete molti articoli di stampa estera.
Vedrete quanti stereotipi cadranno…

john_ludd
Scritto il 21 Giugno 2013 at 16:38

lampo,

la forza di una nazione sono gli investimenti; certo si possono avere cattivi investimenti e sono soldi buttati o peggio ma la sostanza è questa. La fonte degli investimenti è il risparmio privato; gli investimenti pubblici sono risparmio privato rediretto nelle casse dello stato. Oltre a questo ci sono gli investimenti da capitale estero. Ora puoi facilmente trovare i dati sul risparmio cinese e quello di altri paesi cosiddetti in via di sviluppo. Quindi prendi il dato sul risparmio in USA, quello in UK, in Germania, in Italia, fai una tabella e qualche considerazione ti verrà facile. Non sarà risolutiva e da sola non basta ma ti racconterà molte cose.

lampo
Scritto il 21 Giugno 2013 at 16:45

Giusto per fornire maggiori elementi e centrare il “problema” cinese: due articoli riguardanti dichiarazioni dell’attuale governatore della banca centrale cinese (Zhou Xiaochuan).
Il primo articolo molto terra terra:
http://economia.nanopress.it/troppi-risparmi-e-la-cina-rischia-il-collasso-a-diramare-la-notizia-il-responsabile-della-banca-centrale-cinese-zhou/P83217/
Il secondo riguarda le slide di una presentazione svolta da lui stesso sul tema:
http://www.bnm.gov.my/files/publication/conf/hilec2009/01_slides_zhou.pdf
Forse capirete perché lo scorso marzo è stato riconfermato come governatore della banca centrale.

P.S.
Prima dimenticavo un altro aspetto degli investitori cinesi differente da noi occidentali: generalmente si fidano più a investire per passaparola (da noi si chiamerebbe insider trading), piuttosto che leggendo report finanziari o articoli economici…al punto che c’è qualche blogger che è diventato famoso e ricco… solo gestendo un blog come questo.
Caro DT… mi dispiace darti questa notizia… forse se traduci il sito in cinese…

lampo
Scritto il 21 Giugno 2013 at 16:52

john_ludd@finanza,

In Cina se ricordo bene (vado a memoria) si parlava di oltre il 50% del PIL come risparmi (mi ricordo di averlo letto qualche anno fa… quindi nel frattempo saranno sicuramente aumentati!).
In Italia… eravamo ripeto eravamo messi bene… mentre adesso, a forza di dare morsi alla coscia del pollo… rimane sempre più sottile e si incomincia a intravedere l’osso.
In USA ed in altri Paesi non credo che serva parlarne visto il livello di indebitamento privato.

Quando tale mole di risparmi si riverserà sui mercati finanziari o sui consumi (sempre che non se la mangino prima con lo scoppio di qualche bolla… anche se ne vedo poche a mio avviso con tale mole di risparmi!), non oso immaginare i decorsi azionari!
Ovvio che non riguarderà tutti, visto il diverso modo di scelta degli investimenti (diciamo non a struzzo… anche se non vuol dire migliore).

lampo
Scritto il 21 Giugno 2013 at 17:07

Voglio essere ancora molto più esplicito: mesi fa, pur sapendo della probabilità di una forte correzione sui mercati azionari, mi sono posizionato (con obiettivo lungo termine) su un fondo che investe principalmente in titoli azionari di società che si occupano di sviluppo, produzione o vendita di merci o servizi ai consumatori cinesi e che abbiano la sede principale o che svolgano una parte predominante delle loro attività in Cina o ad Hong Kong.
Aspetto che si moltiplichi nei prossimi anni… se viene ben gestito dal gestore.

ihavenodream
Scritto il 23 Giugno 2013 at 23:27

La Cina è un paese emergente non è una potenza economica comparabile con i paesi occidentali, men ke meno con gli USA…quel ke conta non è il gdp ma il gdp Pro capite, ke in cina è circa 1/5 quello italiano…sarebbe come dire ke una famiglia di 20 persone con un reddito totale di 4000 euro/mese è più ricca e più potente di una coppia con 3500 euro, data ke la premessa è sballata, sono sballati anke tutti gli altri ragionamenti…

ihavenodream
Scritto il 23 Giugno 2013 at 23:32

Va da se x fare un esempio ke con redditi medi così bassi non c’è nulla da risparmiare, i cinesi girano in tandem…anke le tasse sono più basse ovviamente, perke’ non c’è molto da tassare…

lampo
Scritto il 23 Giugno 2013 at 23:44

ihavenodream@finanza,

Fatti una vacanza in Cina… possibilmente girando in più posti, vista la sua vastità. Vedrai che al ritorno rileggendo quanto hai scritto in questi due commenti, avrai una reazione non piacevole…

ihavenodream
Scritto il 24 Giugno 2013 at 08:04

lampo,

E tu esci un po’ di casa, fatti un giro e vedrai quante macchine di lusso, vestiti e accessori ipercostosi, gioielli e quantaltro ostenta la gente qui da noi…poi va in un ristorante, in un hotel, in un supermercato e guarda i prezzi…la Cina è un enorme mercato x alcune tipologie di prodotti, ed è un gigantesco bacino di reclutamento per manodopera a buon mercato…questultimo aspetto ci riguarda direttamente, come noto…ma sto andando fuori tema..

lampo
Scritto il 24 Giugno 2013 at 22:57

ihavenodream@finanza,

Costruttivamente… in Cina sono stato per motivi di lavoro per diversi mesi… girandola parecchio, sia in aree ricche sia nei campi dove c’era ancora il bue che spingeva l’aratro. L’attuale primario interesse cinese… non è continuare ad essere un’economia esportatrice, quanto incentivare i consumi interni ed evitare bolle, soprattutto indotte dall’estero…
Per quando riguarda la delocalizzazione… sei rimasto un po’ indietro, visto che, per esempio, nel settore della moda il Bangladesh è la prima meta, dove ti posso dire che il costo della manodopera ( sfruttamento sarebbe più appropriato) e’
di ordini di grandezza inferiore alla Cina e India ( al punto che la stessa India vi delocalizza le commesse che non riesce ad evadere!). Ovvio che anche in Bangladesh la situazione è cambiata dopo i recenti fatti di cronaca… Peccato per le multinazionali che non ci sia un Paese più povero in cui de localizzare ( almeno per il momento…).
buona meditazione…

ihavenodream
Scritto il 25 Giugno 2013 at 22:07

lampo,

Io volevo solo dire di stare attenti a dar giudizi affrettati e di guardare e chiamare le cose col loro nome, anke se tutti le kiamano col nome sbagliato…anzi proprio perke’ moltissimi fraintendono, bisogna stare ancora più attenti…quando si parla dei fenomeni economico-finanziari cinesi, ci si dimentica facilmente ke la cina è un territorio con un miliardo e 300 milioni e rotti di anime…è ovvio ke nel lungo periodo in una economia di libero mercato, la cina consumerà e produrrà ed esportera’ più di tutti…tuttavia oggi come oggi sono un paese in via di sviluppo, ben lontani da essere una potenza economica o politica, probabilmente non vogliono neanke esserlo…siamo noi occidentali ke gli affibiamo questo ruolo…

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