2009-2010: la resa dei conti

Scritto il alle 10:00 da Danilo DT

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Quando un qualcosa di importante finisce, è uso e consuetudine girarsi indietro e rimurginare su quanto è accaduto.

Sicuramente questo 2009 rappresenta un anno che entrerà nella storia, con tanti episodi che non verranno certo dimenticati. Per certi versi, e per molti indicatori, siamo ormai fuori dalla recessione ed il peggio è passato. Ma i punti interrogativi, le incertezze per il futuro ed i dubbi di sostenibilità non solo della crescita ma anche della “serenità” economica permangono.

Secondo il mio punto di vista, il 2010 sarà certamente un anno fondamentale. Dovrà darci delle importanti risposte. L’aggressività delle banche centrali nell’affrontare la crisi ha certamente sostenuto e “salvato” il mercato (e le banche) dal collasso e dalla Crisi “stile 1929”. Ma il vero rovescio della medaglia, o se preferite, gli effetti collaterali di questa terapia d’urto, non si sono ancora manifestati. E il malato economico, essendo ancora molto fragile, potrebbe non sopportare tali effetti collaterali. Che cosa dovrà fare il Dr. House della situazione, Ben Bernanke, per evitare il famoso “double dip”?

Tutto questo lo scopriremo solo vivendo, come scopriremo che i vari sotterfugi inventati dalla FED e dal Tesoro USA per drenare la liquidità ed evitare inflazione, possono continuare ad essere efficaci.

L’anno che verrà

 

Il 2010 si presenta comunque come un’anno motlo complesso. Per salvare il mondo dalla crisi si sono dovute fare cose veramente incredibili, architettando strategie innovative senza magari analizzare approfonditamente quali sarebbero stati, appunto gli effetti collaterali.
Ma non c’era scelta. Occorreva agire subito e con tempestività. E poi…di quello che sarebbe successo in futuro sarebbe stato un problema da valutare più avanti.

Il sempre eccellente Martin Wolf sul Financial Times la vede esattamente in questo modo e quindi si accomuna all’immagine che il sottoscritto aveva disegnato tanto tempo fa: quello di un malato in cura forse terminale, che doveva essere salvato a tutti i costi. La cura è stata assolutamente d’impatto, ma gli effetti collaterali possono avere effetti altrettanto devastanti.

Intanto però, il paziente continua ad avere seri problemi di salute. E come dice giustamente Wolf nell’articolo sopra citato, saranno necessarie cure specifiche per curare alcune “malattie croniche “ che seguono l’infarto subito l’anno scorso, infarto che è stato curato anche se, per questa patologia, non possiamo sciogliere la prognosi.

Cinque punti

 

Punto primo. Occorre risistemare i bilanci pubblici, USA e UK in primis

Punto secondo: abbiamo assistito ad un vertiginoso aumento del debito pubblico a favore di un rallentamento del debito privato. Il che ha portato molti paesi ad essere “simili” all’Italia. Però, incredibile a dirsi, l’Italia ne parte avvantaggiata, in quanto da noi c’è più risparmio e più solidità nel settore privato. Una occasione che potenzialmente sarebbe da sfruttare per il Bel Paese.

Punto terzo: occorre sistemare i deficit strutturali dei conti correnti di paesi come USA, Spagna e UK, in linea di massima di quei paesi che più di altri hanno subito la peggiore crisi immobiliare. Quindi si necessita un maggiore “equilibrio globale”. Ma sotto questo punto di vista, siamo ancora in alto mare, anche perché proprio nel settore immobiliare la crisi è tutt’altro che finita. Certo, negli USA i prezzi degli immobili si stanno stabilizzando, ma in altri paesi le cose sono ancora molto mal messe. Un esempio?
Prendiamo il fenomeno Spagna, il paese che si era candidata come nuova super potenza europea, che quindi aveva fatto il passo più lungo della gamba e che ora si ritrova con una crisi senza precedenti, con tasso disoccupazione pari al 20%. E’ notizia di qualche giorno fa che proprio in Spagna le banche, in profonda crisi, si ritrovano nella necessità di svendere i loro assets immobiliari per fare cash. Immobili per la maggior parte derivanti da pignoramenti per mutui non pagati, generando minusvalenze notevoli, pari anche a circa il 90% del valore iscritto a bilancio, come è accaduto alla banca Caja Madrid, che ha venduto proprietà immobiliari valutate a bilancio 1 miliardo ma cedute per circa 100 milioni.

Punto quarto: è necessario che le nuove potenze, Cina in primis, prendano seriamente in considerazione la possibilità di dar vita a quei cambiamenti di tipo politico, magari con la collaborazione delle vecchie super potenze (USA in primis). Sono paesi che rappresentano il futuro e quindi devono cominciare a ragionare politicamente con una mentalità differente.

Punto quinto: cosa arcidetta, è necessario affrontare di petto le cause che hanno generato questa crisi, e regolamentare, mettere paletti e disegnare i confini, per evitare che tutto quanto successo possa nuovamente accadere, senza dimenticare che il sistema finanziario non solo è ancora molto fragile, ma è potenzialmente ancora più a rischio rispetto a qualche anno fa. Rileggetevi su questo blog i post sulla leva finanziaria e sui derivati. Capirete che viviamo in un sistema finanziario assolutamente a rischio “double dip”, con la certezza che i Governi non potranno più sostenere allo stesso modo di tutto e di più.

Auguri! Buon 2010!

 

Chiudo questo post (spero di non avervi annoiato troppo!) con un sincero Augurio.

Auguri a tutti!

Nella speranza di poter vivere un 2010 migliore, nella prosperità e nella serenità. Anche se, devo essere sincero, scrivendo i post sull’outlook 2010, molta serenità “economica” è andata a farsi benedire.
Spero di sbagliarmi e spero di avere a che fare veramente con un nuovo ciclo economico virtuoso. E questo lo scopriremo solo vivendo.

 

Portafogli di I&M, performance e asset allocation

 

Su questi argomenti vi rimando a Compass, che (se non crolla il mondo) sarà regolarmente in uscita sabato 02/01/2010.

 

Finisce un anno importante per I&M

 

E’ stato inoltre, questo 2009, un anno importante per questo blog. Abbiamo raggiunto numeri importanti. Abbiamo la fortuna di avere dei commentatori di primissimo livello. Ma io non mi fermo qui. Si può e si potrà fare ancora di più. Nei numeri, nella qualità, nell’organizzazione delle notizie, nella newsletter.

E per fare questo è necessario, come già avrete immaginato, il vostro sostegno.

Credo che ormai I&M sia un piccolo patrimonio che va ben oltre ai singoli capricci di un singolo blogger appassionato di finanza. E’ una comunità finanziaria, un salotto di discussione indipendente e democratica che ha pochi eguali. E non solo io a dirlo, ma i numeri. Mettere la parola fine anzitempo a tutto questo, credi sia un vero e proprio peccato, non slo per il sottoscritto ma per tutti i lettori ed i frequentatori del blog.

 

Dipende tutto da voi.

 

 

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Un abbraccio a tutti.

ANCORA AUGURI

 

Il Vs. Dream

 

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