Baltic Index: collasso contradditorio, ma non troppo

Scritto il alle 13:21 da Danilo DT

Continua imperterrito il crollo del Baltic Dry Index, già segnalato nei precedenti post scritti su questo argomento.
Ieri abbiamo raggiunto la fantomatica quota di 726 punti, a -94% dai massimi di qualche anno fa. Il Baltic Dry Index, che misura il costo delle spedizioni delle merci secche in tutto il globo, ormai è in crollo verticale da 27 giorni. E in 27 giorni è sceso del 62%. La cosa che più inquieta è che in passato il Baltic Index era un ottimo “indicatore anticipatore” per l’attività economica. Un indice che sintetizzava la tendenza del commercio marittimo globale e in particolar modo per le paterie prime.
E quindi? Significa che il mondo si sta completamente fermando?
In realtà no, in qunato oggi incorpora delle anomalie non da poco. Il motivo lo leggiamo da un’analisi di MarketWatch:

Shipping rates for Capesize vessels, a class that includes some of the world’s biggest ships, are down 76% this so far this year.
Macquarie analysts said [last week] the slump in the broader dry-bulk index represents “too much capacity in the face of more modest growth of trade volumes.”
Shipping companies appear to have jinxed their own industry by ordering up too many grand ships when conditions looked very favorable before 2008.
Meanwhile, further new capacity, equivalent to 22.7% of the existing fleet, is due to be delivered this year, according to Macquarie calculations.
“It’s hard to see much relief, even assuming slippage in the order book [deliveries],” said Macquarie analysts.

Quindi le tariffe delle Capesize sono crollate del 76% , e tra queste navi ci sono alcune delle più grandi navi cargo del mondo.
Ma cosa è successo?
Nel 2008, quando l’indice ha raggiunto picchi pazzeschi (esatto opposto di oggi) i vari armatori hanno ordinato molte nuove navi, in quanto risultava ovvio che fosse necessario ampliare la flotta per poter colmare l’ampia domanda.
Peccato che poi quei picchi sono solo stati momentanei. Il mercato ha rallentato il tiro e oggi, 2011-2012, le navo ordinate nel 2008 sono state consegnate, in una fase di mercato debole. Quindi ora è l’esatto contrario del 2008. Allora c’era eccesso di domanda, oggi c’è eccesso di offerta.
E questo eccesso di offerta arriva con l’Asia in rallentamento e l’Europa alle prese con una forte crisi economica e un deleveraging necesario che porterà ulteriore rallentamento.

Bye bye Baltic Index, credo che passerà del tempo prima che possa tornare “on fire”. Ma di certo, per gli armatori, si prospettano anni molto difficili. E comunque sia, questo fenomeno anche se molto complesso e forse un po’ contradditorio, non deve essere sottovalutato.

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2 commenti Commenta
john_ludd
Scritto il 31 Gennaio 2012 at 17:56

Intanto accade questo…

“Data through November 2011, released today by S&P Indices for its S&P/Case-Shiller Home Price Indices, the leading measure of U.S. home prices, showed declines of 1.3% for both the 10- and 20-City Composites in November over October. For a second consecutive month, 19 of the 20 cities covered by the indices also saw home prices decrease. The 10- and 20-City Composites posted annual returns of -3.6% and -3.7% versus November 2010, respectively. These are worse than the -3.2% and -3.4% respective rates reported for October…”

dove sta di casa la ripresa economica MADE IN USA ?

e il decoupling con la scassata Europa ?

gli asini non volano e neppure gli elefanti e per far rimanere stabilmente lo S&P 500 sopra 1300 ci vuole altro che un QE…

andrea.mensa
Scritto il 31 Gennaio 2012 at 18:06

caro DT la considerazione fatta sulle nuove navi consegnate, presuppone che a fare l’armatore ci siano dei dilettanti, anche un po stupidi.
nel 2009, vedi grafico, era già più che chiaro a chi guardi i dati economici con un minimo di buon senso, che i livelli del 2008 non sarebbero mai stati raggiunti, almeno per anni e anni a venire.
ora secondo te, costa meno pagare una penale dopo 1 anno dall’ordine, o farti carico di una nave nuova fiammante che non ti renderà mai un tubo ?
che la manifattura lavorasse a meno del 70% della capacità produttiva, mi pare lo scrivesti anche tu, e allora, cosa avrebbero dovuto trasportare quelle navi ?
inoltre se così fosse dovremmo vedere i costruttori di navi felici dei lauti guadagni portati a casa….. mai sentito parlare di fincantieri ?

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