Banca e bancari: rivoluzione in corso che cambierà anche i rapporti col territorio

Scritto il alle 09:59 da Danilo DT

La figura del bancario, che da sempre opera nelle banche italiane, professione che tutti noi conosciamo molto bene e che ci ha accompagnato per anni nel mondo dei servizi finanziari, è una categoria professionale che nei prossimi anni subirà sicuramente una metamorfosi assoluta. Anche perchè, dati alla mano, la professione dei bancari oggi resta, sopratutto nella fase “iniziale”, una delle professioni di lavoro dipendente MEGLIO retribuite. Guardate la slide qui a fianco. (Cliccate QUI invece per vedere i meno pagati).

Recentemente alcuni dati illustrano un mondo dove saranno previste riduzioni di filiali consistenti, pari a circa 1500 unità.

Fino a qualche anno fa in tutti i comuni e città, c’era la corsa all’apertura dello sportello. Sembrava quasi che ci fosse la volontà di mettere la “bandierina” sul territorio. Oggi invece assistiamo al percorso inverso.

Dall’inizio del 2007 le banche hanno già chiuso 800 sportelli, i dati della Banca d’Italia ci illustrano uno scenario dove si è passati da 32.700 a 31.900 sportelli.
Sono proprio le SpA (come tipoligia di banche) la categoria che più delle altre ha chiuso filialii. Il che è anche abbastanza comprensibile viste le campagne di fusione/acquisizione e conseguenti creazioni di sovrapposizioni territoriali.

Ma questo fenomeno NON è in rallentamento. Anzi, continuerà ancora, sempre e soprattutto in queste tipoligie di banche. Come mai? Il motivo è semplice. Le Popolari o le Bcc, con una clientela “meno tecnologica”, cercano di rimanere aperti e di ridurre gli spazi ed il personale.
Banche come Unicredit, Intesa, Monte dei Paschi di Siena, spingono sempre più verso una clientelà “hi tech” che con il “fai da te” telematico, si esegue le principali operazione dello sportello per conto proprio.

Questo fenomeno merita la giusta considerazione in quanto ci può dare delle chiare indicazioni su quella che sarà la banca del futuro. E anche come cambierà il lavoro del bancario.
Lo sportello sarà sempre più automatizzato e le banche punteranno sempre più sui servizi e sulla consulenza.
Modello anglosassone, addirittura con contratti diversi a seconda della funzione svolta in banca, una vera rivoluzione.

La domanda che sorge spontanea è la seguente: ma questi cambiamenti sono figli solo di razionamento di costi, ottimizzazioni di strutture e massimizzazione dei profitti, oppure nascondono effettivi miglioramenti dei servizi offerti alla clientela? E questa consulenza sarà veramente indipendente per il cliente oppure lo sarà solo “di facciata”?

Io sono di parte, essendo dentro al settore (anche se non così direttamente).
La mia sensazione è che tutto questo moto rivoluzionario si tramuterà solo ed esclusivamente in un aumento dei profitti per le banche, e in un’inasprimento dei costi per servizi che poi saranno imposti e non creeranno vero VALORE aggiunto.
E il povero cliente? Sarà sballottato e sempre più confuso. E soprattutto quello meno hi tech (ad esempio gli anziani) si troverà in forte difficoltà. Entro il 2017 Intesa Sanpaolo ridurrà ancora gli sportelli che diventeranno da 4100 a 3300 sportelli.
Unicredit rottamerà altri 500 sportelli entro il 2018, ora sono 4100 e Mps diminuirà di altri 200 filiali.
Il Banco Popolare prevede la rottamazione di 70 sportelli. Più tutti gli sportelli che in futuro saranno chiusi dopo ulteriori incorporazioni e fusioni.

Morale: banche che cambiano pelle e rivoluzionano i rapporti anche col territorio. Dimentichiamoci i vecchi modelli di banca, oggi obsoleti. Ma scordiamoci anche il modello di banca che sostiene l’economia. Qui si guarda solo a tagliare i costi, a razionalizzare e generare utili.
Il sostegno all’economia, al territorio e a tutto il resto è storia passata.
Benvenuti nell’era 2.0 (che ci porterà…dove?)

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Danilo DT

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6 commenti Commenta
rulloclash
Scritto il 23 Aprile 2014 at 10:31

parliamone a 4 occhi dell’argomento

kry
Scritto il 23 Aprile 2014 at 10:59

Entro il 2017 Intesa Sanpaolo ridurrà ancora gli sportelli che diventeranno da 4100 a 3300 sportelli.
Unicredit rottamerà altri 500 sportelli entro il 2018, ora sono 4100 e Mps diminuirà di altri 200 filiali. E il povero cliente? D.T. dice: Sarà sballottato e sempre più confuso. Caspita io invece pensavo che il POVERO cliente da qui al 2018 sarà POVERO e di certo non abbisognerà di servizi bancari.

draziz
Scritto il 23 Aprile 2014 at 11:24

“Il sostegno all’economia, al territorio e a tutto il resto è storia passata”
perchè una volta la Banca, gli sportelli bancari, erano parte del territorio, custodi del frutto del lavoro di chi viveva nel territorio ed amministravano/consentivano, mediante la concessione del credito, una parte dello sviluppo economico facendo circolare il denaro della comunità.
Oggi di chi sono i soldi che la Banca amministra? Sarà che M1, M2 ed M3 sono in calo, ma l’intervento finanziatore della BCE e compagnuzzi il segno lo lascia, eccome se lo lascia…
Qual è il rapporto tra raccolta dalla clientela ed impieghi?
Qualche tempo fa hai postato una bella tabellina con evidenziati gli impieghi a leva di alcuni Istituti italiani…
Meno soldi dai correntisti, vuoi perchè disoccupati, vuoi perchè spremuti dalle tasse, si traducono in calo della raccolta.
Come fare a mantenere in piedi il sistema garantendo introiti alle banche?
Idea!!! Obblighiamo tutti ad avere un c/c per la pensione, per pagare le bollette, i tributi (F24) e finanche proibiamo l’uso del contante sopra i 100 Euro ed obblighiamo a pagare con la carta bancomat o di credito qualsiasi acquisto sopra i 30 Euro…
Poi stabiliremo anche quanto gli lasceremo per mangiare… poco, ovviamente, per via del fatto che il pianeta non può mantenere tutti con lo stesso tenore di vita… 😈 😈 😈

Scritto il 23 Aprile 2014 at 12:42

rulloclash@finanza,

Quando vuoi, ci possiamo sentire
kry@finanza,

Però della banca il “povero” cliente avrà sempre bisogno… se tornassimo al baratto però… 😆

idleproc
Scritto il 23 Aprile 2014 at 12:55

…esiste anche il problema sociale dei bancari… non sono loro il “nemico”.
Penso che la logica attuale sia un po’ folle, non è più il “cliente”, impresa, singolo correntista, investitore, il referente ma sono diventate le operazioni finanzarie delle megabanche coi soldi del “cliente”.
In sostanza il rapporto di fiducia viene a cadere per consulenze che dovrebbero esere con reciprocità di interessi etc.
Giocoforza diventa chiave il ruolo dei consulenti indipendenti.

draziz@finanza,

“Come fare a mantenere in piedi il sistema garantendo introiti alle banche?
Idea!!! Obblighiamo tutti ad avere un c/c per la pensione, per pagare le bollette, i tributi (F24) e finanche proibiamo l’uso del contante sopra i 100 Euro ed obblighiamo a pagare con la carta bancomat o di credito qualsiasi acquisto sopra i 30 Euro…”

…è quello che stanno facendo spacciandolo per “lotta all’evasione” ma quando mai…

draziz
Scritto il 23 Aprile 2014 at 13:51

idleproc@finanza,

…appunto…
la speranza che uno dei lobi cerebrali (quello deputato al ragionamento logico ed alla reazione all’attuale “fregatura”) della maggior parte degli Italiani si rimetta a funzionare e provochi scelte “adatte” è in me l’ultima a morire…

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