Azzardo morale: perché continuare a negare la realtà?

Scritto il alle 09:55 da Danilo DT

Moral hazard: salvare banche e stati che hanno causato la crisi non è la soluzione

A volte proprio non capisco perché ci si incaponisca così davanti all’ovvietà delle cose.
Quanto sta accadendo in questi giorni ai PIGS o a paesi periferici, (che per una volta non si beccano più il dispregiativo di Club Med in quanto l’Irlanda ha ben poco di Mediterraneo) rispecchia fedelmente il quadro da tempo disegnato. Paesi sull’orlo del baratro, salvataggio concordato UE + FMI, salvataggio non risolutivo e quindi toppa momentanea, ma poi…probabile successiva ed obbligata ristrutturazione del debito e perdita distribuita sulle teste dei consumatori.

Credo sia abbastanza chiaro questo iter. Ma il mercato dannatamente ignora la realtà. Meglio, il mercato non la ignora, la nasconde raccontando ai risparmiatori una valanga di cazzate (scusate ma…quando cè vò, cè vò!) illustrando l’interventismo UE+FMI come il salvataggio in extremis tanto straordinario quanto miracoloso. E nel miracolo il problema è dato per risolto. Ma quale risolto! Il problema è rimandato e non si risolve un bel nulla, lo sosteniamo da mesi!
All’interno dell’UE non solo si ha un atteggiamente sbagliato verso il problema ma addirittura, tra gli stati membri, ci sono più disaccordi di quanto voi possiate pensare. Ognuno dice che è più bello dell’altro, e se magari ha qualche problema, i suoi problemi non sono paragonabili a quelli degli altri paesi in difficoltà. Intanto però facendo due conti, i famosi 440 miliardi a disposizione del megafondo salva UE chiamato EFSF potrebbero non bastare in futuro (non basterebbero nemmeno per rattoppare la Spagna, figuriamoci se ci fossero anche problemi con l’Italia) e quindi Bruxelles dovrà prima o poi darci ragione, ovvero accettare di buon grado la realtà, magari subire sui mercati un po’ di bufera ma abbassarsi alla rinegoziazione e ristrutturazione del debito.
Proprio come vuole la Germania. Io non vedo altre strade. Non possiamo continuare a salvare tutte quelle banche che hanno mandato a ramengo al finanza (moral hazard, o azzardo morale) come non possiamo accettare che un paese come l’Irlanda (causa bolla) o peggio ancora la Grecia che ha preso TUTTI per i fondelli comunicando DATI falsi (ma vi rendete conto? E oggi siamo tutti a battergli le pacche sulle spalle) possano considerarsi casti e puri dopo l’intervento della scialuppa di salvataggio. Così facendo, rinviamo semplicemente il problema. Certo, ci può stare il sostegno, ma si devono mettere le basi per una ripartenza e non per allungare l’agonia.

Esposizione Vs Irlanda



Come vedete dal grafico qui sopra, i peggio messi come esposizione sono Gran Bretagna e Germania. Ovvio che il non salvare l’Irlanda significherebbe danni enormi ai rispettivi sistemi bancari (drammatico l’impatto a livello globale per l’implicazione nel canale bancario di RBS) e significherebbe mettere in crisi il Portogallo subito dopo, quindi l’aiuto deve esserci.

Ma non il salvataggio a tutti i costi al 100%. A meno che la Germania abbia intenzione di colonizzare l’area Euro. A quel punto il discorso cambia. La logica però mi fa dire che, ora come mai, sarebbe necessaria più chiarezza a livello strategico accettando anche posizioni più estreme.
L’azzardo morale non può durare all’infinito, non scordiamocelo. E’ ora di rendersene conto.

Squilibri in area Euro

Nel frattempo però nell’UE gli squilibri tra i “forti” ed i “deboli” tendono” ad amplificarsi. La Germana ha decisamente il coltello dalla parte del manico. Il che non farà altro che aumentare la potenza della Germania a livello politico nell’area. Bella cosa… I tedeschi hanno sfruttato la debolezza dell’Euro per crescere in modo notevole, e ora sono pronti a colonizzare il potere dell’Unione Europea. Ma possiamo ancora chiamarla Europa Unita? Secondo me ormai è tutto fuorchè Unita. Ribadisco quanto già detto: l’Euro è messo fortemente in dubbio proprio dalla discrepanza del potere economico tra certi stati, o se preferite, tra la Germania e tutto il resto. E se la Germania uscisse dall’Euro, sarebbe poi proprio un dramma a questo punto?

Cosa deve fare l’Europa?

Dice bene Barry Eichegreen. L’Europa deve fare al più presto correre ai ripari. Occorre maggiore centralità del dominio della situazione, sia a livello fiscale che normativo, con particolare attenzione alla normalizzazione finanziaria, occorre mettere ordine nelle intese e anche in merito a quello che potrà accadere.

Lastly, I do think the German idea that you can’t only have bailouts or emergency financial assistance when a country’s debt is unsustainable makes a lot of sense. Europe needs a mechanism for restructuring and rescheduling unsustainable sovereign debts. But, as always, the devil is in the details. There’s no agreement yet on how to do it.

Il diavolo sta nei dettagli, la ristrutturazione e la rinegoziazione sono ormai tematiche che diventeranno presto realtà. Non oggi, non domani, ma dall’anno prossimo diventeranno di grande attualità.

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DT

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18 commenti Commenta
m75035
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:08

Qualcuno ha notato qualke secondo fa sull’eur/usd sono spariti gli istituzionali&co? e pensare che ero uscito un attimo prima…si vede che seguono me, l’ho sempre detto io 😆

ottofranz
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:13

A meno che la Germania abbia intenzione di colonizzare l’area Euro.

Beh, la tua frase mi ha acceso una lampadina… e se fosse? Gli diamo il nostro Sud, le mafie, i nostri politici e tutti insieme gli caNtiamo in coro con la musica della Ferrero… GIGANTEEEEE …PENSACIII TUUUU :mrgreen:

hironibiki
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:20

E in tutto questo la Corea ci sta piazzando una guerra assurda. Ma si può? Bah che razza di mondo viviamo?!

m75035
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:28

German Ifo: index hits highest level since German reunification

mattacchiuz
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:35

hironibiki@finanza: E in tutto questo la Corea ci sta piazzando una guerra assurda. Ma si può? Bah che razza di mondo viviamo?!  


si si, tutto per caso! 🙂

hironibiki
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:38

mattacchiuz,
Pensi sia fatta apposta per “deviare” ancora una volta l’opinione pubblica sui reali problemi e concentrarsi su una guerra inutile e pazzesca? L’America effettivamente ne ha già fatte di queste porcate..

mattacchiuz
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:38

adesso sono pure usciti i dati del pil inglese, spinto a rialzo anche da un miglioramento dell’import.
allora.. in pratica tutti i paesi che pubblicano statistiche, hanno migliorato l’export, e tutti hanno ridotto l’import.

non è che c’è un punto di incontro di navi cargo nei pressi della fossa delle marianne??? 🙂

hironibiki
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:40

mattacchiuz,

AHAHAHAHAH MITICO!!

mattacchiuz
Scritto il 24 Novembre 2010 at 10:45

hironibiki@finanza,

beh, se pensi a come sono entrati in guerra nel Vietnam.. il famoso incrociatore Maddox ( ma ha a che fare con Madoff?? 🙂 ) o in Iraq…

Scritto il 24 Novembre 2010 at 11:05

mattacchiuz,
hironibiki@finanza,

Questo si che sarebbe uno scoooooop! :mrgreen:

bergasim
Scritto il 24 Novembre 2010 at 11:18

Non sono assolutamente daccordo con la ristrutturazionedel debito generalizzata, ma mirtata ai pesi che hanno barato, mi spirgo meglio:

1 Grecia, ha taroccato i conti in tutte le maniere possibili
2 irlanda, il suo sistema bancario è virtualmente fallitto
3 italia, possimamo avere tutti i difetti di questo mondo, ma ultimamente viste le dimensioni ciclopiche del nostro debito in questi anni non abbiamo fatto nulla, le nostre banche si sono limitate a fa fesse le amministrazioni pubbliche e aziende grazie ai derivati ( ma se chi firma non sa cosa firma anche dovrebbe prendersi delle responsabilità insieme con chi la assunto, cosa che puntualmente non avviene ), quinidi perchè gli italiani dovrebbero accettare una ristrutturazione del debito? per nessun motivo, in questo caso la colpa sarebbe quasi esclusivamente dei burocrati europei incapaci di porre fine alla speculazione con dei fatti e non con tante parole, in primis creando questa benedetta agenzia di rating, in secondo cercando di aggreggare i vari debiti europei in unico corpo in funzione del pil europeo, da contrapporre a quello usa, e limitare in maniera fisica e non virtuale la SPECULAZIONE, POLITICI NULLAFACENTI E’ ORA CHE VI GUAGAGNIATE LA PAGNOTTA.
Tutto il resto è noia 😈

Scritto il 24 Novembre 2010 at 11:49

bergasim,

Forse mi sono spiegato male io. Assolutamente NO alla ristrutturazione del debito generalizzata, ma SI ad un’attenta analisi del debito al fine di poter capire come risolvere certe problematiche.
Ok per ristrutturazione del debito Grecia con tanto di fucilazione (virtuale) della classe politica taroccatoria e punizione per i falsi
OK a ristrutturazione debito Portogallo.
Ok per ristrutturazione debito Irlanda e serio ridimensionamento del ruolo delle banche
NO al ristrutturazione debito Italia. il debito è tutto in mano agli italiano. E non credo che una ristrutturazione sia oggi discutibile per i nostri bond. Poi sulal classe politica…NO COMMENT…

amensa
Scritto il 24 Novembre 2010 at 16:37

caro DTmolto innocentemente ti domandi, e domandi al cielo, perchè oggi abbiano spinto con forza l’Irlanda ad accettare l’aiuto, quando questo è chiaramente solo un palliativo e comunque a queste condizioni sarà impossibile evitare la ristrutturazione del debito.
e cosa ha fatto l’Islanda ? e la Grecia ? oggi è l’Irlanda, domani il Portogallo, e per tutti la stessa medicina.
allora guarda il grafico che hai ostato e domandati chi subirebbe le maggiori perdite inn caso di ristrutturazione del debito oggi.
po vai a vedere che tassi di interesse hanno quei titoli e che differenza c’è con i corrispondenti locali.
allora, rimandare la ristrutturazione vuol dire incassare lo spread per altri 2 o 3 anni, tanto da ridurre il danno della futura ristrutturazione.
se poi pensi che, passata la buriana, magari gli attuali possessori riescano anche a rifilarne un po’ a vari investitori, allora diventa chiaro il perchè.
e a pagare intanto saranno le popolazioni europee nel loroinsieme, e non le banche che hanno speculato sulle plusvalenze.

schwefelwolf
Scritto il 26 Novembre 2010 at 11:05

@DT

L’Europa è “ormai tutto fuorché unita”?

Francamente, non ho mai avuto la sensazione che l’Europa fosse unita – fatta salva l’unità riferibile all’unanime caparbia rimozione di ogni presa di coscienza della realtà.
L’Europa è sempre stata solo un “tentativo di mosaico”, realizzato mettendo insieme “tasselli” raccogliticci, di materiali e dimensioni diverse, incollati alla bell’e meglio con il legante di un’utopia appositamente inventata per non ammettere il fallimento (o l’impossibilità) di quel progetto geo-strategico voluto nel dopoguerra dagli Americani per gestire il “problema Europa”, dopo l’inizio della Guerra Fredda (e di quella di Corea!).
Sorpresi nel dover constatare, dopo la vittoriosa fine del secondo “tempo” (1939-1945) della partita di ridimensionamento “democratico” della Germania, che l’URSS del loro ex-alleato “zio Joe” (Stalin) si era presa mezza Europa e già cominciava a guardarsi in giro anche nel resto del mondo, gli americani erano giunti alla conclusione che senza una ripresa di quella Germania che fino a quel momento era stata inchiodata ai banchi del tribunale di Norimberga l’Europa non sarebbe stata recuperabile/difendibile. Il problema era, però, che la necessaria riedificazione (quindi anche riabilitazione) tedesca doveva imperativamente essere controllata e gestita, onde evitare ipotizzabili “terzi” tempi con una ricostituita Germania “tedesca”.
E cosí i vari Monnet, Schumann, Adenauer etc. furono attivati e “indirizzati”, guidati nella direzione giusta: normalizzazione tedesca, sí, ma sotto controllo europeo (concretamente rafforzato – per ogni eventualità – da quello “atlantico”, con la massiccia presenza militare della NATO sul suolo tedesco). Da lí nasce la graduale edificazione di un sistema “artificiale”, sintetico, che tutti (tedeschi compresi) hanno fatto finta di considerare frutto di un’esigenza naturale. Come se l’Europa fosse nata da un’intima esigenza dei popoli convolti…
E tutte le volte che qualche nodo veniva al pettine, tutti si affrettavano a negare le evidenti incommensurabilità, le insanabili discrepanze esistenti, rilanciando di volta in volta il “progetto Europa” con una riedizione (o aggiornamento) dell’utopia.
Di rilancio in rilancio (senza alcuna validazione democratica e senza aver risolto alcuno dei problemi strutturali esistenti) si è arrivati all’Euro e ad un’Europa di Lisbona, che ha cercato di mettere insieme un caravanserraglio di 25 (o 27? ho perso il conto) Paesi assolutamente disomogenei, fra di loro distanti come Giappone (=Germania) e Paraguay (=Portogallo): con la differenza che a nessun giapponese verrebbe mai in mente di creare un’unione monetaria (ne di altro genere) con il Paraguay.
Di unito, in Europa, non vedo (ne ho mai visto) veramente niente – salvo una generale connivenza nell’accettare di essere parzialmente amministrati da una banda di inetti funzionari arroccati nell’euro-capitale Bruxelles.
A questo punto non riterrei però possibile continuare il giochetto del “nuovo rilancio”: i nodi che vengono al pettine sono sempre piú gravi, frequenti e numerosi. Non vedo quindi che un’alternativa: o la Germania accetta di “immolarsi” (con Olanda, Danimarca e pochi altri) sull’altare dell’utopia europea, finendo probabilmente a picco insieme al resto, o smette di chiudere gli occhi e comincia a parlare chiaro e ad agire di conseguenza (con conseguente frantumazione dell’Unione). In ambo i casi l'”Unione” non avrà comunque futuro.
Non mi sorprenderebbe, peraltro, se anche questa volta – tanto per cambiare – la “colpa” dell’inevitabile collasso venisse affibbiata (come nel ’19 e nel ’45) alla cattiva Germania, che non ha voluto rinunciare alla stabilità monetaria, che non ha smesso di costringere i mercati esteri a comperare i suoi prodotti, che insiste imperialisticamente a fare automobili migliori di quelle francesi o italiane, che caparbiamente manda i suoi lavoratori in pensione a 65 anni e si rifiuta di pagare anche le pensioni di quelli che in altri Paesi ci vanno a 50… Insomma quella cattiva Germania che non accetta di azzopparsi per permettere agli altri di correre piú veloci di lei.

Scritto il 26 Novembre 2010 at 11:26

schwefelwolf@finanza,

E’ sempre un piacere leggerti! BEntornato! A questo proposito butta un occhio sul post ALERT appena scritto.

CIAO!

schwefelwolf
Scritto il 27 Novembre 2010 at 09:19

Dream Theater,

Grazie!
E complimenti per il lavoro che continuate a fare.

nervifrank
Scritto il 27 Novembre 2010 at 10:52

schwefelwolf@finanza,

Sempre grandi commenti Schwefelwolf!

Magari però un pò di colpa ce l’hanno anche i leaders tedeschi, ossia quello di aver pensato che l’Euro così inteso avrebbe funzionato.

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