APPLE: il crollo, le conseguenze e le prospettive

Scritto il alle 10:33 da Danilo DT

Il crollo di Apple a seguito del taglio delle stime su fatturato e ricavi non deve essere sottovalutato.
Apple è una società che non solo rappresenta il benchmark per tutto quanto riguarda la tecnologia e la finanza 2.0, ma è anche una società che ha un peso specifico negli indici, nei benchmark e nei portafogli non indifferente.
Non voglio andare nello specifico, tanto oggi i giornali sono pieni zeppi di considerazioni ed analisi più o meno valide. Intanto mi risulta che lunedi e martedi ci saranno degli incontri tra USA e Cina. Il crollo di Apple ha fatto capire ad entrambi (e soprattutto a Trump) che la questione commerciale miete vittime non solo in Cina ma anche in USA. Lo sosteniamo da mesi: in un’economia così globalizzata è impensabile che non permane un effetto contagio importante. O si trova una quadra, oppure tutto il mondo ci rimette e la fantomatica “recessione” rischia di autoavverarsi.
Quanto voglio però rapidamente illustrare in questo post è un’altra questione. Il crollo di Apple figura quasi come un evento naturale.
Il grafico vi spiega meglio cosa voglio intendere.

Grafico Apple: la mela cade ma poi risorge (fino ad ora)

Prima cosa. Il trend di lungo rimane intaccato. E questo è importante, significa che la correzione di Apple può essere ancora catalogata come un normale rallentamento del trend, una presa di profitto fisiologica e una rimappatura di utili e prospettive.

Seconda cosa: Apple come ho detto, non è nuova a violenti storni.
Tra il 2012 e il 2013 Apple ha perso il 45% passando da $ 101 a $ 45.
Tra il 2015 e il 2016 Apple ha perso il 33% passando da $ 134 a $ 89.
Tra il 2018 e il 2019 Apple ha perso il 39% passando da $ 233 a $ 142.

Terza cosa: ipervenduto evidente. Rimbalzo tecnico in arrivo?

Ovvio, nessuno può certificare che la debacle per Apple sia terminata, e di certo quello che più mi preoccupa è la violenza e la rapidità della correzione, molto più invasiva di quanto visto negli episodi precedenti. Una correzione in 13 settimane, molto più delle 32 o 54 settimane viste in precedenza.
Intanto un occhio di riguardo lo merita la media mobile a 200 rilevazioni, che ha sempre accompagnato il trend. E guarda caso, ora funge da supporto alla violenta correzione. E poi ancora, se proprio non riusciamo a reggere questa media mobile, occhio al livello di $ 134 e poi alla trendline, ultima spiaggia.
Ma confidiamo nella diplomazia e nella politica. E’ veramente la grande speranza per frenare questa Caporetto e rimettere un po’ di ordine, un po’ di certezze e un po’ di fiducia in un mercato che ormai è in modalità total RISK OFF.

STAY TUNED!

Danilo DT

(Clicca qui per ulteriori dettagli)

Questo post non è da considerare come un’offerta o una sollecitazione all’acquisto. Informati presso il tuo consulente di fiducia.
NB: Attenzione! Leggi il disclaimer (a scanso di equivoci!)

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2 commenti Commenta
paolo41
Scritto il 4 Gennaio 2019 at 12:50

su CNBC è stato commentato che il calo di fatturato si riferiva solo all’area “prodotti” mentre l’area “servizi” presenta un positivo incremento e che la strategia è quella di incrementare quest’ultima area. Addirittura pensano di entrare, tramite acquisizioni, nel settore delle gestioni finanziarie…. D’altra parte anche Amazon sta diversificando con attività collaterali al core businnes …….

Scritto il 4 Gennaio 2019 at 12:56

infatti pensare ad Apple ci si limita ai telefonini, Google ai motori di ricerca e alla pubblicità, Amazon alle vendite on line e si dimentica che ormai il business di questi colossi sono molto diversificati.
Ne parlavo qualche settimana fa. Amazon fa il 70% degli utili con il clouding, per esempio

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