Chi guiderà l’economia nei prossimi anni?

Scritto il alle 12:59 da Danilo DT

cabina_pilotaggio

Siamo quasi arrivati al giro di boa. Sei mesi sono volati: e’ tempo di fare 2 conti su come sono andate le cose e su come andranno. Un po ‘ tutti si divertono a sparare previsioni e a profetizzare su un futuro che ha nell’incertezza l’unica certezza.
Tra le tante organizzazioni che recentemente hanno detto la loro sullo stato dell’economia mondiale, ho avuto modo di leggere la relazione dell’OCSE.

Cosa è l’OCSE?

E’ un’organizzazione nata nel dopo guerra, praticamente è una conseguenza del famoso Piano Marshall americano, co cui gli USA hanno aiutato i paesi europei nel dopo guerra a riprendersi dal punto di vista economico.
OCSE  significa Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico.
Per avere tutte le informazioni sull’OCSE vi consiglio di andare a vedere su Wikipedia tutta la storia dell’OCSE.

Le previsioni dell’OCSE

Tanto per andare al nocciolo della questione, l’OCSE prevede un PIL reale, per il 2009, pari a -2.2%, e poi una crescita nel 2010 pari al 2.3%. Facendo due rapidi conti si capisce subito che se si aspetta solo il -2.2% su scala globale, significa che c’è qualcuno che invece continua a tirare alla grande. Ormai inutile dirlo chi è questo qualcuno. E’ ovviamente l’Asia ed i Paesi Emergenti in generale.
Posizione diversa invece quella del Fondo Monetario Internazionale (FMI) che invece vede i Paesi Emergenti in forte frenata a causa di una crisi del credito che colpirà anche quelle aree.
Per certi versi, sia OCSE che FMI ammettono comunque che la crisi è stata combattuta in modo energico e che un barlume di speranza per poter vedere un mondo migliore c’è. Ma io continuo ad essere convinto che i problemi non sono assolutamente finiti.

I consumatori, sempre loro, sono la chiave

Crescita o non crescita economica, l’ago della bilancia è tutto dipendente dalla sitauzionhe, dal sentiment e dalle capacità economiche dei consumatori. Se i consumi si bloccano, se la paura prende il sopravvento ed il risparmio (soprattutto) delle “cicale americane” inizia ad aumentare, voglio proprio vedere come farà a ripartire l’economia.
E poi abbiamo una disoccupazione in previsto ulteriore aumento. Europa al 12%, Usa oltre il 10%. Questi sono i tassi di disoccupazione previsti.
Certo, abbiamo aree che continuano a crescere. Ma la forza del consumatore cinese o del consumatore dei paesi emergenti non è al momento assolutamente paragonabile a quello americano o europeo. Ed è quindi questo il problema. Si parla di ripresa guidata dall’Asia e dai Paesi Emergenti. Ma i pesi emergenti, da soli, non possono trainare il mondo fuori dalla crisi, perché la loro condizione economico-culturale (dei consumi) è assolutamente retrograda.
Tutto questo mi fa pensare che ci sia un unico scenario che, oggi, sia credibile secondo me.

Questo è dunque il motivo epr cui il dato di oggi, potrebbe risulatre importante. L’indice  in uscita oggi pomeriggio, il famoso Indice di fiducia dei consumatori redatto dall’Università del Michigan, potrebbe essere visto dal mercato come un’importante cartina tornasole sulle potenzialità di qeusta pseudo ripresa. Dico pseudo perchè sapete tutti cosa ne penso. E sapete tutti come questi dati statistici possono essere manipolati e travisati.

Incubo Giappone si avvicina

Visto che il mondo al momento è ancora troppo dipendente dalle economie “core” (area Euro e USA), la forza dei paesi emergenti, in particolar modo del BRIC (Brasile, Russia, India e Cina) non è ancora sufficientemente matura per poter prendere possesso della cloche all’interno della cabina di pilotaggio dell’economia mondiale. Anceh perché, siamo onesti… secondo voi chi finora ha comandate, lascerà facilmente il testimone alle nuove forse economiche? Ci vorrà del tempo, sicuramente.

E allora? E allora l’incubo Giappone si avvicina: uno scenario secondo me ad L che appiattirà la crescita economica per lungo tempo, in attesa ceh tutti gli eccessi di questi anni di fanta finanza vengano smaltiti in modo definitivo.
Nel frattempo mi auguro solo che la regolamentazione dei mercati in generale venga fatta, in modo concreto e con la condivisione di tutti. Sennò si rischia di essere, tra qualche anno, allo stesso punto di oggi.

L’unica certezza è l’incertezza.

STAY TUNED!

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