Accordo sul Dollaro USA per evitare la recessione in Europa

Scritto il alle 11:45 da Danilo DT

DRAGHI-YELLEN-JACKSON-HOLE

Le parole di Mario Draghi a Jackson Hole, le reazioni delle banche centrali ed il conseguente rapporto del cross EUR USD sono chiari segnali che c’è un progetto comune: evitare la recessione in Eurozona anche a scapito di una minor crescita economica negli USA. E il CESI in convergenza lo conferma.

Lo ZEW di questi giorni ha per certi versi sorpreso gli investitori, Un balzo deciso e soprattutto un rialzo dopo una fase ribassista che accompagnava l’indice di fiducia tedesco da inizio anno. Si prevedeva un “timido recupero”, invece la crescita è stata decisa, +11.5 punti.
La ripartenza dello ZEW è un indicatore importante soprattutto per l’Eurozona. Se la Germania riparte, il resto del Vecchio Continente dovrebbe seguire a ruota. Ma cosa sarà mai successo? Un miracolo? In realtà il miracolo ha un attore protagonista, anzi più attrici. Tanto per cambiare queste attrici sono le banche centrali.
Voglio fare un passo indietro e spiegarvi una cosa che forse vi è sfuggita ma che è diventata fondamentale per comprendere meglio cosa è successo in questi mesi (ed è il motivo per cui da quest’estate sono palesemente “bullish” sull’USD, anche se oggi lo sono un po’ meno).

Jackson Hole: dopo aver ascoltato nel mitico simposio i vari governatori delle banche centrali, prende la parola Mario Draghi il quale innanzitutto ricorda alla Merkel di cercare di essere più brillante ed allentare la politica fiscale per favorire la crescita  ma dice anche che nel mondo dei cambi, i cross valutari devono seguire l’andamento delle curve dei tassi.

Grafico EURO DOLLARO Daily

CROSS-EUR-USD-DAILY

Una dichiarazione forte che ha un senso, ed è volta a sottolineare quello che sta per succedere in ambito di politica monetaria. Negli USA i tassi DOVREBBERO cominciare a salire nel 2015, mentre in Europa i tassi saranno a ZERO ancora per un bel po’. Quindi, per un discorso di carry trade, è normale ritrovarsi con un Dollaro Usa in rafforzamento sull’Euro.

Domanda: vi risulta che qualche banchiere centrale, Yellen compresa, abbia ribattuto a questa dichiarazione di Draghi che, praticamente, indicava la strada per il cross EUR USD per i prossimi mesi? A me non risulta. Questo sta a significare solo una cosa: che questo rimbalzo del dollaro sta bene a tutti. Anche agli USA che sono disposti a “cedere” un po’ di crescita economica all’Europa, al fine di evitare di farla cadere in recessione, con le dovute conseguenze anche in territorio economico USA.

Ennesima domanda con ovvia risposta: qualcuno ha ancora dubbi sul fatto che le banche centrali stiano conducendo “in concerto” una politica monetaria ben definita, al fine di controllare le cose e pilotarle di conseguenza?

Il risultato di questo connubio è nei numeri dei mercati, nel rally del cross EUR USD e anche in questo grafico che vi propongo

CESI: Citigroup Economic Surprise Index. Euroa ed USA a confronto

CESI-CITIGROUP-ECONOMIC-SURPRISE-INDEX-USA-EUROZONA

Questo è il grafico del CESI che ormai conoscete benissimo, l’indicatore che va a calcolare lo scostamento tra le previsioni degli analisti e i dati effettivi. Gli USA restano sempre sopra lo zero, l’Eurozona è sempre sotto. Ma come vedete si sta creando una sorta di convergenza. Segno che quanto sopra descritto è molto di più di un’ipotesi.

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Articolo uscito su PIanoInclinato.it

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Danilo DT

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6 commenti Commenta
pecunia
Scritto il 20 Novembre 2014 at 12:12

Bella sintesi DT.

siamo nelle mani di una colomba e di un drago.

pig_org
Scritto il 20 Novembre 2014 at 14:39

E del QE non se ne parla più? Oppure anche questo si va ad incastrare in qualche modo?

reragno
Scritto il 20 Novembre 2014 at 14:41

Gli Americani hanno fatto i fatti loro per 5 anni svalutanto il dollaro a più non posso.
Draghi & co avrebbero dovuto capire ( non ci vuole un genio ) che l’€ troppo forte avrebbe tarpato le ali a qualsiasi tentativo di ripresa in Europa.
Le mosse tardive servono a poco. In più tra un po’ vedremo sugli utili aziendali americani l’effetto di rafforzamento del dollaro.
E allora vedremo come reagirà Wall Street.
Riassunto: la coperta è corta e i soloni non sanno cosa fare.

Scritto il 20 Novembre 2014 at 14:53

pig_org@finanza,

Se ne parla eccome, ma al momento per l?Euroa il QE è da valutare ad inizio 2015 SE le condizioni lo permetteranno (deflazione +frenata economica + Germania di buon umore)

paolo41
Scritto il 20 Novembre 2014 at 15:03

c’è qualcosa che non mi convince: l’indice ZEW deriva da un sondaggio a livello interno Germania basato sulle risposte di industria e commercio che ha scarsi collegamenti con le strategie delle banche centrali. In aggiunta mi lasciano perplesso i risultati dello ZEW a fronte dei dati economici non esaltanti dell’economia tedesca…. Mi sembrerebbe opportuno attendere conferme…

Stardust_IM
Scritto il 20 Novembre 2014 at 19:28

banche centrali >>> GOMBLOTTO 😛
il 2015 sarà un anno sicuramente interessante. Almeno noi ce lo aspettiamo così…

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