Banche Italiane in una crisi molto diversa da quella del 2008

Scritto il alle 15:25 da Danilo DT

crisi-banche-bank-crisisChi mi conosce sa benissimo che spesso e volentieri mi affido ai grafici per spiegare in modo diretto ed inequivocabile certe situazioni.
Parlare della crisi bancaria italiana non è certo facile, viste le tante variabili che possono intervenire nell’ambito della valutazione della stessa. Ma bisogna anche fare delle distinzioni.

Innanzitutto un dato di fatto. La crisi delle banche italiane deve essere ben distinta da quella che è stata la crisi bancaria anglosassone che è poi sfociata con il default di Lehman Brothers. Le problematiche dei nostri istituti sono legate soprattutto al logoramento di na congiuntura economica e finanziaria che non si è più risollevata, malgrado una politica monetaria espansiva che, però, non ha avuto quell’effetto “curativo” e moltiplicatore che ci si aspettava.
La frenata economica, e il conseguente crollo del PIL ha portato ad un aumento delle sofferenze bancarie. Automaticamente l’aumento degli NPL ha generato una restrizione del credito generando un circolo perverso da cui non se ne usicraà facilmente.
Quindi, come riportato anche da ZeroHedge, forse il grafico che meglio spiega la crisi è questo. Semplice ma concreto, il rapporto tra l’andamento del PIL e delle sofferenze. Per rimettere in piedi la situazione sarebbe necessaria una presa di posizione forte da parte dell’UE. Ma lo sappiamo benissimo. L’Europa è tutt’altro che unita. E mi fermo qui pwerchè non voglio annoiarvi coi soliti discorsi.

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5 commenti Commenta
gainhunter
Scritto il 14 Luglio 2016 at 20:09

Esatto. NPL come conseguenza della crisi. Non solo questo perchè è una generalizzazione e ci sono anche altri problemi di cattive scelte da parte delle banche, ma il grafico è inequivocabile.
La si può vedere anche in un altro modo: nonostante l’ammontare delle sofferenze dovute ai grandi cattivi pagatori, se la crisi fosse stata meno forte o meno lunga e le medie imprese avessero tenuto di più e continuato a finanziarsi e investire, il rapporto sofferenze / capitale delle banche sarebbe messo molto meglio.

gainhunter
Scritto il 14 Luglio 2016 at 20:12

Inoltre, si può credere che i finanziamenti agli amici dei politici immanicati con i banchieri ci siano solo in Italia, per cui le sofferenze sono una caratteristica italiana per questo motivo. Oppure si può credere che anche in altri paesi (vedi Landesbank) succede la stessa cosa, e allora ci si deve chiedere perchè in Italia le sofferenze sono un problema così imponente. Nel grafico e nella considerazione precedente la risposta.

x_maurizio
Scritto il 14 Luglio 2016 at 20:44

E Infatti noi siamo stati dei SUPERCAZ***ONI quando nel 2012 non abbiamo approfittato del marasma per salutare questa banda di ipocriti e ladri riuniti sotto la bandiera blu con le stelle gialle (che se dico solo la bandiera con le stelle qualche antiamericano ci puccia il biscotto) e fare quello che gli inglesi fanno oggi. Avremmo lasciato il sistema bancario tedesco col mega-cerino (leggasi TARGET2) e saremmo scappati col malloppo.
Ma all’epoca eravate tutti appesi alle mutande della di Ruby…. e tutti vestiti di viola…

Il problema è l’Euro.
È l’Euro che crea scompensi macroeconomici tra i Paesi membri.
È come un forno che brucia risorse. È come una stufa che funziona a biglietti da 500 Euro. Ti tiene caldo… ma a che prezzo?

Il problema primario era il debito pubblico: siamo un Paese penalizzato, abbiamo la zavorra del debito pubblico, quello è il punto di attacco –> Crisi 2012.
Poi esce Draghi e dice “whatever it takes” e il debito pubblico italiano può continuare a crescere come prima, solo che non interessa più a nessuno perché non è più oggetto di speculazione.
E tra l’altro non interessa davvero perché lo compra la BCE! La BCE stampa e compra debito pubblico. Il DP italiano cresce, ma se lo compra la BCE a chi interessa?!
La BCE non vuole interessi, non ha interessi a venderlo sul mercato… il debito è sostanzialmente sterilizzato, anche se cresce nominalmente.

Però il problema rimane, l’Euro rimane, gli scompensi rimangono. E cosa accade quando un’economia lentamente peggiora? Che aumentano i fallimenti, le inadempienze, le rate non pagate, i crediti non rimborsati, ecc ecc…. le deliquencies dicono gli americani…
Una parte di questi sono i crediti incagliati … NPL…

Adesso vogliamo mettere Atlante a sostenere il peso del cielo… come siamo poetici, vogliamo che i soldi pubblici si facciano carico di tenere in pancia crediti inesigibili, da ristrutturare ecc ecc.
Solo che la stufa continua a bruciare biglietti da 500 euro… prima o poi dovremo stampare i NOSTRI…. e non come fanno a Napoli! In modo legale.
Lo short sull’Euro sarà lo short del MILLENNIO. Se scopriamo forme di vita aliena é perché verranno qua per entrare corti sull’Euro. Il primo contatto di ET con un terrestre avverrà con un broker.

perplessa
Scritto il 14 Luglio 2016 at 23:55

il fallimento di Lehman Brothers sarà stato un elemento catalizzatore, ma ho dei seri dubbi che la crisi del 2008 provenisse solo da quel fallimento. i fatti parlano da soli. i mutui subprime mica potevano essere sostenibili. forse è il caso di tirare fuori per l’ennesima volta le 10 regole sociali di chomsky, in questo caso la prima soprattutto http://www.disinformazione.it/strategie_manipolazione_media.htm

perplessa
Scritto il 14 Luglio 2016 at 23:58

inoltre, non mi si verrà mica a raccontare che la perdita dei posti di lavoro fosse dovuta solo allo scoppio della bolla immobiliare. ecc.ecc.
per­ples­sa@fi­nan­za,

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